Una delle sorprese più rilevanti, nel mondo dei vini fortificati, è la resistenza che lo Sherry mostra sul suo mercato interno. A differenza dei suoi compagni di viaggio, Madeira e Porto, lo Sherry gode di un forte supporto tra i consumatori spagnoli. Gli ultimi dati sul magazine inglese World of Fine Wine non mentono: le vendite di Madeira sono calate del 17 per cento dal 2004 al 2023, mentre il Porto ha subito una flessione del 25 per cento tra il 2006 e il 2021. Lo Sherry, invece, nonostante un crollo globale delle vendite di circa il 50 per cento dal 2004 al 2022, è riuscito a mantenere un’importante riserva di acquirenti nel proprio Paese d’origine. Il 35 per cento delle vendite si concentra infatti sul mercato spagnolo, un dato che lo distingue nettamente dagli altri vini fortificati che invece trovano pochissimo riscontro tra i consumatori locali.
Sherry batte Porto e Madeira
Il legame tra lo Sherry - o meglio, Jerez - e la Spagna si è cementato negli anni Ottanta, quando il suo consumo interno ha registrato una crescita significativa, rimanendo poi stabile nei decenni successivi. A differenza di Madeira e Porto, prodotti quasi esclusivamente per l’esportazione, lo Sherry è riuscito a rimanere una bevanda amata in patria. La sua popolarità tra gli spagnoli è dovuta in gran parte a stili freschi e leggeri come il Fino e la Manzanilla, apprezzati per il loro carattere secco e la versatilità, perfetti come aperitivo ma anche come compagni ideali di una vasta gamma di piatti locali. Questa particolare affinità con la cucina spagnola ha giocato un ruolo cruciale nel mantenere viva la domanda interna, rendendo lo Sherry una scelta comune sulle tavole di ristoranti e bar.
Il Consiglio regolatore dello Sherry ha dimostrato una certa lungimiranza nel cercare di adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Nel 2021, racconta il giornalista Simon J. Woolf, sono state introdotte nuove regole che permettono di produrre Fino e Manzanilla senza la tradizionale fortificazione, a patto che i vini raggiungano naturalmente il 15% di alcol. Questo cambiamento, facilitato dall'aumento delle temperature nella parte meridionale dell'Andalusia, a Jerez, rappresenta una significativa apertura verso una produzione più naturale e meno dipendente dall'intervento umano. Non solo: l’introduzione di vitigni storici e la possibilità di attingere a uve da aree geografiche più ampie ha creato nuove opportunità per gli Sherry di terroir. Ad esempio, produttori come Bodegas Luis Pérez o Raúl Moreno stanno esplorando la possibilità di produrre vini non fortificati che mantengano il carattere unico della regione, mentre altri, come Bodegas Tradición, puntano su una premiumizzazione dei loro prodotti, concentrandosi su stili invecchiati Vos e Vors (oltre 20 e 30 anni di invecchiamento).
Un esempio per Madeira e Porto?
Mentre lo Sherry si evolve, Madeira e Porto si trovano in una situazione più complicata. Il problema principale per questi vini, oltre alla scarsità di un mercato interno, è legato a una regolamentazione rigida e a modelli di produzione che scoraggiano l'innovazione. A Madeira, solo otto produttori dominano il mercato, e l’industria è strettamente controllata dall'Instituto do Vinho, do Bordado e do Artesanato da Madeira (Ivbam), che limita le possibilità di nuovi ingressi. Le uve sono spesso di qualità discutibile, e la produzione si concentra su stili a basso costo che non riescono ad attrarre nuovi bevitori. A Porto, la situazione non è molto diversa: i piccoli produttori continuano a lottare per trovare il loro spazio in un mercato dominato da grandi case storiche, e anche qui, la mancanza di innovazione e l’elevata gradazione alcolica – spesso accompagnata da una notevole dolcezza – rendono il Porto meno attraente per il consumatore moderno.
Infatti, nonostante l’incantevole Valle del Douro, dove il Porto prende vita, le vendite globali sono scese del 25 per cento tra il 2006 e il 2021. Anche qui, il mercato interno è marginale, con i portoghesi che preferiscono bevande più leggere e meno alcoliche. Lo Sherry, invece, sembra essersi affrancato dalle difficoltà che tormentano gli altri fortificati. La sua identità, profondamente radicata nella cultura spagnola, e le recenti innovazioni lo posizionano come un grande esempio: «Il nostro futuro è nel mantenere un forte legame con la tradizione, ma senza paura di cambiare», affermano i produttori di Jerez sul magazine inglese. Riuscirà lo Sherry a mantenere questa posizione di vantaggio anche nei prossimi decenni? Di certo, il mercato locale sembra dargli ragione.