Cresce il fatturato italiano nel 2013 (+4,8%) in controtendenza con il settore alimentare (+0,3%) e manifatturiero (-0,3%). L'export assume un ruolo sempre più rilevante (+7,7%), mentre l’indice di Borsa mondiale del settore vinicolo da gennaio 2001 è cresciuto del 225,7%. Prudenti ma comunque positive le attese per il 2014, con il 92% dei produttori che confida di non ridurre le vendite, anche se cala la quota degli ottimisti (solo l’8% prevede una crescita superiore al 10%). I dati emergono dall'indagine Mediobanca sul settore vinicolo (111 società con più di 25 milioni di fatturato), presentata oggi a Milano. Da notare come il settore vino italiano nell’insieme registri una fiducia ma senza gli exploit del 2011 e 2012 quando gli ottimisti sfioravano il 40%. Chi non teme di perdere vendite sono i produttori di spumanti.
I top seller
Al vertice della graduatoria 2013 dei fatturati Cantine Riunite-GIV con 534 milioni di euro e un miglioramento del 4,2% sul 2012. La piazza d’onore spetta a Caviro con 327 milioni e un incremento del +15,2% rispetto allo scorso anno. Terzo gradino del podio per la divisione vini della Campari (228 milioni, +15,8%); segue la Antinori a 166 milioni (+5,5% sul 2012) che si colloca in quarta posizione (sesta nel 2012) scalzando la cooperativa Mezzacorona quinta a 163 milioni (+1,7%); la F.lli Martini scende dalla quinta alla sesta posizione con vendite a 159 milioni (+0,5%) mentre guadagna la settima posizione la Casa Vinicola Zonin a 154 milioni (+9,9%) superando la cooperativa Cavit ottava a 153 milioni (-0,1% sul 2012); chiudono la top ten la Casa Vinicola Botter, nona (guadagna tre posti) grazie a una sorprendente crescita delle vendite (+30%), e la Enoitalia che, pur cresciuta del 13,2%, cede una posizione ed è decima. Il record di crescita spetta alla veneta Contri Spumanti che nel 2013 ha fatto registrare un incremento del 31,3% rispetto al 2012.
Dove si è venduto di più
Nel 2013 il 51% delle bottiglie che hanno varcato i confini nazionali sono state assorbite dall’UE con un incremento delle vendite del 9,2% rispetto al 2012. Il Nord America si conferma la seconda piazza per il vino italiano assorbendo il 32,7% dell’export con una crescita del 3,9% sull'anno precedente. Marginale il contributo dell’America Latina (1,4%) mentre il resto del mondo (Africa, Medio Oriente e Paesi Europei non UE) è al 10,6% (in crescita del 14,9%). Se si guarda alla capacità di competere all’estero la palma d’oro va alla Casa Vinicola Botter Carlo & C. che realizza il 94,8% del proprio fatturato al di fuori dei confini italiani, seguita dalla Ruffino (93,2%), dalla Masi Agricola (91,2%) e dalla Fratelli Martini Secondo Luigi (90%). La più grande azienda italiana, Cantine Riunite-GIV, è settima a livello mondiale (preceduta dalla cinese Yantai).
Masi Agricola migliore performance, poi Botter e Antinori
In base alla forza dei loro bilanci e della redditività (anno di riferimento il 2012), la classifica vede in testa la veneta Masi Agricola, seguita dalla Casa Vinicola Botter, anch’essa veneta, e dalla toscana Antinori. Il Gruppo Cevico è la migliore cooperativa (quarta), davanti alle attività del Gruppo Santa Margherita. Le due regioni con le migliori performance sono Veneto e Toscana che riescono a piazzare nei primi dieci posti rispettivamente cinque e tre società.
I titoli vinicoli crescono più della media delle borse mondiali
Guardando agli indici di borsa, rileva Mediobanca, investire nel vino sembra essere stato un ottimo affare per chi ha saputo scegliere i produttori e i paesi giusti. L'indice da gennaio 2001 a marzo 2014 è cresciuto del 225,7%, dato ben al di sopra delle borse mondiali che hanno segnato un più modesto progresso del 61,8%. Le migliori performance dei titoli vinicoli al netto delle dinamiche delle borse nazionali sono segnate dal Nord America (+349,9%) e dalla Francia (+103,4%). Male Australia -33,6%, Cile -38,2% e Cina -68,6%. Nel mondo, sono 46 le società produttrici di vino quotate in Borsa. Nessuna ha passaporto italiano. "Tuttavia se la crescita dei produttori italiani continuerà a seguire i trend positivi fin qui descritti" osserva Mediobanca "c’è da scommettere che presto anche questo dato andrà aggiornato".
L’indagine completa sul sito www.mbres.it
a cura di Gianluca Atzeni