Sicilia en Primeur, ecco come si presenta l'Isola all'appuntamento con i suoi vini

28 Apr 2017, 12:30 | a cura di

Mentre รจ in corso Sicilia en Primeur e l'anteprima dei vini siciliani, facciamo il punto sulla viticoltura della regione. In primo piano sostenibilitร  e progetti territoriali, con la valorizzazione dei vitigni autoctoni e della aree archeologiche, mentre crescono la Doc Sicilia e quella dell'Etna


Sicilia en primeur 2017

La XIV edizione di Sicilia en Primeur,iniziata il 25 aprile andrร  avanti fino al 29 aprile quando, a partire dalle ore 18.30, lโ€™evento riservato alla stampa nazionale e internazionale sarร  aperto anche al pubblico dei wine lovers, i quali potranno degustare i vini delle 50 aziende partecipanti.

Il baricentro della manifestazione รจ il parco Radicepura situato a Giarre, in provincia di Catania, a metร  strada tra lโ€™Etna e il Mar Ionio. Fondata da Venerando Faro (la famiglia ha poi fondato anche la cantina Pietradolce), lโ€™azienda รจ uno dei punti di riferimento del florovivaismo internazionale. Si estende per 5 ettari, vanta 3000 specie di piante e ha una Banca dei Semi. Durante Sicilia en Primeur sarร  possibile visitare giardini site-specific, di circa 150 metri quadrati ciascuno, realizzati da quattro garden designer di fama internazionale in occasione del Radicepura Garden Festival (21 aprile โ€“ 21 ottobre 2017).

Nel corso della kermesse vitivinicola, oltre alle degustazioni dei vini della vendemmia 2016, si parlerร  del legame tra paesaggio vitivinicolo, la storia millenaria dellโ€™isola e l'obbligo etico di difendere questo patrimonio per tramandarlo alle future generazioni. โ€œUna produzione che rispetti lโ€™ambiente e tuteli il territorio รจ una tematica sempre piรน fondamentale per la viticoltura e in special modo per le aziende di Assovini Siciliaโ€ afferma Francesco Ferreri, presidente di Assovini Siciliaโ€œPoter organizzare il nostro evento sullo sfondo del Radicepura Garden Festival รจ unโ€™opportunitร  irrinunciabile che ci permette di trasmettere i nostri valori di responsabilitร  ambientale su scala internazionaleโ€. Assovini, a cui sono associate 78 aziende che esprimono un valore di circa 300 milioni di euro, prevede che nel 2017 ci sarร  una crescita nelle vendite pari al 5-6%. โ€œPossiamo contare su una qualitร  dei vini che migliora ogni anno, grazie anche alla sempre maggiore attenzione che le aziende hanno per la sostenibilitร โ€ conclude Ferreri.

 

Lโ€™Alleanza per la vitivinicoltura sostenibile

Proprio in ottica sostenibile รจ nata in Sicilia lโ€™Alleanza, composta da un primo gruppo di sei aziende (Cos, Terre di Noto, Cantine Settesoli, Planeta, Tasca dโ€™Almerita e Tenuta Santo Spirito) e a cui prossimamente se ne aggiungeranno altre, che ha come base Sostain, il primo programma specifico di sostenibilitร  per la vitivinicoltura, volontario e proattivo, nato nel 2010. Al di lร  delle scelte produttive di ognuna (regime tradizionale, biologico, integrato, ecc.) le aziende hanno in comune lโ€™attenzione โ€œal benessere dei lavoratori e la salute dei consumatori, il coinvolgimento delle comunitร  locali, la valorizzazione del territorio circostante, la conservazione delle risorse naturaliโ€. Inoltre, il progetto Sostain (vedi www.sostain.it) inizialmente sperimentato dalla sola Tasca dโ€™Almerita e poi fatto proprio dalle altre aziende, รจ stato integrato con il programma nazionale del Ministero dellโ€™Ambiente VIVA per il calcolo degli indicatori Aria, Acqua, Vigneto e Territorio (carbon footprint, waterfootprint, ecc.). Dice Alberto Tasca, ad di Tasca dโ€™Almerita: โ€œIl progetto Sostain รจ diventato una bussola non solo della nostra azienda ma, per certi versi, anche delle nostre vite, visto che si tratta di un percorso nel quale viene misurato lโ€™impatto che ogni azione provoca a 360ยฐโ€.

 

Nuove opportunitร , vecchi vitigni

Altro progetto sostenibile legato alla viticoltura siciliana รจ la valorizzazione delle specie autoctone. Durante lo scorso Vinitaly, lโ€™Assessore regionale allโ€™agricoltura Antonello Cracolici, ha annunciato che รจ pronto lโ€™iter per lโ€™iscrizione di 10 vitigni nel Catalogo nazionale delle viti. Si tratta di un primo gruppo di cui fanno parte: 4 rappi, catanese bianca, inzolia nera, lucignola, orisi, prunestra, recuno, reliquia bianca, usirioto e vitrarolo, salvati dallโ€™estinzione. Dopo lโ€™iscrizione, e la moltiplicazione da parte dei vivaisti, queste uve potranno essere impiantate e vinificate dalle aziende, diventando cosรฌ una nuova opportunitร  per la vitienologia regionale. โ€œLa Sicilia si conferma come culla di biodiversitร , prima tra le regioni italiane insieme alla Calabriaโ€ ha commentato lโ€™assessore Cracolici.

 

Lo stato dellโ€™arte della Doc Sicilia

Nonostante sia entrata in vigore soltanto con la vendemmia 2012, la Doc Sicilia รจ giร  diventata una delle piรน importanti denominazioni italiane per volumi di imbottigliamento. Una smentita per chi, sino a non molto tempo fa, preconizzava un futuro gramo per il vino regionale e ancor di piรน per le altre Doc territoriali esistenti, a causa della creazione della Doc Sicilia. โ€œNel 2016, รจ cresciuta dell'11% rispetto all'anno precedente e ha raggiunto i 26 milioni e 800mila bottiglie con 201 mila ettolitri di imbottigliatoโ€ sottolinea Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio di tutelaโ€œIl tutto senza togliere nulla ai vini Igt Terre Siciliane e alle altre Doc che vedono aumentato il volume del loro imbottigliato".

Inoltre, lโ€™obbligo di etichettatura dei vini Grillo e Nero d'Avola, esclusivamente con la Doc Sicilia, permette giร  sin dโ€™ora di esercitare dei controlli a partire dai vigneti. รˆ un passaggio importante, seppur arrivato in ritardo come del resto la Doc Sicilia, che dร  una protezione a due tra i piรน rappresentativi vini della regione. "La garanzia di una migliore qualitร  del vino e un maggior controllo dellโ€™intera filiera di produzioneโ€ spiega il presidente del Consorzio Antonio Rallo โ€œsono stati un risultato che abbiamo raggiunto coinvolgendo le realtร  della cooperazione e le piccole e grandi aziende, anche per riconoscere ai viticoltori siciliani il giusto valore all'uvaโ€. Nel 2016 la Doc Sicilia (201.000 hl) รจ stata rivendicata su oltre 10.600 ettari della superficie vitata regionale ed รจ stata utilizzata da 134 cantine, mentre la superficie totale del vigneto siciliano รจ risultata di 97.900 ettari con una superficie denunciata di 81.000 ettari dei quali 4.000 con denunce di produzione pari a zero.

 

Crescono i vini del vulcano

Tra le altre denominazioni dell'Isola, menzione a parte merita la Doc Etna. Allโ€™ultima manifestazione Contrade dellโ€™Etna, lo scorso 3 aprile, erano quasi 90 le aziende del territorio che hanno presentato vini in degustazione. Gli ettari rivendicati dalla denominazione crescono da 680 ettari del 2014 ai 778 del 2015 e aumenta, sempre negli stessi anni, lโ€™imbottigliamento da 12.370 a 17.800 ettolitri: la viticoltura etnea pur essendo una parte assai circoscritta di quella regionale, sta continuando a mietere successi. Lโ€™ultima azienda in ordine di tempo che ha deciso di produrre sullโ€™Etna รจ la trapanese Cantine Europa, una delle piรน grandi cooperative siciliane a cui aderiscono oltre duemila soci. La nuova impresa, nata dalla fusione di due aziende esistenti, รจ stata denominata Due Sorbi e ha sede a Valverde in provincia di Catania. Dotata di una moderna cantina con una capacitร  di 6.000 ettolitri, produrrร , oltre ai vini dellโ€™Etna, anche spumanti sia metodo classico che metodo Martinotti. La nuova azienda, che acquisterร  le uve sul mercato, dovrร  camminare sulle proprie gambe e non peserร  sui bilanci di Cantine Europa.

 

Il libro sul vigneto siciliano

Il volume Identitร  e ricchezza del vigneto siciliano si basa su una ricerca mai effettuata in precedenza, nata con lโ€™obiettivo di fornire viti di migliore qualitร , genetica e sanitaria, e di reintrodurre vitigni minori di cui si era persa la memoria. La ricerca, iniziata nel giugno 2003, permise di raccogliere una mole imponente di dati: circa 7.000 piante controllate in tutto il territorio regionale, 480 vigneti studiati, 90 comuni interessati, oltre 2600 test ELISA per la ricerca delle virosi. Grazie alla ricerca, per esempio, รจ stato possibile individuare dei biotipi qualitativamente piรน complessi dal punto di vista polifenolico (nero dโ€™Avola, frappato, grillo, ecc.) rispetto a quelli esistenti. รˆpossibile effettuare il download gratuito del volume a questo link.

 

Sostenere il Parco di Selinunte

Infine, uno sguardo alla valorizzazione del territorio e del suo patrimonio artistico. Tra qualche giorno, nella prima decade di maggio, il versante est della cinta muraria dellโ€™Acropoli di Selinunte sarร  finalmente illuminato come si deve. La campagna Cantine Settesoli per Selinunte, finanziata attraverso la vendita di bottiglie di vino Doc Sicilia in Gdo, sta dando i suoi primi frutti concreti. Il primo stanziamento - โ‚ฌ24.000 - รจ stato subito speso per lโ€™impianto di illuminazione, il secondo - โ‚ฌ42.000 -riguarderร  la manutenzione del tempio di Apollo e poi via via, man mano che i fondi saranno disponibili e i bandi per i lavori approvati, si continuerร  ad investire in migliorie del piรน grande parco archeologico dโ€™Europa (310 ettari). Un modo di โ€œrestituireโ€ al territorio, da parte di Settesoli, che permetterร  di fare manutenzione e renderร  piรน accogliente il sito. Anche la biodiversitร  viticola siciliana continua ad essere una delle fonti di ricchezza del territorio.

Il Parco si puรฒ sostenere non solo con lโ€™acquisto del vino ma anche facendo un bonifico bancario su IBANIT75Y0200881830000104621411, intestato a โ€œParco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusaโ€. La donazione permette di detrarre dalle tasse il 65% (Art. Bonus). Per ricevere il beneficio fiscale รจ necessario specificare nella causale โ€œArt. Bonus โ€“ Parco di Selinunteโ€ seguito dal codice fiscale o dalla partita Iva.

 

 

a cura di Andrea Gabbrielli

 

 

Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 27 aprile

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