È di scena a Taormina Sicilia en Primeur 2015, la manifestazione promossa da Assovini Sicilia, giunta quest’anno alla XI edizione. All'evento partecipano 40 aziende associate con circa 600 vini in degustazione, tra cui un’anteprima dell’annata 2014. Presenti circa 80 giornalisti di varie parti del mondo. Tra le novità di quest’anno la possibilità, per il pubblico degli appassionati, di degustare i vini delle cantine partecipanti (sabato 18 aprile, dalle 16 alle 22 al Grand Hotel Atlantis Bay di Taormina Mare). Al centro della manifestazione, la sostenibilità e la biodiversità, gli stessi temi che saranno affrontati durante l’Expo, dove il vino siciliano, nell’ambito del Bio-Cluster organizzato dalla Regione Sicilia, avrà un ruolo di primo piano.
Sostenibilità e biodiversità
Alberto Tasca (Tasca d’Almerita) spiega che “la grande sfida futura sarà produrre in modo sempre più rispettoso dell’ambiente. Il concetto di sostenibilità, da 20 anni a questa parte, è diventato patrimonio comune dei produttori siciliani che non a caso hanno aderito a molti protocolli specifici”. Nella regione, per esempio, è stato promosso il progetto Sostain, mentre altre aziende hanno aderito ai protocolli nazionali di sostenibilità quali Tergeo, Magis, etc… Lo sfondo di queste scelte è l’82% delle superfici vitate trattate con i sistemi della lotta guidata e integrata oppure la certificazione biologica; inoltre l’89% degli associati di Assovini ha scelto impianti per la produzione di energia pulita e il 64% adotta soluzioni per il risparmio energetico, mentre il 46% è impegnato nella riduzione dei rifiuti e il 61% dispone di certificazioni ambientali. La Sicilia poi è la terra della biodiversità, dove le cantine mediamente coltivano 9,57 vitigni diversi tra internazionali ad autoctoni, il 30% degli associati conduce sperimentazioni nei vigneti delle quali 7 su 8 riguardano proprio i vitigni locali e il 61% utilizza in vinificazione lieviti autoctoni.
Imprese giovani e al femminile
È un’impresa sempre più al femminile dice Mariangela Cambria, vicepresidente di Assovini e titolare dell’azienda Cottanera, sottolineando che “se un tempo la donna sosteneva soprattutto il marito impegnato nei vigneti o in cantina, oggi è sempre più spesso una manager che gira il mondo”. E non basta. Aggiunge Lilly Ferro, delegata regionale dell’associazione Donne del Vino e responsabile estero della Fazio Wines: “Adesso il ruolo femminile non è solo nell’area commerciale o dell’accoglienza, ma anche nella professione di enologo o agronomo”. La Sicilia del vino mostra anche la sua capacità di reinventarsi e restare giovane, come dice Alessio Planeta (Planeta) “Nell’arco di una sola generazione la Sicilia è cambiata profondamente, trasformandosi da regione orientata alla quantità ad una incentrata sulla qualità”.
Una nuova enologia unitaria e qualitativa
Sul ruolo di Assovini in questo cambiamento mette l’accento Laurent Bernard de la Gatinais (Rapitalà): “L’associazione ha favorito la creazione di una squadra accomunata dalla mentalità imprenditoriale. La sfida per il futuro sarà passare da marchio di grande attrazione a classico dell’enologia mondiale”. Conclude il presidente Francesco Ferreri, ricordando che “Assovini ha permesso di presentare al mondo, grazie anche a Sicilia en Primeur, un’immagine dell’enologia siciliana unitaria e qualitativa. Non a caso oggi è l’unica realtà associativa regionale a rappresentare un fatturato di 250 milioni di euro ripartito su circa 70 soci che rappresentano l’80% del vino siciliano imbottigliato”.
a cura di Andrea Gabbrielli
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 16 aprile.
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