Come un bambino in un negozio di dolciumi. È la condizione di un degustatore al ProWein di Düsseldorf, con i suoi 6.780 espositori e vini da oltre 40 paesi. Piattaforma collaudatissima, facile arrivarci, ancora più facile da lasciare. Per un totale di 17 padiglioni internazionali da visitare. Tanti gli assaggi, tante le etichette alla prima uscita: ecco 10 vini – italiani e non - che hanno colto nel segno.
I 10 migliori assaggi
Lezèr 2017 Foradori
Ordinare magnum, delizioso, tutto da bere. Sono le ultime tre note tra gli appunti per questa prima proposta da Elisabetta Foradori. Un rosato che gioca a fare il Teroldego di sostanza, un Teroldego di sostanza che gioca la carta del rosato. Vinoso, ricorda il melograno appena spaccato, l’anguria, un cenno di terra e di caffè. Bocca materica e fresca, che si allunga su note salmastre e una tipica e incisiva nota finale di mandorla tostata. Chiude tirato nel frutto, austero, sfumato e lunghissimo.
Cerasuolo d'Abruzzo Baldovino 2017 Tenuta i Fauri
Ah che bel frutto. Una ciliegia carnosa e succosissima, matura al punto giusto, fresca al punto giusto. La sensazione è che la 2017 sia davvero una grande annata da Cerasuolo, altro piglio rispetto ai 2016 assaggiati 12 mesi fa. Avvolgente e sinuoso, con un tratto floreale ben a fuoco a fare da sponda: il sorso è puro piacere. Salta la categorizzazione piccolo/grande vino, rimane un prezzo eccezionalmente attraente. L’ultimo appunto segnato? Pizza! Deve essere l’abbinamento.
Bombino bianco 2017 Masseria Faraona
Un bianco pugliese d’alta quota? Esperimento o cambio di visione? Di sicuro un vino centrato. Siamo nella Murgia Barese, le vigne raggiungono anche i 500 metri di quota. Profilo mentolato, puro e fragrante, acidità spiccata e integrata in corpo slanciato, manca ancora una completezza sul piano aromatico ma è saporito e chiude freschissimo. Si porta via con circa 10 euro in enoteca, e non li farà di certo rimpiangere.
Rìas Baixas Albarino Xiòn 2016 Attis Bodegas Y Vinedos
Ci spostiamo tra Santiago di Compostela e Vigo, siamo molto vicini all’oceano e si sente nel bicchiere. Questo Albarino è irriverente nei suoi sbuffi iodati e floreali, con una nota erbacea pungente che ricorda i friggitelli ripassati in padella: in sostanza, apre lo stomaco. Bocca croccante e tesa, finale in souplesse. 10 euro in cantina. Eccezionale la selezione Embaixador 2013, un Albarino ancora più profondo nei richiami minerali che gioca un repertorio delicatamente tannico e un frutto più succoso: avete presente una pesca da un chilo del comune di Mojo Alcantara?
Forster Pechstein 2016 Margarethenhof
Una delle sorprese più belle di questo ProWein è il gruppo dei ragazzi di Winechanges, un’associazione spontanea di produttori del Palatinato che lavorano insieme secondo criteri di sostenibilità: si divertono e fanno grandi Riesling (ma non solo), ve li racconteremo nel nostro mensile. Intanto, vi proponiamo uno dei cru più preziosi in regione. Ha un tocco minerale/fumé elegante e soffuso; la bocca è compatta e flessuosa, finale luminoso. 13 euro per un vino che ne vale molti di più. Non è ancora importato in Italia.
Riesling GG Kastanienbusch 2016 Okonomierat Rebholz
Tra gli alberi di castagne del Palatinato c’è un cru speciale. E dà un vino spaziale, accende chi lo assaggia. Sontuoso nel tratto minerale, ostrica e riccio di mare, procede senza strappi e muscoli, si distende con un’eleganza fuori dal comune: tessitura sapida cesellata e profondissima. Roccioso, stuzzica la bocca e la conduce a un finale infinito. Tra vent’anni sarà ancora un giovanotto. L’intera batteria proposta da Rebholz è su livelli eccezionali, vini di straordinario carattere. Importato in Italia da Pretzhof che ci vede sempre lungo sui Riesling.
Malvasia 2013 Podversic
Se ami il tè, questo è il tuo vino. Se ami i vini macerati, questo è il tuo vino. Facciamo una straordinaria fatica a trovare un vino superiore in questa categoria. Ogni anno nei nostri assaggi alla cieca, i vini di Damijan Podversic fanno terra bruciata. Questa Malvasia ’13, ritestata durante l’evento Tre Bicchieri, incanta con il tratto di fiori gialli, l’arancia amara, i ricordi di albicocca. Una dolcezza bilanciata da una bocca delicatamente amara, in un equilibrio disarmante per naturalezza e progressione. Insieme al Villero 2013 di Brovia, il top tra i riassaggi.
Buttafuoco Vigna Sacca del Prete 2012 Fiamberti
L’idea di potenza connessa con questo rosso storico dell’Oltrepò Pavese, blend di croatina e barbera, sfocia non di rado in vini un po’ anacronistici per concentrazione ed estrazione tannica. Ma qui parliamo di un rosso completo e profondo. Abbina intensità e ricchezza fruttata a una vena sapida saporitissima, maturo e dinamico, dal finale ben risolto nei suoi risvolti speziati. L’abbiamo abbinato alla neve copiosa scesa domenica scorsa su Düsseldorf.
Champagne Ambonnay 2011 Marguet
Di Champagne così buoni da questo millesimo ne ricordiamo davvero pochi. Grandi parcelle, tanto lavoro in vigna, zero dosaggi, zero solfiti: non manca il coraggio a Benoit Marguet. Questo 2011 fa sfoggio di una maturità solidissima, ha un frutto rosso ubriacante per succulenza, note di sottobosco e tè nero per un finale glorioso. A bicchiere vuoto canta. Monumentale il Les Crayeres 2012 che ha una precisione e definizione aromatica in HD. Decisamente meno convincente lo Shaman Rosé 2014, aperto ed evoluto.
Montepulciano d’Abruzzo Riserva 2010 Podere Castorani
Festeggia 50 anni la Doc Montepulciano d’Abruzzo, protagonista di uno dei tanti afterparty del dopo fiera. Sugli scudi questa selezione. Il naso è scuro, sui ricordi di terra e di spezie, la bocca è un vero portento. Ha un’energia di fondo davvero trascinante, dosa ricchezza e sviluppo acido alla perfezione. Il cambio di passo è travolgente, il finale è profondo, saporito, freschissimo. Si farà trovare pronto anche per i 70 anni della denominazione.
a cura di Lorenzo Ruggeri