Dopo il commento a caldo sulla trasmissione Report dedicata al vino e ai "piccoli chimici", in cui il presidente dell'Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, si è dichiarato deluso dal servizio andato in onda domenica 17 dicembre su Rai Tre («Occasione mancata per fare servizio pubblico»), arriva anche la pubblicazione dell'intervista integrale all'imprenditore italiano: «La trasparenza è lo spirito con cui il presidente ha affrontato l’intervista. Purtroppo i tagli apportati al suo intervento sono risultati funzionali unicamente alla narrazione dell’inchiesta Rai», ha scritto l'Uiv in una nota. Sono tre i file in formato audio presenti nel canale Youtube dell'Unione in cui si possono riascoltare i diversi passaggi della lunga chiacchierata, di oltre un'ora, fatta dall'imprenditore toscano con il giornalista di Report, Emanuele Bellano, autore del servizio.
L'uso del mosto concentrato
Il focus della prima parte della puntata era dedicato alle denominazioni dei vini e ai relativi disciplinari (Dop e Igp) e all'uso di coadiuvanti e additivi nelle fasi produttive, a partire dal mosto concentrato rettificato, pratica considerata d'emergenza ma che le Regioni concedono alle aziende vitivinicole regolarmente in ogni annata. «L’utilizzo del mosto concentrato rettificato - ha sottolineato Frescobaldi - non è un’attività carbonara da guardare con occhi accusatori ma una pratica legale che viene utilizzata come paracadute di difesa oggi da sempre meno aziende e solo in caso di necessità come, ad esempio - per far fronte alle intemperie. Ci sono alcuni Paesi come la Germania e la Francia dove è permesso l’uso addizionale di zucchero, pratica da noi vietata da diversi anni. Ad oggi, l’uso del mosto concentrato rettificato non è indicato in etichetta ma non è escluso che ciò possa avvenire in futuro».
Sempre meno frequente il ricorso ad ausili per fare il vino
Relativamente all'uso di altri ausili per la produzione dei vini, il presidente dell'Uiv spiega: «Con un settore che si è evoluto in direzione della qualità di prodotto, e quando ti sei creato un certo nome sulla bottiglia, essere 'leggero' diventa difficile. Oggi non esiste una cantina in cui non ci sia un laureato, e la conoscenza che abbiamo sulla gestione in vigna, sulla vinificazione e sulla fermentazione rende il ricorso a questi ausili (pur legali e ammessi) sempre meno frequente e rilevante: abbiamo tutto l’interesse a fare le cose per bene. Quando spendi milioni per una vigna poi non risparmi sul processo produttivo».
Lo scandalo metanolo punto zero della rinascita
In uno dei passaggi dell'intervista a Report, Frescobaldi illustra il motivo per cui le sofisticazioni trovano terreno difficile al giorno d'oggi: «Lo scandalo del metanolo (1986; ndr) è stato il punto zero di una rinascita del nostro settore, che ha portato l’Italia del vino a essere un player molto riconosciuto e rispettato nel mondo, con una bilancia commerciale nel 2022 senza pari. Il sistema delle denominazioni è strumento straordinario che ha portato la luce sul lavoro dei produttori, legando il prodotto a una zona con controlli specifici e codificando la procedura di produzione».