La vite ad alberello di Pantelleria è entrata a far parte della Lista dell'Unesco dei patrimoni culturali immateriali del mondo, con la motivazione che questa pratica agricola rappresenta un esempio unico di coltivazione della vite, tramandata di generazione in generazione nella comunità pantesca. NellaÂÂÂ Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immaterialeÂÂÂ dell’Unesco, il patrimonio immateriale viene descritto come “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi, che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale” (articolo 2).
La decisione è scaturita dalla riunione del Comitato intergovernativo della Convenzione Unesco sul patrimonio culturale immateriale che si è svolta Parigi dal 24 al 28 novembre. È la prima volta che una pratica agricola ottiene un riconoscimento di importanza planetaria, di altissimo valore per l’intero territorio pantesco e per la sua viticoltura eroica. Merito di un lavoro di sinergia che ha visto in prima fila consorzio, assessorato, Irvo (ai tempi della candidatura diretto da Dario Cartabellotta), Mipaaf. E poi, ovviamente, i produttori.La candidatura è stata avviata nel 2010 per iniziativa del prof. Pier Luigi Petrillo, esperto in politiche Unesco, ed è stata iscritta nella tentative list nazionale (la c.d. lista propositiva nazionale) nel 2012, dopo due anni di confronti tra il Ministero e le comunità locali. Il 30 marzo 2013 è stata presentata all’Unesco come unica candidatura italiana. A ottobre 2014, dopo un anno e mezzo di negoziati condotti dal Ministero dell'Agricoltura, l'organo indipendente di valutazione aveva espresso parere favorevole.A tutti questi attori che nel corso degli anni, a vario titolo, hanno contribuito al raggiungimento dell’obiettivo, abbiamo chiesto un commento a caldo. A partire dall’attuale presidente del Consorzio di tutela dei vini Doc di Pantelleria, Pietro Alagna: “Porre la candidatura è stata un’ottima iniziativa perché l’alberello pantesco è qualcosa di unico. Finché ci sarà qualcuno che continuerà a coltivare a mano i vigneti, il miracolo del Moscato e del Passito di Pantelleria, continuerà. Non è importante solo per il settore vitivinicolo ma per l’immagine dell’intera isola di Pantelleria”. Nino Caleca, Assessore regionale dell’agricoltura, è convinto che il riconoscimento costituisca “un elemento decisivo per una nuova strategia di promozione regionale. Per questo stiamo già lavorando alla realizzazione di una rete che coinvolgerà agricoltura, turismo e beni culturali. Un mix vincente anche per l’Expo e capace di veicolare la Sicilia come luogo di eccellenza dello stile di vita Mediterraneo”. Anche il Presidente del Cervim (Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna, in Forte Pendenza e delle Piccole Isole), Roberto GaudioÂÂÂ commentando la notizia ha osservato che “La viticoltura insulare fa parte a pieno titolo della viticoltura eroica, al pari di quella di montagna. Il fatto che sia stata premiata una pratica agricola tradizionale di una piccola isola, rappresenta uno stimolo e un supporto al nostro lavoro”. L’enologo Donato Lanati, attento conoscitore dell’isola ha evidenziato che “èuna grande leva economica che può far si che un piccolo territorio, un minuscolo puntino sulla carta geografica come Pantelleria, venga portato alla ribalta della scena internazionale. Sta poi alle istituzioni, alle organizzazioni turistiche e ai produttori, collegarsi con il mondo per far conoscere cosa Pantelleria può offrire”. Aggiunge José RalloÂÂÂ della Tenuta di Donnafugata: "Il riconoscimento è stato assegnato ad una pratica fantastica, una pratica che conserva il paesaggio, lo valorizza ed è in grado di creare le condizioni per grandi vini. Per questo è premio alla Natura, all'uomo contadino e al Passito di Pantelleria".
Le prevedibile ricadute, infatti, investiranno non solo il mondo del vino pantesco, ma anche e soprattutto, il comparto turistico nel suo complesso, perché la notorietà internazionale di cui godrà l’isola nei mesi a venire sarà davvero enorme. Dopo diverse annate non sempre facili per Pantelleria, il 2015 si presenta sotto i migliori auspici. Del riconoscimento Unesco e degli effetti sull’economia sul breve e lungo periodo, si è già detto. Ma già a partire del Primo Maggio i riflettori saranno nuovamente puntati sull’isola perché nel giorno dell’inaugurazione dell’Expo, Pantelleria farà da apripista per le Piccole Isole del Cluster Bio-Mediterraneo. Non solo. Nel corso dell’anno farà l’ingresso nelle sale cinematografiche anche A Bigger splashil nuovo attesissimo film del regista palermitanoLuca Guadagnino. Cast di stelle, da Ralph Fiennesa Tilda Swinton, da Margot Robbie a Dakota Johnson. Pertanto in breve arco di tempo – Unesco, Expo e A Bigger splash - porteranno il nome e le immagini di Pantelleria in giro per il mondo: una“finestra di comunicazione”come mai era successo in passato. La scommessa da vincere è riuscire a capitalizzare questa occasione.
Inoltre i vini della Doc Pantelleria avranno diritto ad inserire il logo dell’Unesco in etichetta, un privilegio che solo pochi vini al mondo possono vantare. Il Sindaco di Pantelleria, Salvatore Gino Gabriele, pur esprimendo soddisfazione guarda con preoccupazione il futuro perché il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha recentemente firmato un accordo con Assomineraria e Eni per un piano di trivellazioni petrolifere nel Canale di Sicilia cioè proprio di fronte all’isola. Per contestare la decisione, il Sindaco insieme ai giovani dell’associazione Agorà, ha scritto una lettera aperta a Crocetta nella quale si dice che “Vorremo tornare a puntare sulla bellezza delle nostre isole, del mare, come leva per combattere il declino economico e rilanciare questo nostro grande territorio…un mare che profumi di vita e di bellezza e non di morte, unto di petrolio e odorante di zolfo…Fermi questo declino, fermi le trivellazioni, presidente Crocetta, e punti a uno sviluppo sostenibile della sua terra”. Già perché quello dell’Unesco è anche un premio alla sostenibilità dell’agricoltura pantesca che notoriamente non va d’accordo con le piattaforme petrolifere. A Pantelleria devono crescere i vigneti.
a cura di Andrea Gabbrielli
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 27 novembre.
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