"Stiamo lavorando a un Pinot Grigio Doc da vitigni resistenti. Saremo i primi in Italia". La spallata del Consorzio delle Venezie

16 Gen 2025, 18:42 | a cura di
Nella modifica del disciplinare anche una tipologia low alcol sotto gli 11 gradi. Il presidente Albino Armani racconta i progetti per conquistare GenZ e consumatori italiani

Dalla conquista dellโ€™America a quella della GenZ. La Doc Pinot Grigio delle Venezie inizia lโ€™anno in pole position, pronto a spingere sullโ€™acceleratore del cambiamento. I numeri di fine anno gli danno ragione - imbottigliato a +3% e certificazioni a +8% rispetto al 2023 - ma non bastano piรน. Adesso la missione รจ conquistare il mercato nazionale e i palati piรน giovani. Ne รจ convinto Albino Armani, il presidente del consorzio Doc delle Venezie che, in questa intervista esclusiva al Gambero Rosso, svela i piani per il prossimo futuro: vini a bassa gradazione e utilizzo dei vitigni resistenti. Lโ€™iter รจ avviato su entrambi i fronti, ma non basta solo modificare il disciplinare.

Partiamo dai numeri: una notevole iniezione di ottimismo in un momento in cui i consumi di vino vanno in direzione opposta. Come ve lo spiegate?

Senzโ€™altro si tratta di un dato rassicurante che fa del Pinot Grigio una denominazione anticiclica. La cosa piรน interessante รจ che, in quel +3% cโ€™รจ giร  dentro un anticipo degli imbottigliamenti (140mila ettolitri circa) della nuova annata. E questo ci dice che cโ€™รจ una richiesta maggiore di prodotto e che i quantitativi dello scorso anno non sono bastati a soddisfare la domanda.

Insomma, cโ€™รจ poco Pinot Grigio in circolazione?

Probabilmente negli anni scorsi siamo stati piรน pessimisti del necessario e, adottando le misure di gestione produttiva โ€“ dal blocco degli impianti allo stoccaggio - siamo arrivati corti rispetto alle richieste. Dโ€™altronde รจ lโ€™Italia il maggior produttore di Pinot Grigio al mondo.

Sebbene con una concorrenza sempre piรน spinta da parte dei Pinot Gris californianiโ€ฆ

Questo ci spinge a non accomodarci sugli allora, ma allo stesso tempo รจ un attestato di stima. Il Pinot Grigio lโ€™ha scoperto lโ€™Italia. Il fatto che piaccia ai californiani, tanto da spingerli a investire sui nuovi impianti, ci dice che cโ€™รจ una proiezione positiva dei consumi da qui ai prossimi venti anni: lunga vita al Pinot Grigio, dunque. E che vinca il migliore!

Se lโ€™Italia puรฒ vantare il primato produttivo, sul lato consumi la situazione รจ piuttosto sbilanciata. Quando dici Pinot Grigio, pensi subito al consumatore statunitense. รˆ ancora cosรฌ?

In termini numerici il Nord America vale oltre il 45% del nostro export. Se nel tempo cโ€™รจ stata una stabilizzazione dei mercati chiave, tra cui ci sono anche Regno Unito e Germania, abbiamo anche iniziato a lavorare sulla diversificazione delle piazze, puntando, ad esempio, sul Sudest asiatico e, per la prima volta, sul Sudamerica.

Preoccupati per i dazi annunciati da Trump?

Onestamente no. Anzi, le dirรฒ: al momento il cambio euro-dollaro รจ molto conveniente e ha fatto salire gli ordinativi. Se ha a che fare anche con lโ€™effetto di corsa alle scorte, in vista dei possibili dazi, non saprei. Ma sul mercato statunitense restiamo positivi.

Che ci dice, invece, dellโ€™Italia? Comโ€™รจ possibile che, nel mercato principale di produzione non si vada oltre una quota delle vendite del 10%?

รˆ vero: il nostro Paese produce la metร  del Pinot Grigio del mondo, ma paradossalmente รจ quello che ne beve meno. รˆ chiaro che per il nostro vino รจ necessario accreditarsi anche nel luogo di origine. In quanto produttore faccio un piccolo mea culpa: probabilmente il successo internazionale ha portato le nostre imprese ad accomodarsi su un trend che ha garantito crescita costante e redditivitร , perdendo di vista il mercato interno. Ma per il futuro dobbiamo ricalibrare il tutto e coccolare di piรน i consumatori italiani.

Campagna promozionali a parte, avete in mente una strategia in particolare?

Intercettare i nuovi trend di mercato con proposte concrete. รˆ vero che il Pinot Grigio, almeno negli States, ha uno zoccolo duro di cosiddetti boomer โ€“ quei consumatori che abbiamo intenzione di tenerci stretti โ€“ ma non basta piรน. Per questo abbiamo intenzione di adottare strumenti precisi. E per farlo sarร  necessario curvare il disciplinare verso i nuovi stili di consumo.

Proviamo a indovinare: parliamo per caso dei vini a bassa gradazione alcolica?ย 

Esattamente. Abbiamo giร  il via libera dellโ€™assemblea dei soci per introdurre nel disciplinare una nuova tipologia di Pinot Grigio dai 9 agli 11 gradi (al momento la gradazione minima รจ di 11 gradi; ndr) che, con un nome a sรฉ, affiancherร  la versione tradizionale. Ma soprattutto sarร  un Pinot Grigio con meno calorie. Su questo tema gli Stati Uniti sono molto avanti. Avrร  successo anche in Italia? Speriamo di sรฌ. Sia chiaro che parliamo di low alcol e non di vino dealcolato, che tra lโ€™altro non riguarda la produzione di Doc e Igt.

Sareste in buona compagnia, visto che anche l'altre grande colosso del Nord Est - il Prosecco - ha annunciato il lancio di una versione light.ย  Al di lร  del disciplinare, per ottenere la versione a 9 gradi sarร  necessario intervenire anche nel processo produttivo?

Assolutamente no. Molte aziende hanno giร  lavorato sul low alcol con le Igt e abbiamo visto che si puรฒ tranquillamente scendere di due, tre gradi, semplicemente con una vendemmia precoce, a metร  agosto. Le caratteristiche sono diverse rispetto alla lunga maturazione, ma non tradiscono lโ€™originalitร  del prodotto. Il Pinot Grigio low alcol sarร , quindi, un vino ottenuto naturalmente in pianta, senza altri processi o manipolazioni. Ma questa non รจ lโ€™unica novitร  di cui ci facciamo volentieri apripista in Italiaโ€ฆ

Qual รจ la seconda โ€œspallataโ€?

Lโ€™inserimento dei vitigni resistenti per la prima volta nel disciplinare di una Doc.

Pura avanguardia in Italia. Ci spieghi meglio.

Si tratta di una sfida ambientale che abbiamo deciso di accettare, sia come scelta etica, sia per andare incontro alle esigenze dei consumatori piรน giovani e attenti. La modifica al disciplinare che proponiamo fissa al 10% lโ€™utilizzo dei vitigni resistenti. Sarebbe la prima volta che entrano dentro ad una Doc.

Basta lโ€™inserimento nel disciplinare per poterle utilizzare?

A dire il vero no, anche se abbiamo giร  iniziato lโ€™iter di modifica del disciplinare a Roma. Bisognerebbe prima sbloccare il Testo unico del vino che permette lโ€™utilizzo delle varietร  resistenti solo per le Igt, nonostante a livello europeo la pratica sia ammessa anche per le Doc. Per esempio, in Francia รจ consentito perfino per lo Champagne.

Vi portate avanti, dunque, in attesa che qualcosa si sblocchiโ€ฆ Ci sono buone possibilitร  di ottenere il via libera a breve?

Noi siamo ottimisti e con piacere ci facciamo portavoce di questa innovazione che riguarda anche altre denominazioni. Cโ€™รจ anche un disegno di legge in Commissione agricoltura per togliere il vincolo sulle varietร  resistenti.

Quando parlate di vitigni resistenti a cosa vi riferite in particolare? Piwi, Tea?

In primis a quelli giร  sul mercato e riconosciuti dal registro nazionale delle varietร  di viti. Poi chiaramente il termine indica il pacchetto completo, dalle Tea alle novitร  che verranno dalla cisgenetica.

Quali sono i vantaggi di usare queste varietร , oltre a poterlo dichiarare al consumatore?

Dare concretezza al concetto di sostenibilitร . I vitigni resistenti permettono di ridurre i costi, garantendo una migliore gestione del vigneto. Non vediamo argomenti, se non ideologici, per dire no al progetto. Abbiamo giร  sperimentato i benefici delle varietร  resistenti con le Igt. Dโ€™altronde il vigneto รจ lo stesso. Perchรฉ precludere la possibilitร  alle Doc? Dobbiamo rompere questo muro. Per questo invitiamo anche gli altri Consorzi e le Doc interessate a crederci e spingere in tal senso.

Tra lโ€™altro il vostro Consorzio non si รจ mai tirato indietro rispetto alle novitร . Da tempo avete giร  sdoganato lโ€™uso del tappo a vite. Avete pensato anche alle nuove frontiere del packaging, come ad esempio la lattina?

Se ne parla da tempo, ma non rientra per ora nei nostri piani. La carne al fuoco รจ giร  tanta cosรฌ.

Ultimi numeri
iscriviti alla newsletter
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram