a affascinante città. Ad inaugurare l'evento l'Ambasciatore d'Italia, Anacleto Felicani. E nel pomeriggio anche numerosi operatori partecipanti al vicino salone Wine for Asia non hanno perso l'occasione per una full immersion nell'enologia italiana.
Con i suoi cinque milioni di abitanti Singapore è una sorta di città stato che si sviluppa su una sessantina di isole e isolotti, spesso collegati tra loro, tra la Malesia e l'Indonesia. E' uno stato indipendente dagli anni Sessanta, dopo essere stato un possedimento della Corona Britannica, e un importantissimo porto commerciale dal 1700 in poi. E' un paese ricchissimo, il secondo paese più densamente popolato del mondo dopo il Principato di Monaco, il quarto centro finanziario del mondo, e il quinto porto commerciale del pianeta.
Una sorta di Svizzera dei tropici insomma, fatta di grattacieli e giardini tropicali, visitata per lavoro e per turismo da oltre 10 milioni di persone negli ultimi tre anni. Il livello del reddito è uno dei più alti del mondo, e Singapore è oggi il paese più ricco di milionari in dollari in proporzione alla popolazione. Tutto questo per spiegare la straordinaria ricchezza dell'offerta turistica, con alcuni dei più belli e lussuosi alberghi del Sud est Asiatico, e la grande varietà di ristoranti di alto livello, con cucine di tutto il mondo, dalla cinese a quella regionale italiana. Tutto questo concorre a fare di Singapore uno snodo fondamentale per il commercio del vino in tutta l'area.
Oltre ad elevati consumi locali, infatti, Singapore è un hub che riesporta vino (come altri beni, ovviamente) verso la Malesia, Hong Kong, Indonesia, India, Giappone e Thailandia. Gli abitanti di Singapore sono di elevato livello culturale e sono palati attenti ed esigenti, e da sempre hanno a disposizione il meglio della cucina e dell'enologia mondiale.
Qui poi ci sono quasi più riviste di cucina e vino che di finanza! Al nostro evento non mancavano redattori delle principali testate di settore, da Epicure a Eat!, da Cuisine &Wine Asia a Q Magazine, Wine & Dine, o Appetite, per citarne solo alcune. Per non parlare dei numerosi canali televisivi via cavo specializzati, con alcuni dei quali inizieremo un rapporto di collaborazione e scambio di contenuti.
In un mercato dominato dai vini francesi, che rappresentano la punta qualitativa della piramide dei consumi e il primo paese per esportazione (38% del mercato), e da quelli australiani, che sono il secondo paese con il 24% delle quote, e sono in genere vini dal taglio più semplice, per il bere quotidiano, l'Italia del vino è oggi al terzo posto, con più del 6% delle quote di mercato, ed è rappresentata da etichette di elevato livello, presenti nelle migliori carte dei vini e nelle numerose e sofisticate enoteche specializzate della città.
E' una posizione in veloce crescita, dove però siamo tallonati da cileni e neozelandesi, ma si tratta di un mercato - anch'esso in espansione - di circa 22 milioni di bottiglie (nel 2010), metà delle quali riesportate nei paesi vicini. Importatori e stampa specializzata hanno degustato con attenzione i vini dei produttori del Roadshow soffermandosi soprattutto sui vini rossi (65% dei consumi) dal taglio più morbido, sui bianchi aromatici e sugli spumanti, considerati più facilmente accostabili ai piatti delle cucina orientale.
L'edizione inglese di Vini d'Italia è un testo ben noto agli operatori del settore, e a conferma della sua autorevolezza abbiamo ricevuto anche alcune proposte di distribuzione. Affollatissimi, come sempre, i seminari di degustazione, dove quasi tutti gli iscritti erano sommelier professionisti e giornalisti della stampa enologica. E i produttori del Roadshow hanno ricambiato questa attenzione offrendo le loro più importanti bottiglie.
Prossima tappa: Grand Hyatt Hote, Seoul, il 31 Ottobre. Stay tuned!
Marco Sabellico
28 ottobre 2011