ione di Taurasi Vendemmia 2008 che ha inaugurato di fatto la lunga sequenza delle rassegne italiane “en primeur” gli scorsi 20-22 gennaio a Montemiletto (AV). Magari ci aggiungiamo una sottolineatura più netta del fatto che per noi si tratta più che altro di un piacevole gioco, praticamente seriamente sia chiaro, ma pur sempre un esercizio ad alto tasso di cautela e provvisorietà. Approccio necessario per tutti i vini testati in una fase così vicina all’imbottigliamento (per qualcuno ancora non effettuato) e che vale doppiamente quando parliamo di aglianico e Taurasi. Siamo piuttosto convinti, infatti, che degustazioni di questo tipo, pur ripetute più volte nell’arco di poche settimane, possono dare esiti ogni volta sensibilmente diversi. Così come l’esperienza ci ricorda quanto risulti in genere decisiva la prima estate in bottiglia per delineare con una certa coerenza gerarchie e punte di eccellenza nell’ambito dei rossi irpini.
Ecco, dunque, come arriviamo a comporre il nostro podio “a caldo”: tre ricordi in bottiglia che ci portiamo via da Taurasi Vendemmia 2008, a cui ne aggiungiamo un quarto che non reca la scritta Taurasi in etichetta ma rappresenta, classifiche e punteggi a parte, la bottiglia che più ci verrebbe voglia di bere e ribere fin da subito.
Taurasi Nero Né ’08 – Il Cancelliere
Montemarano (AV)
Non si può parlare di novità in senso stretto per una delle realtà più interessanti e carismatiche dell’Alta Valle taurasina, eppure il primo assaggio del Nero Né ’08 sembra annunciare un sensibile cambio di passo per il rosso di punta de Il Cancelliere. L’abituale profilo riduttivo è in questo caso solo una tappa verso la progressione di china e incenso, tabacco e sangue, che si consegna ad una bocca ancora contratta ma di rassicurante naturalezza espressiva.
Taurasi Principe Lagonessa ’08 – Amarano
Montemarano (AV)
Non c’è Anteprima senza hit parade e non c’è hit parade senza jolly: un’etichetta magari meno conosciuta di altre che riesce ad insinuarsi ai piani alti. A Taurasi Vendemmia 2008 questo ruolo sembra toccare al Principe Lagonessa ’08 di Amarano, piccola azienda di Montemarano (versante sud). In primo piano una sontuosa mineralità affumicata e fluviale, con ricordi di spezie ed erbe in infusione: una personalità aromatica che fa pendant con la trama polposa e robusta, di sicuro avvenire.
Taurasi ’08 – Urciuolo
Forino (AV)
I fratelli Ciro e Antonello Urciuolo raddoppiano i loro sforzi sul Taurasi, proponendo dal 2008 una selezione prodotta dalle loro vigne di proprietà a Mirabella. In attesa di confrontarci con questa nuova etichetta, restiamo per l’ennesima volta conquistati dal “base”, nel quale confluiscono uve di Montemarano e Castelfranci Alta: se l’apporto del legno troverà maggiore fusione, come crediamo, si paleserà con chiarezza la fibra di un grande rosso appenninico, speziato, terroso e denso di sapore.
Irpinia Campi Taurasini Satyricon ‘09 – Tecce
Paternopoli (AV)
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Era da tempo che non ci capitava tra le mani un aglianico tanto caratterizzato e foriero di spunti esplorando le denominazioni di ricaduta del Taurasi. Questo è un Irpinia Campi Taurasini ma soprattutto un vino di Luigi Tecce, vigneron di rara passione e sensibilità in quel di Paternopoli. Nonostante la vendemmia a dir poco complicata, il suo Satyricon ’09 è un concerto di resina, erbe secche, garrigue, aghi di pino, con un piccolo frutto rosso di delicatezza commovente. In più momenti la mente va al Rodano, quello buono: ha tanto succo e il tannino spigoloso non toglie niente da una progressione di incessante sapore, deliziosa, mai scontata.
Paolo De Cristofaro
06/02/2012
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