Nel 2014, la produzione mondiale di vino tornerà ai livelli registrati nel 2009, a quota 271 milioni di ettolitri (-6%), con i consumi globali che vanno lentamente stabilizzandosi intorno ai 243 milioni di ettolitri. Le prime stime dell'Oiv, presentate a Parigi nella sede di Rue d'Aguesseau, disegnano un quadro di ritorno a valori medi, dopo un'annata di grande produzione, come la 2013, i cui dati sono stati rivisti al rialzo da parte della stessa Organizzazione internazionale della vite e del vino. "Lo scorso anno sono stati raggiunti i 287,6 milioni di ettolitri" ha spiegato il direttore generale Jean-Marie Aurand "soprattutto per la vinificazione di mosti d'uva poi stoccati soprattutto in Spagna e Italia". Il dato 2013 risulta il secondo più alto nella serie storica Oiv degli ultimi quindici anni. Pertanto, il rimbalzo negativo era atteso.
Le ragioni di questa tendenza sono da attribuire soprattutto all'andamento climatico, in particolare in Europa, dove la Francia, con 46,2 milioni di ettolitri, si riappropria dello scettro di primo produttore mondiale di vino, davanti all'Italia, la cui produzione è stimata in calo del 15% a 44,4 milioni di ettolitri. E, dopo un 2013 record, la Spagna, terzo Paese nel ranking mondiale, riprende un cammino nelle medie degli ultimi anni, a 37 milioni di ettolitri. Tra gli altri Paesi, l'Oiv sottolinea il buon livello della produzione negli Usa per il terzo anno consecutivo, a quota 22,5 milioni di ettolitri, il forte calo in Cile (-22%) e in diversi Paesi dell'Est Europa, il record produttivo in Nuova Zelanda (3,2 milioni di ettolitri) e la contemporanea ascesa della Germania (9,7 milioni di ettolitri).
Nel dettaglio, l'Europa perde terreno per via della diminuzione dei prodotti vinificati in Bulgaria, Romania e Slovacchia, che rispetto al 2013 fanno segnare cali rispettivi di -30, -20 e -10 punti percentuali, a causa delle avverse condizioni climatiche. Tiene l'Ungheria, che per il 2014 produrrà 2,7 milioni di ettolitri di vino. Ma l'Oiv rileva anche i cali negli altri Paesi produttori: dalla Croazia, la cui produzione scende sotto il milione di ettolitri con un -30%, al Portogallo (-6% con 5,9 milioni di ettolitri) alla Gracia, che perde il 13% a 2,9 milioni di ettolitri. Negli altri continenti, gli Stati Uniti fanno il tris con un livello produttivo alto nonostante i danni provocati dal terremoto in California e un settembre che non ha favorito i produttori della costa occidentale. "Situazione contrastata nell'emisfero sud del mondo", ha fatto notare il dg Aurand con il Cile che perde 2,8 milioni di ettolitri dopo due anni di produzione record nel 2012 e 2013; allo stesso tempo, l'Argentina segna un lieve miglioramento dell'1% a 15,2 milioni di ettolitri; bene anche il Sud Africa per il quale si prevede una produzione di 11,4 milioni di ettolitri, con un +4% sul 2013. Lieve aumento per l'Australia, che passa da 12,3 a 12,6 milioni di ettolitri e altro record per la Nuova Zelanda che, dopo i 2,5 milioni di ettolitri dell'anno precedente, fissa l'asticella a 3,2 milioni di ettolitri di vino, con un lusinghiero +29%. I dati per la Cina, che nella classifica 2013 occupa la settima piazza, non sono ancora disponibili.
Analizzando l'evoluzione delle produzioni medie negli ultimi quindici anni, inclusa la previsione 2014, l'Oiv inserisce Francia, Italia, Spagna, Germania, Portogallo e Romania nell'elenco dei Paesi a tendenza produttiva decrescente. Viceversa, Stati Uniti, Argentina, Australia, Cina, Sud Africa, Cile, Nuova Zelanda e Brasile in quelli con trend positivo. Infine, uno sguardo ai consumi mondiali di vino. "Il 2014 sarà l'anno del proseguimento nel trend di consolidamento dei consumi, previsti attorno ai 243 milioni di ettolitri", ha fatto notare l'Oiv, ricordando che non si dispone ancora di dati dettagliati sui diversi mercati. In ogni caso, il rapporto produzione/consumi dovrebbe assicurare un equilibrio di mercato, grazie a un avanzo di 27,8 milioni di ettolitri che dovrebbe soddisfare il fabbisogno di vino per gli usi industriali, dal brandy agli aceti e ai vermouth.
Temi che saranno affrontati al Congresso mondiale della vite e del vino, previsto in Argentina, a Mendoza, dal 9 al 14 novembre prossimo.
a cura di Gianluca Atzeni
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 23 ottobre
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