La Malvasia delle Lipari non è più solo un eccellente passito ma anche un vino vinificato senza appassimento o surmaturazione delle uve. È stata questa la novità della quarta edizione del Malvasia Day, ospitata come di consueto da Capofaro Malvasia & Resort, la tenuta eoliana dei conti Tasca d’Almerita. Hanno partecipato alla manifestazione 16 aziende in rappresentanza delle isole di Lipari, Vulcano, Panarea e Salina. La versione secca, ottenuta da uve malvasia delle Lipari vinificate in purezza oppure insieme a delle piccole percentuali di altre uve presenti nell’arcipelago (inzolia, catarratto, lucignola, ecc.), ormai sta conquistando uno spazio crescente nell’ambito dell’assortimento aziendale. L’elemento vincente è la maggiore versatilità, di consumo e di abbinamento, rispetto al tradizionale passito relegato al fine pasto. La tendenza, iniziata qualche anno fa, oggi è in pieno sviluppo. Queste ed altre considerazioni sono state oggetto degli interventi di Daniela Scrobogna della Fis: La Malvasia e i suoi territori, di chi scrive: Lo stato dell’arte dei vini passiti in Italia, e dello storico Marcello Saija, che hanno introdotto la degustazione aperta al pubblico.
Malvasia, la versione secca
Francesco Fenech, dell’omonima azienda, ha presentato il Salina Igt Malvasia Maddalena 2013, un vino fresco, fragrante, molto netto e pulito, che recentemente ha ottenuto una medaglia d’oro al XXII Concorso internazionale della viticoltura di montagna e delle piccole isole (Cervim) ad Aosta.
Il Salina Bianco 2013 Barone di Villagrande, ottenuto da uve malvasia di Lipari con una piccola aggiunta di catarratto è fresco, sapido, piacevole.
Carlo Hauner si è cimentato con lo Iancura, un Igp Terre Siciliane, da uve malvasia (80%) e inzolia (20%), un vino molto secco, deciso, ideale per le cene estive.
Dalla piccola isola di Panarea, Andrea Pedrani e Federica Marcora, hanno offerto la nuova annata della loro malvasia secca Linsolita 2013 che nel frattempo ha perso l’apostrofo. È intensamente profumata di macchia mediterranea e ha un gusto secco piacevolissimo ben equilibrato con l’acidità.
Virgona continua a cimentarsi con una versione di malvasia spumante (in autoclave) in netto miglioramento rispetto alla precedente edizione così come il Salina Bianco 2013 (malvasia e una piccola quantità di catarratto) dal gusto nettamente sapido.
Il Salina Bianco 2013 di Nino Caravaglio, da uve malvasia in purezza, è un bianco molto fine, delicato, piacevole, con sentori di mirto.
Il Didyme Malvasia Igt Salina 2013 è ormai diventato un classico tra le nuove interpretazioni di quest’uva: intensamente profumato ha una freschezza piacevole e una sapidità davvero invitante.
Malvasia delle Lipari
Se la malvasia secca è stata la novità, la Malvasia delle Lipari passita ha trovato anche dei nuovi interpreti che dimostrano che la sua storia non è affatto finita ma è in evoluzione.
La Tenuta di Castellaro di Lipari ha presentato la sua prima annata. L’annata 2012 ha profumi concentrati di fichi secchi e di albicocche appassite mentre in bocca è dolce ma senza eccessi. Un buon inizio.
Da Vulcano, il Passito 2012 di Paola Lantieri – Punta dell’Ufala è un vino di grande intensità con profumi e sapori concentrati, ben equilibrati.
Matricola vulcanara è l’azienda Punta Aria di Francangelo Pollastri con il Passito 2012 anch’esso molto intenso (zuccheri 130 gr/lt), pieno ma allo stesso tempo sapido e piacevole.
Interessante la Malvasia delle Lipari naturale di Piero Colosi, un vino dalla dolcezza equilibrata e di beva piacevole. Più concentrata e persistente la sua versione passita.
Piacevole e delicata la Malvasia delle Lipari passita 2011 di Barone di Villagrande. Solo 90 grammi/litro di zuccheri e una buona acidità, lo rendono davvero gradevole.
Degna di nota la Malvasia di Lipari Riserva 1995 di Carlo Hauner con i suoi profumi di erbe aromatiche e di frutta esotica, la dolcezza equilibrata e persistente.
La Malvasia delle Lipari Passita si caratterizza per i sentori di datteri e fichi secchi; in bocca è piacevole e con una dolcezza equilibrata.
La Malvasia Igt Salina Capofaro 2012 Tasca d’Almerita è una versione da sempre all’avanguardia ed è volutamente fuori dal disciplinare perché l’aggiunta delle uve corinto nero non è mai stata considerata migliorativa del vino. È una scelta di leggerezza, di equilibrio e di eleganza. Una parte del futuro della denominazione è sicuramente in questa direzione.
a cura di Andrea Gabbrielli