Movimenti importanti nel mondo dei disciplinari di Barolo e Barbaresco. Proprio nei giorni scorsi il Consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani ha approvato alcune modifiche al disciplinare che, però, saranno effettive se, e solo se, i produttori saranno d’accordo. E per far ciò serve la maggioranza.
Un disciplinare obsoleto
Tra le proposte di modifica, la più urgente è la limitazione della zona di imbottigliamento per Barolo e Barbaresco (che per legge deve coincidere con la zona di vinificazione). L’obiettivo è tutelare le denominazioni da un punto di vista tecnico e commerciale. Il disciplinare, infatti, essendo stato redatto negli anni Sessanta su alcuni punti risulta obsoleto perché non pone limiti all’imbottigliamento.
All’esame ci sono anche l’interscambiabilità e la reciprocità tra le due zone - Barolo e Barbaresco - per la vinificazione e imbottigliamento. «La modifica, qualora venisse approvata» si legge nella nota del Consorzio «consentirebbe di poter vinificare ed imbottigliare il Barolo nell’area di produzione del Barbaresco e viceversa, con l’esclusione dei territori siti nella parte sinistra del fiume Tanaro. Si precisa che la zona di produzione delle uve rimane invariata per le due denominazioni, come prevista dal 1966».
Novità anche in ottica climate change
Tra le altre proposte, l’eliminazione del divieto di impiantare vigneti di nebbiolo atti a Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti a Nord. Una proposta che guarda in faccia le problematiche odierne attorno al cambiamento climatico.
«Questo» ci tiene a precisare il Consorzio «non implicherà in nessun modo l’aumento di tale superficie, ma fornirà solamente una possibilità agronomica in più per i produttori».
Menzioni comunali per il Barbaresco
Infine, al vaglio ci sono anche l’aggiunta delle menzioni comunali per la denominazione Barbaresco, come già avviene per il Barolo, e infine l’utilizzo di grandi formati (superiori ai 6L). La modifica permetterebbe ai produttori di utilizzare formati di capacità superiore e sino a 18 lt anche per la vendita, come avviene già per i vini confezionati in recipienti fino ai 6L.
«Su questi punti di modifica» precisa il Consorzio «saranno solamente i produttori a prendere una decisione finale, attraverso la raccolta firme: 66% della superficie totale dei vigneti oggetto di dichiarazione produttiva e 51% della produzione imbottigliata nell’ultimo biennio».