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THE BEST IN ROME & LAZIO
Tutto รจ iniziato a novembre, con la preparazione del terreno. A occuparsene, 9 studenti del quinto anno dell'Istituto Agrario Garibaldi di Roma. Adesso รจ iniziata la seconda fase, con la messa a dimora delle barbatelle: 38, che occupano lo spazio esterno del Museo Etrusco di Roma. Nulla di strano, se si tiene conto che la sede museale, l'attuale Villa Giulia, nasce come Vigna Julia: cosรฌ infatti la chiama anche il Vasari nelle sue Vite, attribuendosene la primogenitura del progetto quando afferma di essere statoย โil primo che disegnasse e facesse tutta l'invenzione della Vigna Juliaโ. Insomma qui le viti ci sono da sempre, da quando papa Giulio III, al secolo Giovanni Maria Ciocchi del Monte, umanista e amante delle arti, fece edificare la villa come buen retiro in quel che nel Cinquecento era un'area agricola appena fuori porta. Nel suo giardino, tre vigne ben tenute, che oggi il progetto legato ai Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento โ i Pcto, insomma l'ex alternanza Scuola Lavoro - vuole far tornare in vita. Tracciando un filo rosso tra passato e presente, โun ritorno alle originiโ lo chiama il direttore del museo Valentino Nizzo.
L'impianto delle vigne
Le barbatelle appena piantate diventeranno ben presto un piccolo vigneto con viti ad alberello, di due varietร : Sangiovese e Malvasia del Lazio, โsembrano le coltivazioni piรน antiche documentate dalle fonti, e sembrano avere, specialmente il Sangiovese, le caratteristiche delle viti anticheโ, spiega Valentino Nizzo. La produzione del vino, infatti, รจ strettamente collegata al lavoro di ricerca e di studio del passato in una forma di archeologia sperimentale estremamente vivace e appassionante ,affidata agli agronomi in erba del Garibaldi che a partire da quest'anno sono stati coinvolti.
Il vino di Villa Giulia
Non si sono dati una data di scadenza: โper ora abbiamo cominciato, coinvolgendo gli studenti del quinto anno, cui nei prossimi mesi si affiancheranno quelli del quartoโ spiegano dal museo. Accadrร in primavera, probabilmente, quando si vedranno i primi risultati in campo. Allora ci sarร il passaggio del testimone. Per la vendemmia, invece, occorre attendere ancora un po'. Il professor Francesco Nardi, che segue il progetto, auspica si riesca giร nell'autunno 2023. Raccolta e vinificazione, con una produzione minima, 70-80 bottiglie, ma abbastanza per dare concretezza e sostanza a un progetto sperimentale che per ora si muove su un doppio binario: da una parte l'aspetto pratico, piรน specificatamente agricolo, dall'altra quello storico documentario, qui il museo interviene nella formazione storico archeologica anche attraverso le fonti, cercando di seguire le fasi di lavorazione come si faceva nell'antichitร . A indicare la strada, i molti reperti e documenti conservati nel museo, testimonianza dell'attivitร vitivinicola etrusca che illuminano sulle pratiche e le abitudini del passato: โnelle nostre collezioni"ย diconoย "ci sono numerosissimi esemplari che afferiscono al tema del vino e dei banchetti". Oggetto, in un secondo momento anche di appuntamenti culturali a tema, all'interno dei quali potrebbero anche inserirsi degustazioni guidate del vino etrusco di Villa Giulia: โprevediamo che il consumo del vino possa avvenire all'interno di iniziative culturali che coinvolgano il pubblico di visitatori e appassionati, ma non escludiamo nulla, neanche possibili sviluppi commercialiโ,ย secondo un'idea di museo aperto alla comunitร . Molto รจ ancora da decidere, incluso chi si occuperร della vinificazione. Porte aperte, dunque, alle cantine interessate a produrre il nuovo vino etrusco.