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Contributo di un milione di euro per QR code su etichette vini Dop, Igp e bio
Un contributo per singola azienda, compreso tra 10mila e 30mila euro, a favore dei produttori di vino Dop, Igp e biologico che svolgono anche attività enoturistica e agrituristica e vogliono innovarsi in ambito digitale. Lo prevede lo schema di decreto approvato circa una settimana fa dalla Conferenza Stato-Regioni, di concerto col Ministero del Turismo, che mette a disposizione un milione di euro per il 2022. “Anche se è una cifra contenuta” ha sottolineato il sottosegretario Mipaaf con delega al vitivinicolo, Gian Marco Centinaio “permetterà di realizzare progetti innovativi”. Si punta a utilizzare i moderni sistemi digitali come il QR code sulle etichette “per favorire la promozione dei territori e valorizzare le antiche tradizioni legate alla cultura enogastronomica del nostro Paese”.
Secondo l’intesa raggiunta in Stato Regioni, tutta la filiera agroalimentare disporrà anche di 15 milioni di euro per il sostegno alla commercializzazione dei prodotti a marchio Ue e per azioni di comunicazione su origine, proprietà e qualità dei prodotti a denominazione, sia che si tratti di cibo che di vino. E il QR code è uno strumento che permette ai produttori di raccontarsi e raccontare i loro prodotti in modo diretto, sfruttando progetti innovativi che sono nati anche in risposta ai nuovi obblighi europei in vigore dal prossimo anno in materia di informazioni al consumatore.
L’obbligo dal primo gennaio 2023
A partire dal primo gennaio 2023 – secondo quanto previsto dai regolamenti della nuova Politica Agricola Comune PAC 2023-2027 e al termine di un periodo transitorio nel quale i produttori avranno il tempo di adeguare i loro prodotti – anche le etichette del vino riporteranno i valori nutrizionali e la lista degli ingredienti. Gli obbiettivi della PAC 2023-2027 sono di garantire un tenore di vita equo agli agricoltori, tutelare e rispettare l’ambiente e fornire ai cittadini dell’Unione Europea alimenti sicuri e a prezzi accessibili. Per tanti anni il settore delle bevande alcoliche ha usufruito di un’eccezione sugli obblighi di etichettatura e la decisione della Commissione Europea – che risale al 2017 - ha messo i produttori di fronte a una serie di problemi. A partire dal rischio di trovarsi con retroetichette molto lunghe e articolate, un aspetto che avrebbe senza dubbio penalizzato i produttori, posti di fronte all’ulteriore difficoltà di doverle tradurre per l’esportazione all’estero. Ma, come spesso accade, l’imposizione del nuovo regolamento si è trasformata in un’opportunità di innovazione: su proposta dell’Unione Italiana Vini, è stato deciso di includere tutti gli ingredienti (quantità di grassi, zuccheri, carboidrati, acidi grassi saturi, proteine e sale) in un’etichetta elettronica accessibile tramite QR code.
La soluzione innovativa di U-Label
Una delle prime iniziative in materia è stata proposta da SpiritsEUROPE e dal Comité Européen des Entreprises Vins, che hanno ideato e lanciato U-Label, una piattaforma in cui i produttori di vino possono inserire tutti i dati richiesti dalla normativa europea all’interno di un sistema in cui ogni prodotto ha una sua pagina dedicata raggiungibile attraverso un QR code. Le informazioni all’interno della pagina sono fornite dagli stessi produttori, che immettono sotto la propria responsabilità i dati richiesti oltre agli extra sul prodotto, sul processo ma anche sul consumo consapevole e moderato di alcol. In questo panorama si inserisce bene la nuova iniziativa del governo italiano che, anche se riservata a produttori di vino Dop, Igp e biologico, offre una spinta verso il futuro a diverse aziende che dovranno fronteggiare i nuovi obblighi imposti dalla Commissione Europea.
a cura di Maurizio Gaddi