Tre diverse facce dell’universo Prosecco e tre diverse strategie, per le bollicine italiane più vendute al mondo. L’obiettivo, però, è lo stesso: affrontare un 2020 tutt’altro che semplice. Vediamo come.
Prosecco Doc. Debutto dell’annata 2020 posticipata a gennaio
Il Prosecco Doc prepara la strategia anticrisi per il 2020-2021, con l’obiettivo primario di mantenere in equilibrio il rapporto volumi-valori e garantire la tenuta di una filiera che vanta 500 milioni di bottiglie. I rischi si chiamano speculazione e deprezzamento della Doc, alla luce di un mercato che in poco tempo ha ridotto gli ordinativi a causa della chiusura del canale Horeca, che vale circa il 40% dei volumi. La vendemmia si sta avvicinando e il Consorzio di tutela presieduto da Stefano Zanette ha scelto di anticipare una misura che era già in cantiere. Il cda ha, infatti, deciso che la nuova annata 2020 sarà commercializzata a partire dal gennaio 2021 e non, come di consueto, dal mese di ottobre. Non essendoci il tempo di modificare il disciplinare, il provvedimento sarà autorizzato d’urgenza dalle due Regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia) dove insiste la Doc (25 mila gli ettari). “La misura sarà comunque introdotta in modo permanente nel nuovo disciplinare, con un iter tradizionale”, spiega Zanette.
I motivi? “Secondo le nostre analisi e in considerazione dei possibili scenari da qui a fine anno, la disponibilità di Prosecco annata 2019 dovrebbe essere garantita fino ai primi di dicembre. Questo è indispensabile alle aziende” sottolinea “per soddisfare i contratti in essere”.
No alla riduzione delle rese per il Prosecco Doc
Non ci sarà, invece, per la Doc alcun intervento di riduzione volontaria delle rese, come previsto dal recente Decreto Rilancio. Il Prosecco Doc mantiene la resa massima a 180 quintali e applicherà lo stoccaggio massimo del 20%, con la possibilità di una revisione a luglio, a seconda dell’andamento del mercato. Tra le altre novità, anche la possibilità di proporre le bollicine in versione rosè.
Prosecco Superiore: sì riduzioni delle rese, no al congelamento dell’annata
“Le rese vendemmiali 2020 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore saranno ridotte da 135 a 120 q.li/ha. La scelta di contrarre la produzione va nella direzione di non dare spazio alle speculazioni tanto più che l'andamento stagionale sta favorendo una produttività minore dovuta ad una fertilità gemmaria molto inferiore a quella del 2019”. Lo ha dichiarato Innocente Nardi, presidente del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, che ha anche comunicato che “almeno per ora non aderiremo alla proposta di congelamento dell'annata” avanzata dal Consorzio Prosecco Doc. Tuttavia, Nardi non ha escluso nessuna possibilità: “Continueremo a monitorare attentamente il vigneto, poi prima della fine di giugno prenderemo le nostre decisioni in proposito”.
L'annata 2019 per il Prosecco Superiore
Il 2019 è stata la migliore annata di sempre per il Prosecco Superiore, con 92 milioni di bottiglie vendute con +1,6% sul 2018 e 524 milioni di euro (+1,2% sul 2018). Secondo Iri-Infoscan nel primo trimestre 2020 i dati del Prosecco Superiore nella Gdo sono ampiamente positivi, con un +16,8 % in valore e un +18,6% in volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Il 2019 è stato un anno importante per la valorizzazione del nostro territorio” ha commentato Nardi “sia con il riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità Unesco delle colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene sia con l’eliminazione dell’uso del glifosate nei vigneti. Possiamo guardare al futuro in modo positivo: i nostri fondamentali sono a posto e la nostra strategia di crescita basata sul valore, sta pagando”.
A luglio il Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg rinnoverà i suoi organi dirigenti.
Asolo Prosecco: “Saremo il cru delle bollicine venete”
Se la Doc ha appena ottenuto la versione rosé e la Docg ha deciso di puntare soprattutto sulle Rive, per l’Asolo - la più piccola delle tre denominazioni del panorama Prosecco - il 2020 sarà l’anno del lancio del cru di collina. Alla base della strategia di riposizionamento c’è la consapevolezza che il nome Prosecco è ormai imprescindibile per la denominazione. Infatti, secondo l’indagine Bva Doxa, commissionata dal Consorzio lo scorso anno su una platea di mille consumatori italiani di vini frizzanti e spumanti, viene fuori che il 32% non sarebbe più disposto a considerare la denominazione tra le scelte d’acquisto se il nome Asolo apparisse privo della specificazione Prosecco, mentre solo il 22% lo berrebbe ugualmente. Asolo Prosecco sembra, invece, mettere tutti d’accordo, con l’84% delle preferenze. “I dati della ricerca” è, quindi, la conclusione del presidente Ugo Zamperoni “confermano che accostare la parola Prosecco al nome di Asolo rafforza l’identità territoriale della denominazione, già fortemente radicata”.
Da qui il nuovo progetto del cru e anche la nuova immagine della denominazione, dove si riconosce la Rocca, da sempre simbolo del borgo di Asolo, e i profili delle colline su cui nasce l’Asolo Prosecco. Si noterà anche che nel marchio è scomparso il nome Montello. “Presto presenteremo un nuovo marchio e logo anche per quello” rivela Zamperoni “Asolo e Montello sono due identità distinte gestite dallo stesso Consorzio e in modo distinto vogliamo, quindi, comunicarle”.
2020: primo quadrimestre confortante per l'Asolo Prosecco
Intanto, la denominazione può tirare un sospiro di sollievo. Se nel 2019 sono state superati i 17 milioni di bottiglie, anche il primo quadrimestre, nonostante l’emergenza Covid, presenta un’ulteriore crescita a doppia cifra: +22% rispetto ad aprile dell’anno scorso. Al momento, quindi, non ci segnali negativi tali da giustificare strategie anti-crisi, simili a quelle attuate dal Prosecco Doc (congelamento della vendemmia fino a gennaio 2021) o del Superiore (diminuzione delle rese): “Aspettiamo e vediamo” rivela il presidente Zamperoni “Allo stato attuale gli indicatori sono tranquillizzanti. Valuteremo eventuali interventi nel mese a venire”.
a cura di Gianluca Atzeni, Andrea Gabbrielli e Loredana Sottile
Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri del 28 maggio
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