"Vi racconto come un gruppo di pionieri ha rivoluzionato la Ribolla di Oslavia". Intervista al vignaiolo Marko Primosic

20 Lug 2024, 14:17 | a cura di
La macerazione ha cambiato per sempre la Ribolla. Marko Primosic racconta al Gambero Rosso l'intuizione di un gruppo di pionieri

Marko Primosic, seconda generazione delle tre presenti in azienda,ย indica un punto tra i vigneti circondati da alberi e le strade, a circa 500 metri tra noi. ยซVedete quella zona? Li finiva il mondo occidentaleยป, aldilร  del confine, fino al 1992 cโ€™era la Jugoslavia. Ci troviamo nel Collio, una mezza luna verde allโ€™interno della regione del Friuli caratterizzato da boschi e vigneti. ยซNel Collio non si รจ sviluppata nessuna grande cittร , ma in compenso il territorio si รจ salvato dalla viticoltura intensiva e dai disboscamenti e sono rimaste queste zone verdiยป sorride Primosic. La sua azienda si trova nellโ€™areale di Oslavia, dove la Ribolla Gialla ha trovato un terreno dโ€™elezione. Ma questโ€™uva รจ anche vocata per la macerazione sulle bucce: ยซperchรฉ - spiega Marko - asseconda la vocazione del vitignoยป. L'enclave dei viticoltori di Oslavia รจ diventata cosรฌ un punto di differimento per il mondo del vino e ha contribuito a delineare i tratti stessi della macerazione dando vita a vini che sono indissolubilmente uniti a questa zona di cui Primosic รจ stato testimone diretto.

Questo articolo รจ stato pubblicato nel mensile di luglio del Gambero Rosso

Marko, come si รจ evoluta la produzione qui a Oslavia?

Cโ€™รจ stato il passaggio da vino contadino -non lo dico come un offesa, ma solo per dare unโ€™immagine- a uno piรน tecnico negli anni Sessantaย fino ai vini "bianchi carta" degli anni Settanta. Ogni epoca ha avuto i suoi eccessi come negli anni Novantaย in cui regnava unโ€™impostazione โ€œborgognonaโ€. E poi siamo arrivati ai vini territoriali che produciamo oggi.

In questo percorso la Ribolla รจ stato un vitigno importante per la storia dellโ€™azienda e non soloโ€ฆ

Pur essendoci state nel tempo tante mode e tendenze, sulla ribolla cโ€™รจ stato un filo conduttore e un sfida intrinseca che hanno puntato non solo a produrre questa varietร , ma anche di poterla farla diventare un vino importante. Un desiderio che si รจ espresso dagli anni Sessanta, quando si voleva fare un vino senza difetti con un vitigno a bacca grande: si trattava di una vera sfida sul fronte della concentrazione degli aromi.ย  Negli anni Novanta cโ€™รจ poi stato un uso smodato della barrique, fino ad arrivare al 1996 in cui usavamo la feuillette (una botte dalle dimensioni addirittura piรน piccole della barrique) che ha portato ad un vicolo cieco in quanto ne uscivano vini che non riuscivano mai ad evolversi, dato che lโ€™uso del legno con questo vitigno era un match non riuscitissimo.

A quel punto cosa รจ successo?

Nel 1996 cโ€™รจ stata una delle peggiore grandinate mai viste con notevoli danni alla produzione che ha creato una situazione "di sospensione". In unโ€™annata cosรฌ disastrosa ti ritrovi ad avere tempo per riflettere; e quando non sai dove andare, guardi indietro e torni alle radici. A quel punto abbiamo ripreso quello che facevano i nostri nonni riguardo alle bucce, dandogli continuitร  a quelle pratiche consolidate.

Cosa ha rappresentato questa scelta?

รˆ stato come arrivare a uno stato di consapevolezza. Siamo tornati a guardare al passato e rivalorizzare la buccia. Abbiamo quindi iniziato un percorso per esaltarne il potenziale. Un movimento pionieristico che in alcuni casi forse รจ andato un poโ€™ oltre, ma che ha portato a realizzare dei vini macerati con punti di orientamento piรน solidi e su una strada piรน consapevole. Non solo: ci ha permesso di oltrepassare paletti come lโ€™uso di minor solforosa. Terminata lโ€™era pionieristica, ora cโ€™รจ una maturitร  del territorio e si bevono vini decisamente molto buoni.

รˆ stato un percorso lungo?

Se pensiamo alle vendemmie del 2009-2010 come il momento in cui si รจ arrivati a questa consapevolezza, si capisce come ci รจ voluto un bel po' di tempo. Detto questo, perรฒ, va tenuto a mente che nel mondo del vino si puรฒ fare una sola vendemmia lโ€™anno, quindi si ha una singola opportunitร  nell'arco dei 365 giorni: ce ne sono sono servite diverse, di vendemmie, per arrivare a produrre i vini di oggi.

Come si รจ potuto raggiungere questo risultato?

Oslavia ha sempre avuto una dimensione di dinamismo attivo fatto di rapporti ottimi tra produttori. In questo contesto ci sono state anche due figure importanti, mi riferisco a Gravner e a Radikon. Sono andato Stanko Radikon e gli ho espresso il mio desiderio di fare qualcosa per la Ribolla. Il dialogo e la convinzione che fosse importanteย mettere insieme lโ€™esperienze di diversi produttori ha portato alla nascita dell'Associazione produttori della ribolla di Oslavia.

Cosa vi ha unito?

La voglia di raccontare il territorio e questo vitigno, di mettere regime delle esperienze. Anche perchรฉ se vai a cercare qualcosa di scritto nella letteratura enologica riguardo a questo tipo di vino, troverai poco o niente. Mettere assieme queste esperienze ha aiutato una crescita complessiva di tutto il territorio di Oslavia. Allโ€™inizio non cโ€™era una visione ben chiara, ma piuttosto intorno a un punto comune nel lavorare sulla Ribolla di โ€œdomaniโ€. Pensavamo e volevamo un vino piรน definito e che potesse arrivare a descrivere un territorio differenziandolo da tutti gli altri: non solo nella narrazione, ma soprattutto nella sostanza. Cosรฌ, oggi cโ€™รจ una Ribolla di Oslavia che ventโ€™anni fa non esisteva.

Come รจ stato possibile questo?

Ci siamo trovati tra produttori intorno a un tavolo e abbiamo convogliato le energie in un progetto comune. Da questo scambio di idee si รจ arrivati anche alla produzione di una "raccolta". Una serie di testi stampati realizzati insieme ย al "seminario permanente" di Veronelli. Lui ci disse ยซLa Ribolla รจ il piรน grande vitigno che avete ad Oslaviaยป. Spinti da questo, abbiamo raccolto anche tante informazioni sul vitigno insieme ad Attilio Scienza scoprendo che รจ un uva nordica presente in Francia e Germania. Quello che abbiamo imparato รจ che la buccia -come anche lโ€™uso del legno- comporta un percorso particolare per il vino, piรน difficoltoso e meno regolare perรฒ rispetto a quello che comporta l'utilizzo del legno.

Come mai?

Questa particolaritร  รจ legata in maniera molto profonda a quelle che sono le caratteristiche della varietร . Siamo di fronte ad un elemento condizionato da diversi fattori tra cui la tipologia del vitigno, e dell'ambiente e da come viene coltivato. Sono tutte variabili che ย incidono profondamente sulla buccia e sulla sua composizione.

ยฉ 2021 Roberto Pastrovicchio

Come siete arrivati a capire queste cose?

A Oslavia la Ribolla รจ presente da sempre e abbiamo a disposizione diverse piante con differenti etร , anche tralci molto antichi. Inoltre, stiamo su un crinale povero di ponca che mette in sofferenza le piante: fatto questo che diventa positivo per un discorso qualitativo. Al momento della raccolta, non cerchiamo solo una concentrazione zuccherina nella maturazione della polpa dell'acino, ma osserviamo anche lo stato della buccia e se questa promette il risultato che ci prefiggiamo nell'interazione con il vino.

Come mai avete scommesso su questo vitigno?

La Ribolla Gialla รจ lโ€™unico vitigno della nostra zona che possa esprimere la dimensione che ha assunto di "narratore" del territorio: รจ l'unica uva che riesca a definire perfettamente cosa sia il vino con o senza la macerazione sulle bucce. Noi applichiamo questa pratica anche a Pinot Grigio e Friulano, ma con l'obiettivo di un maggiore affinamento del vino e di una sua piรน definita eleganza, mentre per la Ribolla Gialla la macerazione porta all'esaltazione della sua natura. Se confrontiamo ribolle macerate e non macerate, capiamo come la ricchezza che apporta la buccia a questo vitigno gli garantisce proprio unโ€™altra dimensione.

Qual รจ il percorso che viene seguito per la macerazione?

La nostra scelta รจ stata di usare tini piccoli, un segno distintivo della nostra azienda. In questo modo creiamo masse piรน piccole: se da una parte รจ piรน faticoso nella manualitร  quotidiana, ha dei benefici quali una migliore gestione delle follature, e una maggior dispersione di calore che evitano picchi di temperatura che favoriscono il proliferare di batteri acetici.

Parlando di macerazione: si tratta di uno stile, un metodo o una tecnica?

Direi che รจ tutte e tre le cose. รˆ sicuramente una tecnica, ma รจ altrettanto sicuramente legata a un territorio in particolare: Oslavia. Quando si pensa a un vino di questa zona ci si riferisce alla Ribolla e alla sua buccia. Cโ€™รจ questo assioma che dal mio punto di vista รจ inscindibile.

Trova corretta lโ€™associazione tra macerazione e il "movimento naturale"?

Dal mio punto di vista non รจ una questione di buccia o non buccia. Semplicemente, sotto il cappello del termine โ€œnaturaleโ€ ci sono vini macerati, non macerati e cosรฌ via. Un mare magnum che abbisogna di qualche chiarimento. Se il "movimento" poteva essere visto come โ€œfunkyโ€ allโ€™inizio, poi con la maturitร  mostra la necessita di dotarsi di alcune regole nel piรน ampio senso del termine. ย Ci si trova di grosse impasse davanti a una domanda del genere. Non cโ€™รจ una risposta esaustiva su qualcosa che ha molti significati e tutti da provare.

Parlando della longevitร  dei vini del Collio, da parte dei consumatori cโ€™รจ ancora una l'impazienza che porta a preferire annate giovani?

L'impazienza - come la definisce - non รจ piรน cosรฌ forte come poteva essere negli anni Ottanta e Novanta e che era legata principalmente a un approccio verso un'idea di ย freschezza che si reggeva sullโ€™assioma che "giovane" significasse "fresco" e che altrimenti si perdeva qualcosa di importante. Ma si trattava di un'idea propria di un'epoca in cui molti vini non riuscivano a mantenersi nel tempo. Questa ricerca delle annate "giovani e fresche" cโ€™รจ ancora, ma siamo lontani dalla tendenza di trenta anni fa.

Quindi cโ€™รจ una consapevolezza del valore dell'attesa? Siย comprende e si accetta che questi vini possano migliorare con qualche anno in piรน e che quindi vale la pena attendere?

Credo si tratti di una questione che รจ anche generazionale: mio padre รจ contento della freschezza delle annate piรน giovani, mentre mio figlio si offende se gli parli di annata 2023. Secondo me cโ€™รจ un cambiamento nei consumatori: oggi si diffida un po' dell'idea en primeur. Vedo piรน una generale propensione ad aspettare che il vino sia pronto e buono.

Foto di Roberto Pastrovicchio

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