"Il Prosecco alla spina è un fake". I manifesti anticontraffazione nella metro di Londra scatenano l'ira delle lobby

29 Gen 2024, 14:14 | a cura di
Ben 800 manifesti: il Consorzio di tutela della Doc Prosecco ha concentrato i suoi sforzi comunicativi sulla piazza londinese per spiegare ai consumatori amanti delle bollicine italiane che non è corretto usare il termine Prosecco abbinato al consumo di un vino frizzante venduto non in bottiglia

«Non chiamate Prosecco un generico vino effervescente. Questo non è Prosecco». Il messaggio lanciato a dicembre dai produttori italiani ai consumatori britannici, attraverso il Consorzio di tutela della Doc, è che il Prosecco alla spina è un fake. Una campagna anticontraffazione, avviata a dicembre 2023, che ha provato a smuovere le acque di uno dei mercati che consumano più bollicine al mondo, soprattutto italiane, e dove proprio la moda dei vini serviti come una birra nei fusti al pub è decollata da almeno dieci anni. E questo messaggio qualcosa sembra averla ottenuta, dal momento che non si è fatta attendere la risposta dei venditori inglesi di vino alla spina.

Oltre 800 manifesti

Il Consorzio di tutela della Doc Prosecco ha concentrato i suoi sforzi comunicativi sulla piazza londinese per spiegare ai consumatori amanti delle bollicine italiane che non è corretto usare il termine Prosecco abbinato al consumo di un vino frizzante venduto non in bottiglia. Ed è così che, nello scorso dicembre, nelle metropolitane più frequentate di Londra (ogni giorno tutta l'Underground accoglie in media 3 milioni di passeggeri) sono comparsi ben 800 manifesti, in particolare nelle centralissime stazioni di Waterloo, Westminster, Embankment, Charing Cross. Un'iniziativa pensata per spiegare che la bottiglia è l'unico modo per poter bere il Prosecco italiano e che nemmeno la lattina è il contenitore da cui si può bere il vino originale a denominazione.

Il presidente Zanette: "Un atto fraudolento"

«La vendita alla spina di un vino chiamato Prosecco è un atto fraudolento», ha sottolineato il presidente Stefano Zanette che, attraverso l'ufficio tutela della Doc, lavora quotidianamente in collaborazione con le autorità locali per contrastare i fenomeni di usurpazione del marchio di tutela europeo. Considerando la crescente gravità del problema nel Regno Unito, l'impegno del Consorzio «sarà sempre più determinato nei prossimi mesi - ha annunciato - per garantire ai consumatori inglesi che quando ordinano 'Prosecco' sia servito il Prosecco Doc».

prosecco

La reazione dei venditori inglesi di "Prosecco on tap"

L'ampiezza della campagna italiana ha evidentemente agitato le acque nel fiorente e ricco business britannico del Prosecco alla spina ("draft Prosecco" o "Prosecco on tap"). Il Consorzio veneto-friulano, che nel 2023 ha venduto oltre 600 milioni di bottiglie in tutto il mondo, ha definito «scomposta» la reazione della lobby dei rivenditori inglesi che avevano polemizzato contro l'iniziativa avviata nel periodo delle festività parlando di «azione fuori dalla realtà rispetto alla richiesta del mercato».

Mancata consapevolezza di operatori e consumatori

«Alla spina non esiste alcun Prosecco - ha ribadito Luca Giavi, direttore dell'ente che ha sede a Treviso - e quest’idea nasce da una mancanza di conoscenza e consapevolezza sia degli operatori del settore sia dei consumatori. La vendita di vino frizzante alla spina si può fare ma non può essere chiamato Prosecco. Il nostro Prosecco Doc - ha concluso - si chiama così perché rispetta un disciplinare che determina una serie di parametri che lo rendono unico e certificato e per questo scegliere l’originale è sempre meglio di una banale imitazione».

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