Collegare lo schedario viticolo al registro telematico; abolire il contrassegno fiscale sulle confezioni dei prodotti; programmare i controlli in cantina. Sono questi i tre impegni che il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha preso con il settore vitivinicolo in occasione dell’Assemblea generale Federvini, che si è svolta a Roma lo scorso 8 giugno.
“Abbiamo bisogno di un sistema semplificato” ha detto Brunetta, ricordando che, oltre a essere Ministro, da dieci anni è anche produttore di vino. Il primo punto in particolare è una richiesta che sta molto a cuore al settore: “Cercherò di portare a casa questa riforma entro l’autunno” ha ribadito l’esponente di Forza Italia “perché non è accettabile dover compilare due volte i moduli con le stesse dichiarazioni di vendemmia”.
Sui controlli, invece, la proposta è di un modello comportamentale cooperativo, “ben vengano i controlli, ma non come sistema vessatorio. Per questo è importante poterli programmare, in modo che non creino problemi durante le fasi di lavoro”. Infine, l’abolizione del contrassegno sui prodotti destinati al mercato nazionale, chiama in causa anche l’Agenzia delle entrate (con cui è da vederne la fattibilità) e dovrebbe prevedere la possibilità di digitalizzare completamente i dati delle aziende.
“Serve sburocratizzare”: l’appello di Federvini
Gli impegni presi sono in linea con quanto chiesto da Federvini che, nel corso dell’Assemblea ha sottolineato l’esigenza di intervenire su questioni normative non più rimandabili: lo snellimento degli oneri burocratici e gli incentivi di natura fiscale, con l’obiettivo di migliorare la competitività delle aziende italiane sul mercato estero. “Tra guerra e rincari, è un momento di grande incertezza” ha detto la presidente Federvini Micaela Pallini in apertura dei lavori “Per questo è necessario un confronto aperto e trasparente con il Governo e le filiere produttive: nessun settore si salva da solo. Noi chiediamo interventi di struttura e misure di mercato, in termini di semplificazioni, promozione e supporto a lungo termine per il nostro export”.
Semplificazione per la vendita all’estero
Se il tema semplificazioni ha subito trovato l’appoggio del ministro Brunetta, quello sull’export ha visto l’annuncio, direttamente da Bruxelles, dell’eurodeputato in Commissione Agricoltura Paolo De Castro: “Sulle vendite all’estero ci si sta muovendo a livello europeo per arrivare a un sistema che uniformi sistemi fiscali ed eviti il passaggio dagli importatori dei singoli Paesi di destinazione”. Proprio a causa dei diversi sistemi fiscali, infatti, al momento per una cantina diventa complicato poter spedire il vino direttamente al consumatore finale al di fuori dall’Italia, salvo avere un rappresentante fiscale all’interno di ogni mercato di destinazione.
Un problema sollevato, nel corso dell’Assemblea dalla presidente del Gruppo Vini di Federvini Albiera Antinori: “In un contesto non facile, come quello in cui ci troviamo, l’unica cosa che possiamo fare è lavorare per essere più resilienti ai fattori esterni e più reattivi. Per questo le semplificazioni diventano indispensabili. A partire dal completamento, in Europa dell’armonizzazione del mercato interno sulle vendite a distanza, oggi rese difficoltose dagli adempimenti burocratici in essere che rendono davvero complicato il commercio elettronico dei nostri prodotti. Oggi non è più possibile precludersi un canale nuovo sempre più forte, per motivi legati alla burocrazia”.
a cura di Loredana Sottile
La versione completa di questo articolo è stata pubblicata sul Settimanale Tre Bicchieri del 9 aprile 2022
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