Le abbiamo incontrate in Salento, nell'azienda di Jaddico, uno dei quattro possedimenti di Tenute Rubino. Non semplici braccianti, ma signore e ragazze che si tramandano la sapienza da madre in figlia. Sono figure specializzate a cui l'azienda ha affidato la responsabilità di una viticultura di precisione. Non sono addette solo alla raccolta ma anche alla cura del vigneto durante l'anno (diradamento, defogliazione, cimatura). Manca solo un passaggio, quello della potatura secca, ancora ad appannaggio degli uomini, ma è solo una questione di tempo, promette il proprietario Luigi Rubino: dal prossimo anno anche la potatura sarà al femminile.
La famiglia Rubino
Le abbiamo sentite ridere e cantare tra i filari di susumaniello, un'uva a bacca nera rarissima, che cresce solo qua, nell'alto Salento, nella zona del Brindisino. Nella tenuta di Jaddico ce ne sono 7 ettari e guardano il mare Adriatico in faccia. In tutta la zona vocata il totale non supera i 50 ettari. In passato era così abbondante da poter "caricare un somaro" come spiega il nome. Poi, con la ristrutturazione della base ampelografica pugliese, quest'uva è stata abbandonata.
I vigneti di Jaddico
A Tenute Rubino esiste un vero e proprio "Progetto Susumaniello" che ha voluto restituire dignità a quest'uva, non usandola più per i tagli, ma vinificandola in purezza. Il risultato è una beva di grande colore grazie all'importante carica antocianica degli acini e di bella forza aromatica. Non pecca in acidità e promette buona tenuta negli anni. Di contro non è un vino semplice e di immediata comprensione. Quasi poco "pugliese" potremmo dire.
Le etichette di Susumaniello di Tenute Rubino si chiamano "Oltre Me" e "Torre Testa", entrambe figlie di piante che provengono da una selezione massale operata su un vigneto di 75 anni e che crescono su terreni di origine calcarea e piuttosto sciolti grazie alla presenza di sabbie.
Lo scenario di forti anticipi vendemmiali prefigurati in Italia a causa della siccità non ha avuto effettivo riscontro da queste parti. Il susumaniello ha sofferto poco. Anzi, la grande vigoria delle piante ha richiesto ripetuti interventi da parte dell'"allegra brigata" di vendemmiatrici che si sono occupate della gestione della chioma, della potatura verde, della gestione dei polloni e della sfemminellatura.
Quanto a loro - una quindicina di signore guidate dal caposquadra Grazia - sono appagate dalla bellezza dei grappoli e dalla fatica in campagna. Che qui al Sud significa anche riscatto sociale e lavorativo. Sanno di essere brave perché hanno investito su di loro, tenendo saldo il legame con la terra.
Foto di apertura ed etichette: copyright Tenute Rubino; ph. di Giampaolo La Paglia
testo e video di Francesca Ciancio
20/09/2012