Non solo Cina. Anche la Russia minaccia nuove rappresaglie nei confronti del vino europeo. In particolare, Maxim Chmora del Servizio doganale federale russo ha paventato la possibilità di tariffe del 200% sui vini importati dai Paesi Nato in risposta alle sanzioni occidentali per l’invasione dell'Ucraina. E, secondo quanto riportato dalla rivista Decanter, Mosca prevede anche una tariffa del 50% sui vini provenienti da altri "Stati ostili". La proposta viene direttamente dall'Associazione dei produttori e dei viticoltori russi che nei mesi scorsi aveva chiesto un inasprimento dei dazi sui vini provenienti dai Paesi Nato.
Da maggio sono aumentate anche le accise
Gli eventuali dazi andrebbero ad incrociarsi con il progressivo aumento delle accise sulle bevande alcoliche (vodka esclusa) già in atto dal primo maggio, con nuovi incrementi previsti fino a gennaio 2026. Se prima l’accisa sui vini fermi era fissata a 34 rubli al litro, adesso è di 108 rubli, per poi passare a 112 rubli da gennaio 2025 e a 116 rubli da gennaio 2026. Ancora più preoccupante il dato per i vini spumanti, passata da 45 rubli al litro a 141 rubli e destinata ad arrivare a 153 rubli nel 2026, con aliquote ridotte solo per i vini spumanti russi.
Il combinato dazi-accise potrebbe essere fatale per i vini provenienti dall’Europa. I primi effetti – in questo caso positivi – si son visti con l’aumento delle importazioni dall’Italia nel mese di marzo: per il vino +142,6% a valore nel primo trimestre. Una chiara volontà da parte degli importatori russi di fare scorte prima dell’entrata in vigore delle accise, che fa presagire un crollo nei prossimi mesi.