x.html" target="_blank">domani) vedrà contro due squadre su di un rettangolo verde. Ma state pure tranquilli, non avete sbagliato testata, questo non è il sito della Gazzetta o del Corriere dello Sport, chi vi scrive non è Mario Sconcerti. Noi il derby lo abbiamo giocato ieri sera all’interno di un bicchiere: vediamo com’è andata.
Da una parte, a rappresentare la compagine spagnola un Montilla Moriles Pedro Ximénez Px Solera Fundacional della Bodegas Robles (con 50 anni, si si 50 anni d’invecchiamento), un vino andaluso passito e fortificato di straordinario spessore, e dall’altra non poteva esserci che il capostipide dell’enologia lusitana: un Porto, nello specifico il Taylor Fladgate Vintage 1985. La sfida è tra due prodotti che presentano alcune analogie e, come quella in campo, sembra piuttosto equilibrata.
Passiamo agli assaggi: il Pedro Ximenez si presenta di colore mogano, con spiccata vscosità e concentrazione. Il naso è davvero profondo, dotato di un buquet ampio e fine, un po’ come il team spagnolo: completo in ogni reparto, armonico, ma che per natura predilige uno sviluppo orizzontale. Tra i sentori si riconoscono note tostate, di uva passa, fichi secchi e mandorla con un ritorno floreale che dona un’inaspettata freschezza dinamicità al tutto. La presenza del legno è piuttosto percepibile, ma non disturba perché ben integrata al corpo del vino.
Dall’altro lato del campo il nostro Porto non si fa certa parlar dietro: partiamo con il descrivere una grande annata come il 1985 (non a caso la stessa di Cristiano Ronaldo), caratterizzata da un inverno freddo e secco e un’estate calda, priva di precipitazioni; in vigna la fioritura è stata piuttosto precoce (attorno alla fine di maggio) e la raccolta è stata effettuata il 26 settembre. I presupposti per un grande vintage ci sono tutti. Vediamo com’è andata. Il colore è rubino scuro, fitto, intenso come gli abissi. Il naso è ricco, pieno al punto che definirlo complesso potrebbe risultare riduttivo. Si susseguono note di frutta rossa sotto spirito, liquirizia, violetta, caramello, poi ancora resina, cioccolato. L’armonia è totale. Il palato presenta un attacco piuttosto dolce, che vira immediatamente sullo speziato, cannella, pepe nero, erbe officinali. L’avvolgenza è davvero impressionante, la struttura è perfettamente bilanciata, a rimarcare ulteriormente le innate potenzialità d’invecchiamento di questa tipologia.
Al fischio finale, nel bicchiere, anche se di poco, il Portogallo è stato superiore alla Spagna, contrariamente ai pronostici del campo. Ora non ci resta che aspettare la partita di domani sera e vedere se campo e bicchiere avranno espresso lo stesso verdetto.
Piergiorgio Votano
26/06/2012