La tecnologia nel settore delle energie rinnovabili può contribuire a produrre vini migliori? La risposta potrebbe essere affermativa. Sun'Agri, azienda francese specializzata nell’integrazione tra agricoltura e fotovoltaico, ha sviluppato un sistema agrovoltaico dinamico (DAV) capace di influenzare positivamente la maturazione delle uve. Studi condotti in diversi vigneti francesi hanno dimostrato che l’uso di questi pannelli solari può migliorare le caratteristiche sensoriali del vino.
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Luce, ombra e tecnologia
I pannelli fotovoltaici vengono installati sopra le viti e, grazie a un sistema computerizzato, si inclinano automaticamente durante il giorno per modulare l’intensità della luce solare che raggiunge le piante. «Gli algoritmi regolano l’ombreggiatura per proteggere le viti dai rischi climatici – siccità, eccessiva esposizione al sole, gelo, piogge intense – o, al contrario, favorire la fotosintesi» spiega Nathanaël Kasriel, vicedirettore di Sun’Agri.
Ma l’effetto non si limita alla protezione: il sistema incide anche sulla qualità delle uve. «L’ombreggiamento rallenta l’accumulo di zuccheri nei grappoli, riducendo il potenziale alcolico del vino» continua Kasriel. Un altro aspetto chiave è la temperatura. «Le condizioni più fresche sotto i pannelli aiutano a preservare l’acidità dell’uva, elemento essenziale per l’equilibrio del vino. Inoltre, il ritardo nella maturazione permette di vendemmiare a temperature più miti, ottimizzando la qualità della raccolta».
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Gli studi sul campo
Queste considerazioni derivano da sperimentazioni condotte in vari vigneti francesi. «I primi risultati, in particolare quelli ottenuti nel 2023 a Tresserre, nella denominazione del Roussillon, ci hanno suggerito che il sistema agrovoltaico dinamico può esaltare gli aromi del vino» racconta Kasriel.
Nel 2024, un ulteriore studio in vigneti della valle meridionale del Rodano ha evidenziato un aumento delle rese grazie al sistema, in particolare su varietà come Grenache Blanc, Chardonnay e Marselan. Lo Chardonnay ha registrato la crescita più significativa (+60%), seguito da Marselan (+30%) e Grenache Blanc (+20%).
E le ricerche non si fermano qui. «Nel 2025 testeremo il sistema su uve Viognier in un vigneto di Rodilhan, in Linguadoca, per approfondire il suo impatto sui profili aromatici del vino bianco».