n_2013.html" target="_blank">ProWein (24-26 marzo) e Vinitaly (7-10 aprile), due dei maggiori saloni del vino al mondo che mai come quest'anno si contendono produttori e visitatori a pochi giorni di distanza. Per la fiera tedesca sono attesi 4.500 espositori e più di 40.000 ospiti. Vinitaly, invece, per la grande sfida, prevede di schierare 4200 espositori e 140mila visitatori. La grande novità dell'anno è per entrambe la Cina: a Verona è attesa, infatti, una delegazione dagli occhi a mandorla guidata dal Ministero dell'Agricoltura; a Düsseldorf , invece, la Cina si presenta come produttore di vino con sette viticoltori riuniti in un unico stand. Entrambi i saloni puntano su nuovi media per intercettare buyer e mercati.
Se ProWine ha lanciato l'applicazione "Matchmaker"(scaricabile dal sito) per consentire ai produttori di inserire un loro profilo e organizzare degli “incontri ad hoc” con gli importatori, Vinitaly risponde con VinitalyWineClub, una piattaforma di promozione finalizzata all'e-commerce che sarà inaugurata alla vigilia del Salone.
E l'Italia del vino, come si prepara ai due eventi? Com'era prevedibile non mancherà a nessuno dei due appuntamenti. Massiccia la presenza a ProWein dove gli italiani sono la delegazione più numerosa con 1146 presenze, superando anche Francia (1000) e la stessa Germania padrona di casa (920). Espositori praticamente quadruplicati a Vinitaly dove si gioca tra le mura amiche con 4 mila espositori (Toscana in testa con 800), mentre appare poco incisiva la presenza di espositori stranieri: più numerosi i francesi (67), pochissimi i tedeschi (4).
Ma come scegliere tra uno e l'altro Salone? È sempre possibile partecipare ad entrambi? Lo abbiamo chiesto agli stessi produttori.
“Io ho scelto Vinitaly” confessa Michele Faro, presidente dell'azienda Pietradolce di Riposto (Catania) “una scelta non strategica, ma tradizionale: ci sono sempre andato e non mi ha mai deluso in termini di contatti. Ma, certo, qualcosa da rivedere c'è: troppo spesso il Salone di Verona rischia di trasformarsi in una fiera per vacanzieri, dove negli stand si affollano schiere di persone interessate non a degustare, ma a bere. Magari si potrebbe auspicare ad avere maggiore professionalità nelle visite: la sensazione diffusa è che spesso a vincere è la filosofia del tutto fa cassa. Da questo punto di vista ProWein appare più tecnico e selettivo, ma non lo conosco bene: quest'anno andrò da visitatore, il prossimo vedremo”.
C'è poi chi opta per tutti e due gli eventi, nonostante l'eccessiva prossimità. Carlo Paoli, direttore di Tenuta San Guido e veterano di entrambe le fiere, ci racconta: “Mi son sempre chiesto perché fare entrambi i Saloni nello stesso periodo: una volta ProWein era a febbraio e Vinitaly ad aprile. Decisamente meglio. Adesso invece si costringono molte aziende a fare una scelta che spesso è dettata dal tipo di pubblico:quello americano a asiatico a Düsseldorf, quello europeo a Verona. Ma questa differenza si sta assottigliando sempre più, soprattutto da quando Veronafiere ha introdotta la degustazione OperaWine in collaborazione con Wine Spectator. Mossa strategicamente importante, considerata la forza del mercato Usa. Un piccolo appunto che mi permetterei di fare a Vinitaly riguarda , invece, la logistica: dai parcheggi alle navette fino alla disposizione interna che cercherei di compattare meglio, evitando i tanti percorsi all'aperto da un padiglione all'altro. E poi lo accorcerei in termini di tempo: tra anteprime e post-eventi va via una settimana. Troppo per un produttore”.
Dello stesso avviso Andrea Sartori (Casa Vinicola Sartori di Santa Maria di Negrar), veronese doc e quindi con una visione privilegiata sul salone italiano: “Il vero problema di Vinitaly? È la città che si paralizza , impreparata com'è ad accogliere un pubblico così numeroso. Al contrario Düsseldorf è un centro fieristico tra i più importanti d'Europa, dove ProWein è soltanto uno dei tanti eventi. Diciamo che la loro organizzazione è alla tedesca: efficiente e agile. Tre giorni tutto compattato in sette padiglioni”. Insomma esiste uno spread organizzativo Italia-Germania? “Si può sempre migliorare, in ogni caso parliamo di due eventi complementari”, precisa Sartori, “se ProWein ha un appeal molto forte per quanto riguarda la presenza straniera (soprattutto in termini di produttori) Vinitaly è unico per capire le ultime tendenze della viticoltura italiana, con un occhio sempre puntato sulla concorrenza”. Pronostici a parte, per il vero risultato del doppio match bisognerà attendere i prossimi numeri dell'export. A ciascuno la sua partita.
a cura di Loredana Sottile
22/03/2013
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 21 marzo 2013. Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. E' gratis, basta cliccare qui.