Simei 2002. Il convegno sullo standard nazionale di sostenibilità nel vino
Non poteva esserci contesto migliore del Simei per annunciare un’importante novità. A farlo Mauro Poinelli, il capo dell’unità vino della Dg Agri della Commissione Europea che, intervenendo nel corso del convegno di Unione Italiana Vini “Standard nazionale di sostenibilità nel vino: i primi passi” ha annunciato che la Commissione “sta lavorando su una legge quadro, da adottare entro la fine del 2023 Una legge che dovrà stabilire cosa è la sostenibilità e quali devono essere i requisiti minimi affinché un prodotto agroalimentare possa essere commercializzato come sostenibile, sgomberando il campo da ambiguità. A quel punto, si spianerà la strada per arrivare alle certificazioni settoriali, tra cui quella vitivinicola europea”.
“Una notizia che accogliamo con soddisfazione” ha commentato a caldo il segretario generale di Unione Italiana Vini Paolo Castelletti “è quello che chiediamo per armonizzare e aiutare il consumatore a capire se il prodotto è davvero sostenibile. Senza dimenticare che per il produttore, oltra ad essere una garanzia di autenticità con cui presentarsi al consumatore, è anche un’opportunità di marketing”.
Modello Italia per lo standard vino
Il modello per un possibile standard vitivinicolo europeo potrebbe essere proprio quello italiano, come ha sottolineato segretario generale del Ceev Ignacio Sanchez: “L’Italia del vino ha dimostrato di essere la prima della classe. Al momento solo la Spagna sta lavorando in questa direzione e la Francia lo sta facendo sull’agroalimentare, ma non sono ancora arrivate ad un riconoscimento nazionale”. E sull’armonizzazione europea ha ribadito come uno dei problemi da superare sia “l’interpretazione diversa della sostenibilità dei diversi soggetti coinvolti: produttori, retail, Governo e consumatori”. Regole chiare, quindi, e valide per tutti, per non finire nella spirale delle diverse e tantissime certificazioni richieste dai singoli retail. Infine, Sanchez ha puntualizzato che, però, “quello ambientale non è l’unico pilastro di cui tener conto. Sebbene ad oggi sia il più conosciuto”.
Il ruolo di Equalitas
A tal proposito, il presidente del Gambero Rosso Paolo Cuccia ha ricordato il ruolo di Equalitas (la società proprietaria dell’omonimo standard nata dalla collaborazione tra Federdoc, Csqa certificazioni, Valoritalia, Gambero Rosso e 3A Vino) che, già più di sei anni fa, aveva capito l’importanza di considerare i tre aspetti – ambientale, economico e sociale - poi confluiti anche nello Standard nazionale di sostenibilità vitivinicola. “Avevamo intuito che la sostenibilità per alcuni Paesi, soprattutto lì dove le importazioni sono gestiti dai monopoli, sarebbe diventato un vero e proprio lasciapassare. Ma non solo. Oggi anche il mondo delle banche considera le aziende sostenibili più affidabili e, quindi, più meritevoli di credito e punteggi più alti”. Per il segretario AsVis Luigi Di Marco “Le aziende dovranno essere motore della sostenibilità e agenti del cambiamento, con la capacità e il coraggio di vedere nel futuro, ovvero rendere realistico ciò che oggi non lo è”.
a cura di Loredana Sottile
Il focus completo da Simei sul settimanale Tre Bicchieri del 17 novembre 2022.
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