Basalti neri come una notte senza stelle, rocce color del fuoco, ossidiane e tufi verdi, ricordi lontani dโantiche eruzioni vulcaniche, colorano questa goccia di lava persa nel blu cobalto del mare. Il cielo รจ animato dalla violenza del vento che soffia senza sosta nel cuore del Mediterraneo, come un respiro ribelle, libero e profondo. Gli arbusti selvatici, piegati dalla forza del Maestrale e dello Scirocco, stanno silenziosamente riparati tra i massi. Neppure gli ulivi osano lasciare la terra e crescono bassi, quasi sdraiati come cespugli contorti. Le piante di cappero strisciano come serpi dalle foglie carnose tra le rocce scure, con il loro generoso carico di preziosi fiori. Quella di Bent el Riah, โla figlia del ventoโ come la chiamavano gli Arabi, รจ una natura ruvida e selvaggia, bruciata da un arido sole.
Le vigne di Pantelleria
In un ambiente estremo, senza sorgenti dโacqua, che si deve accontentare del dono mattutino della rugiada o di rare piogge, solo una pianta ostinata come la vite poteva sopravvivere. Gli aspri rilievi rocciosi dellโisola sono tagliati orizzontalmente da ordinate linee di muretti a secco. Pietre di lava sapientemente accostate, che sostengono i piccoli e arditi terrazzamenti, frutto di una viticoltura eroica e faticosa. Un geometrico paesaggio vitato, creato nel corso dei millenni dai contadini panteschi, cosรฌ ben integrato nel contesto ambientale da costituire un esempio di perfetta simbiosi tra uomo e natura. La fitta trama delle ordinate pietre dei terrazzamenti รจ punteggiata qua e lร dai cubi di lava dal tetto bianco dei dammusi, le caratteristiche abitazioni di Pantelleria e dagli alti muri circolari dei giardini panteschi, antichi e ombreggiati custodi dei pochi alberi dโagrumi. Un territorio da esplorare e scoprire assaporando tutti i colori, i profumi e i sapori di una storia millenaria. Pantelleria รจ da sempre il crocevia del Mare Nostrum, sospesa tra la Sicilia e lโAfrica, รจ il naturale porto dโapprodo per chi naviga sulle rotte da oriente a occidente o da sud a nord. Antica terra del popolo dei Sesi, dei Fenici, dei Romani, dei Bizantini e poi degli Arabi, che hanno lasciato la testimonianza della loro lunga presenza con i nomi di molte contrade: Bukkuram, Khamma, Rekhale, Gadir, Kattibuale e altre.
Lโuva zibibbo e lโalberello di Pantelleria
Lโuva zibibbo, o moscato dโAlessandria, รจ presente da secoli sullโisola e viene coltivata ad alberello, secondo unโantichissima consuetudine diffusa in tutte le aree calde e siccitose del Mediterraneo. La vite รจ piantata senza tutori e allevata come un minuscolo albero. Le piante sono messe a dimora in piccole conche, che riparano dal vento e consentono di raccogliere e convogliare verso le radici la poca umiditร della notte. Una forma di coltivazione trasmessa di generazione in generazione dai contadini panteschi, che ha consentito la sopravvivenza della viticoltura in queste difficili condizioni. La Pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria รจ stata la prima tradizione rurale al mondo a essere riconosciuta Patrimonio dellโUmanitร dallโUnesco nel 2014. Lโalberello pantesco rappresenta un elemento identitario della cultura agricola e della storia dellโisola. Una consuetudine che รจ diventata il simbolo del profondo legame tra il lavoro dellโuomo e la natura. Il riconoscimento Unesco รจ un importante punto di partenza per valorizzare sia lโisola nel suo complesso, che i vini di Pantelleria. Lโistituzione nel 2016 del Parco nazionale dellโIsola di Pantelleria potrร portare a una maggiore valorizzazione del patrimonio paesaggistico e ambientale e allโincremento di un turismo di qualitร , alla ricerca di una vacanza a contatto con la natura, con importanti testimonianze storico-archeologiche e la ricchezza enogastronomica pantesca.
I vini di Pantelleria
La prima edizione del Pantelleria DOC Festival, che dal 31 agosto al 9 settembre ha visto lโisola animarsi di molte iniziative, รจ stata promossa dal Consorzio dei Vini Doc di Pantelleria e dal Consorzio turistico Pantelleria Island, con il patrocinio del Comune e del Parco nazionale isola di Pantelleria. Lโevento ha offerto lโoccasione per fare il punto sulla produzione dei vini e per riflettere sulle prospettive future del territorio.
Oggi a Pantelleria operano 445 viticoltori, di cui 370 associati al Consorzio. La superficie totale vitata รจ di 417 ettari, con una resa media per ettaro che non arriva a 45 quintali. In passato le vigne coprivano una superficie molto piรน ampia, progressivamente abbandonata per lโarrivo sui mercati di varietร di uva da tavola piรน produttive e per la scarsa remunerazione legata alla coltivazione di uve destinate alla produzione di vini. I dati del 2017 del Consorzio, che rappresentano circa 83% del totale dellโisola, ci danno la seguente fotografia: la tipologia Passito Liquoroso rappresenta il 62%, il Passito il 15%, il Moscato liquoroso il 13%, il Moscato il 4%, il Pantelleria bianco il 5%, il Pantelleria frizzante lo 0,5% e il Pantelleria spumante lo 0,5%. La fetta piรน grande di mercato, che coincide anche con le vendite nel canale GDO, รจ rappresentata dai liquorosi, la tipologia piรน economica di Passito, ma anche la meno nobile e quella che meno rispecchia lโeccellenza della grande tradizione pantesca. La percentuale dei bianchi fermi รจ piuttosto bassa, anche se la presenza di cantine che imbottigliano in Sicilia sotto altre denominazioni, rende il dato poco attendibile.
Prospettive per il futuro
Nelle giornate del Festival Pantelleria DOC si รจ parlato molto della valorizzazione di Pantelleria come territorio, esaltando la sua unicitร e la sua bellezza, che nel campo vitivinicolo si esprimono attraverso la coltivazione della vite ad alberello, Patrimonio dellโUnesco, i suoli vulcanici e le vigne terrazzate. Elementi di grande impatto paesaggistico e di enorme valore storico e culturale, che dovrebbero costituire i pilastri su cui fondare la tipicitร dei vini dellโisola. Il consumo dei vini dolci รจ in calo ovunque e la produzione del Passito di Pantelleria sarร inevitabilmente destinata a rappresentare una piccola nicchia di mercato. Considerando la storia di questo vino e il livello di qualitร che esprime, sarebbe opportuno cercare di ottenere la DOCG per questa tipologia.
Seguendo lโesempio di Denominazioni di territori simili, ad esempio Lipari o lโisola greca di Santorini, si potrebbe cercare di orientare maggiormente la produzione verso vini bianchi secchi, cambiando un poโ lโimmagine e la percezione di Pantelleria, oggi troppo legata solo al Passito. Santorini, patria del Vinsanto, รจ unโisola vulcanica per molti versi paragonabile a Pantelleria. Ha un clima siccitoso, un vitigno simbolo come lโassyrtiko ed รจ costantemente battuta dalle raffiche violente del Meltemi, che costringe addirittura a coltivare la vite a terra, con una sorta di โcanestroโ naturale. Se in passato la fama dellโisola greca era legata al celebre Vinsanto, nel corso degli ultimi decenni la produzione dei vini bianchi secchi ha preso il sopravvento. Basta assaggiare le etichette del Domaine Sigalas o di Hatzidakis per scoprire bianchi di qualitร assoluta. A Pantelleria non manca nulla per percorrere con decisione questa strada.
Peccato che a fronte del desiderio generale di voler valorizzare Pantelleria, il suo nome e la sua storia, i principali produttori di vini bianchi secchi a base di zibibbo commercializzino le loro etichette con le denominazioni Sicilia DOC o Terre Siciliane IGT, senza nessun riferimento allโisola. Una vera contraddizione. Se si vuole veramente promuovere Pantelleria, occorre legare in modo chiaro e univoco un vino e un vitigno a un territorio e alla pratica agricola dellโalberello pantesco. Per creare una riconoscibilitร certa e un valore per lโisola, bisogna utilizzare il nome di Pantelleria in etichetta. ร inoltre necessario comunicare e far conoscere le particolaritร della cultura pantesca, lโutilizzo di una pratica agricola riconosciuta Patrimonio dellโUmanitร dallโUneesco e il carattere vulcanico del terroir, argomento di grande interesse e attualitร .
I migliori assaggi
Le giornate del Pantelleria DOC Festival sono state lโoccasione per visitare le principali cantine dellโisola, incontrare i produttori e assaggiare i loro vini. Il Passito di Pantelleria DOC si รจ confermato il vino di punta del territorio. Il livello complessivo รจ molto buono, con etichette di vera eccellenza. Meno convincente il Passito Liquoroso, che puรฒ vantare un notevole successo commerciale per via del basso prezzo, ma che rischia di creare una percezione distorta del Passito nel consumatore meno attento. Tra i bianchi secchi ci sono bottiglie molto interessanti. Tuttavia se lโobiettivo futuro sarร puntare su questa tipologia, รจ necessario fare un ulteriore salto di qualitร .
Tra i pochi spumanti elaborati con uva zibibbo in purezza, segnaliamo il Metodo Classico Matuรจ '14 di Salvatore Murana. Affinato per 36 mesi sui lieviti, esprime profumi di zagara, note agrumate e iodate. Il sorso รจ fresco e salato, con un finale vibrante, su note piacevolmente citrine. Ci sono piaciuti molto anche i vini bianchi di Salvatore Murana. Il Pantelleria Bianco Praia '16 nasce nella zona di Praia, Ghirlanda e Coste, la piรน fresca dellโisola. Esprime aromi dโagrumi, sentori di erbe della macchia mediterranea, sensazioni sapide e di pietra focaia, su un sottofondo aromatico, delicato e armonioso. Il Pantelleria Bianco Gadรฌ '14 proviene dalle vigne coltivate a Gadir. Regala aromi di fiori bianchi, erbe officinali, un centro bocca dal frutto maturo e aromatico, che si allunga verso un finale sapido e minerale.
La cantina di Marsala Marco De Bartoli, dal 1984 produce vini a Pantelleria nella Tenuta Bukkuram. L'Integer '16 รจ realizzato utilizzando fermentazioni spontanee e lieviti indigeni, con macerazione sulle bucce, parte in botti usate e parte in anfora. Il vino si affina per 10 mesi in fusti di rovere francese e viene imbottigliato senza chiarifica e filtrazione. Un calice che regala densi aromi di frutta gialla matura, note di mandarino, un sorso salato di vibrante freschezza e un finale caratterizzato da una piacevole sensazione tannica. Piรน tradizionale ilPietranera '15, che รจ prodotto con le uve provenienti dalle zone piรน fresche delle contrade Cufurร e Ghirlanda. Un vino dal profilo snello e di buona tensione acida, in cui le note sapide, agrumate e minerali, prevalgono sulle morbidezze aromatiche dello zibibbo.
La Tenuta Coste di Ghirlanda coltiva le sue vigne nella splendida Piana di Ghirlanda, situata nella zona centrale dellโisola. Il Silenzio '14 รจ uno zibibbo intenso ed elegante, con aromi di erbe selvatiche della macchia mediterranea, cenni balsamici e freschi aromi agrumati, che si distendono al palato in modo armonioso e persistente, con un frutto maturo e un finale dalle gradevoli sensazioni saline.
Tra i passiti, una conferma la qualitร del Passito di Pantelleria Bukkuram Padre della Vigna '12 di Marco De Bartoli. Complesso e avvolgente, ricorda gli aromi dellโuva passa, di datteri, fichi secchi, scorza dโagrumi candita, sentori erbe officinali e freschi ricordi balsamici. Altra grande bottiglia il Passito di Pantelleria Mueggen '11 di Salvatore Murana, che esprime aromi di uva sultanina, uniti alla freschezza dellโagrume candito, delle erbe aromatiche della macchia mediterranea e chiude con un finale leggermente amaricante. Il Passito di Pantelleria Ben Rye di Donnafugata non ha bisogno di molte presentazioni รจ ormai da anni tra i vini dolci italiani piรน premiati. Lโannata 2010 si presenta con aromi maturi, profondi e complessi, con note di uva passa, frutta secca, albicocca disidratata, morbide spezie e miele dโagrumi. La Cantina Basile produce il Passito di Pantelleria Shamira con le uve provenienti dalle Contrade Scirafi e Sateria. Lโannata 2012 regala armoniosi aromi di uva sultanina, arancia amara, scorza dโagrumi, miele di castagno e mallo di noce. Chiudiamo con due espressioni molto classiche del Passito di Pantelleria, quasi didattiche nel loro modo dโinterpretare questโeccellenza dellโisola: il Passito di Pantelleria Nes '16 delle Cantine Pellegrino e il Passito di Pantelleria Arbaria '15 di Vinisola.
a cura di Alessio Turazza