L'undicesima edizione del Top Italian Roadshow conferma il buon momento del vino tricolore all'estero. Il via del tour era arrivato a novembre da Taipei, poi Osaka, la prima volta a Città del Capo, quindi si è spinto oltre il centesimo Meridiano Est, alla volta di Hanoi, Singapore e infine Sydney, la città più popolata dell'Australia, un tempo colonia penale. Anche quest'ultimo trittico che chiude il giro 2016/2017 è stato occasione per premiare i migliori ristoranti all'estero per la guida Top Italian Restaurants.
L'enogastronomia italiana in Vietnam: la prima volta ad Hanoi
Il Vietnam si conferma, in prospettiva, tra i mercati del vino più interessanti. Ben 350 persone hanno celebrato il primo evento del Gambero Rosso ad Hanoi, mettendo in campo un interesse vero sul vino: grande attenzione per i dettagli e altissima curiosità confermata dalle tantissime domande, che hanno puntellato i tre seminari condotti da Marco Sabellico e da chi scrive. "Qui c'è un ottimo potenziale, la classe media avanza, ha capacità di spesa. I numeri non sono ancora importanti perché non esiste la grande distribuzione, ma in prospettiva ci sono tutte le condizioni per costruire un futuro solido per il vino italiano", commenta Pier Paolo Demaestri della Viet - It Wines Import, la sola compagnia che importa esclusivamente vino italiano, con 25 aziende rappresentate. La tassazione frena ancora i consumi: al 50% di dazi, si aggiunge una tassa del 30% applicata sui beni di lusso, poi l'iva al 15%. "È un mercato da presenziare con costanza, ci vuole una strategia di lungo periodo, considerando anche che nel 2018 dovrebbe entrare in vigore l'accordo di libero scambio tra Ue e Vietnam, un possibile volano per i nostri vini", sostiene Cecilia Piccioni, l'ambasciatore italiana in Vietnam, l'unica ambasciatore tricolore donna in tutta l'Asia.
Durante la cerimonia d'apertura premiato Paolo De Piaggi, friulano, in Vietnam da 20 anni. Il suo Da Paolo Westlake è il miglior ristorante italiano in città in accordo alla guida Top Italian Restaurants. "Dovevo stare sei mesi, ma ho trovato un Paese completamente diverso, non allineato, dove non regnava il mercato. All'inizio anche i ristoranti erano statali, oggi è cambiato tutto. La disponibilità di materie prime italiane sta diventando sempre più agevole, i vietnamiti sanno sempre più riconoscere la qualità e sono sempre più attenti all'origine di ciò che assaggiano", chiosa Paolo.
Singapore, la città più preparata dell'Asia
Singapore fa storia a sé anche in tema di vino. La conoscenza media è nettamente superiore alla media asiatica: si bevono grandi etichette, si beve maturo, si beve sempre più Italia. La sesta volta del Gambero Rosso a Singapore ha registrato oltre 700 presenze nella chiesa del complesso Chijmes. Singapore è il terzo Paese per ricchezza procapite, dopo Qatar e Lussemburgo, il consumo è orientato sul segmento medio-alto, con una storica preferenza per i rossi. Ma qualcosa sta cambiando nella percezione comune. "Quest'anno sono rimasto completamente sorpreso dalla qualità media dei bianchi proposti. Non siamo abituati ad assaggiare bianchi italiani di questo livello. È una rivoluzione: Vermentino, Fiano e Verdicchio in testa agli assaggi", afferma Lim Hwee-Peng della Wine Craft, che ha commentato i seminari, suggerendo una serie di abbinamenti con specialità locali. A dare il benvenuto alle 60 cantine italiane Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo Economico: "Singapore ha un enorme potenziale perché è una porta sull'Asia, con più di 600 milioni di persone. Siamo quinti sul mercato cinese, partiamo da un'ottima base, ma possiamo fare di più. L'Italia è il primo produttore di vino al mondo, ma dobbiamo lavorare sul prezzo medio che è ancora troppo basso. Dobbiamo educare il cliente, informarlo che vino italiano vuol dire estrema qualità. Voi produttori avete un modo unico di rappresentare i vostri territori, veicolate valori che vanno oltre al vino, al nostro modo di vivere... Dobbiamo dire al mondo che siamo una squadra fortissima".
Ad accompagnare gli oltre 250 vini in assaggio, una serie di primi piatti realizzati da Barilla, grazie a una stazione ad hoc. In tema di ristorazione, Singapore vanta uno scenario estremamente competitivo, a partire dai locali italiani. Premiati come migliori ristoranti in città Gattopardo Ristorante di Mare, aperto nel 2010 dal siciliano Lino Sauro, e Buona Terra, raffinato esempio di cucina tricolore grazie al giovane chef Denis Lucchi e il sommelier Gabriele Rizzardi. La migliore carta dei vini è quella dell'Osteria Mozza, una selezione contemporanea che abbraccia tutte le regioni italiane e i diversi stili, sfruttando al meglio la tecnologia Coravin sulla mescita.
Sydney, tappa ad alto grado di competitività
Da Singapore ci siamo spostati in Australia e abbiamo constatato che più ci si allontana dai confini nazionali, più cresce la domanda d'Italia. Lo testimonia l'entusiasmo raccolto a Sydney durante l'ultima tappa del Top Italian Wines Roadshow 2016/2017. Da una parte, la comunità italiana, numerosa, compatta, protagonista di uno scenario enogastronomico tra i più competitivi a livello mondiale. Dall'altra, il pallino dell'Italia nelle scelte dei consumatori locali, nonostante la grande tradizione viticola, con carte dei vini e winebar che accolgono sistematicamente bottiglie dalle nostre regioni. A fine giornata, 680 le presenze registrate, con un'alta percentuale di importatori, ristoratori e blogger. "Non ero importato e ora mi trovo a scegliere tra due contatti giusti. Devo capire se prendere un grande importatore o uno più piccolo ma capace di seguirmi meglio", commenta soddisfatto Paolo Leo della cantina omonima.
Alta attenzione per i premi comunicati durante l'evento di Sydney: il premio per la migliore pizza va a Pizza Lucio, un autentico disco napoletano a 16 mila chilometri di distanza; il miglior wine bar è 121BC, con una mescita che abbraccia tutte le regioni italiane, un unicum; la migliore carta dei vini è quella di Pilu at Freshwater, ristorante di cucina sarda sulla spiaggia dov'è nato il surf: nemmeno in Sardegna si trova una carta tanto profonda, ragionata, finemente descritta; infine, il miglior ristorante in città è LuMi, grazie al giovane e brillante Federico Zanellato, che ha lavorato per anni con Heinz Beck alla Pergola, protagonista di una strepitosa cucina italiana con visione internazionale e con un delizioso twist giapponese.
a cura di Lorenzo Ruggeri