La Tenuta Setteponti
La storia di Tenuta Setteponti è molto più ricca, complessa e dettagliata di quello che può sembrare. L’idea è di Antonio Moretti Cuseri, imprenditore di successo nel mondo della moda, deciso a investire nel vino a partire da alcuni terreni di famiglia. Detta così, la faccenda potrebbe sembrare simile a tante altre, con il business man di turno affascinato da un settore trendy, che per togliersi lo sfizio decide di fare un’azienda tutta sua, magari senza troppe competenze. Una lettura facile facile ma, appunto, sbagliata.
Fin dall’inizio, Moretti ha dimostrato un’incredibile passione per il vino, dedicando al progetto molto del suo tempo e un’incredibile energia. Ha studiato la materia nei minimi dettagli, passo dopo passo, dalla comprensione intima del settore e dei personaggi che lo popolano alle questioni tecniche, con tanto di indagine sui terreni a disposizione e lo stile di vino da realizzare. E poi ha assaggiato molto, formando un palato e un’idea piuttosto precisa. Per questo, tutti i consulenti che collaborano all’impresa non hanno mano libera: ogni minima scelta è frutto di confronti serrati, discussioni, prove e controprove. Tutta un’altra storia rispetto a quegli imprenditori che investono in un mondo sconosciuto, chiamano un enologo di grido e pensano di ottenere grandi risultati alla prima vendemmia.
La Tenuta Setteponti e il territorio
Ma facciamo qualche passo indietro, a cominciare dal territorio. La tenuta prende il nome dai Sette Ponti sull’Arno che caratterizzano la strada che collega Firenze ad Arezzo; il più noto è Buriano, costruito tra il 1240 e il 1277, che si intravede anche sullo sfondo de la Gioconda di Leonardo Da Vinci. L’acquisto della proprietà arriva negli anni ’50, ad opera dell’architetto Alberto Moretti Cuseri, padre di Antonio, che si accaparra i primi 55 ettari direttamente dalle principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia d’Aosta. Un bell’affare, non c’è dubbio, che allora però poco aveva a che fare con l’idea di un’impresa agricola, anche se il vino veniva fatto ogni anno e i risultati non erano male. La svolta arriva negli anni ’90, quando Antonio decide di produrre il vino in bottiglia, etichettandolo come “Tenuta Sette Ponti”. Ci vuole qualche anno per arrivare alla prima vendemmia “buona” ma nel 1998 nasce Crognolo, dal classico sangiovese della zona, e un anno più tardi Oreno.
Oreno: il supertuscan dell'aretino
È questa l’etichetta simbolo dell’azienda, quella che più di tutte ne distilla l’idea e l’ambizione. Il sogno di competere con i più grandi vini del mondo, a partire dagli adorati Bordeaux, convince la famiglia a puntare su un blend a cavallo tra risorse territoriali e varietà interazionali, mixando sangiovese, merlot e cabernet sauvignon. Una sorta di supertuscan che esplora, forse per la prima volta con questa convinzione, le potenzialità del terroir aretino.
Il vino riscuote velocemente un gran successo, sia in Italia che all’estero. Dopo poche vendemmie, la rivista Wine Spectator lo posiziona sui gradini più alti della sua Top 100. Una consacrazione che appaga ma non soddisfa del tutto i Moretti, che stupiscono per la positiva ambizione, la competenza acquisita e la voglia di guardare sempre più in alto.
Oreno: i primi successi e la voglia di migliorare
Vengono fatte scelte coraggiose, a volte anche sorprendenti, come ad esempio il cambio nella conduzione tecnica che passa da Carlo Ferrini a Beppe Caviola; un fatto non usuale per un progetto che si stava dimostrando vincente, che dimostra ancora una volta la voglia di fare e l’interventismo della famiglia.
Tornando al vino, l’uvaggio viene rivisto anno dopo anno, fino alla formula attuale che mette in campo una piccola quota di petit verdot, accanto ai già consolidati merlot e cabernet sauvignon. L’idea bordolese si rafforza e con lei quella di un rosso che è certamente figlio della sua terra ma soprattutto di un’idea e del sogno di un uomo.
La verticale delle prime 20 annate di Oreno conferma la qualità delle scelte e ne mostrano l’evoluzione, con cambi di passo e consolidamenti che non escono da un tracciato definito e piuttosto riconoscibile. Un grande vino, stilisticamente comprensibile in tutto il mondo, eppure ricco di dettagli che chiedono solo di essere osservati.
Oreno di Tenuta Setteponti. La verticale
Oreno 1999
sangiovese 50%, merlot 25%, cabernet sauvignon 25%
Vino ancora molto in forma, mostra l’evoluzione terrosa del sangiovese, con abbracci balsamici e un tocco di cipria, mentre il frutto ricorda la prugna. La bocca è spessa, abbastanza carnosa e tannica, ancora attraversata da una sottile vena acida e con un quid di legno che abbraccia la parte tannica e una componente alcolica ben ingabbiata dalla struttura. Bellissimo finale, pulito e delicato. Valutazione: 93
Oreno 2000
sangiovese 50%, merlot 25%, cabernet sauvignon 25%
Naso più intenso ma anche più monolitico del precedente, anche se dotato di un bel contraltare balsamico. Gli aromi ricordano la prugna, le mandorle dolci e le spezie. La bocca è spessa, di spalla tannica importante e cenni tostati finali. Il ritmo della beva non manca e, nonostante l’alcol rilevante, la beva non manca. Finale tutto giocato sulle sensazioni sentite al naso. Valutazione: 90
Oreno 2001
sangiovese 50%, merlot 25%, cabernet sauvignon 25%
Note tostate in evidenza al naso, con cenni di torrefazione e caffè. Bottiglia piuttosto evoluta, il naso si apre ed emergono sensazioni di prugna e toni dolci di confettura. Anche in bocca lo schema è simile, con una ricchezza a tratti eccessiva, tannini importanti e caldo finale. NV
Oreno 2003
sangiovese 50%, cabernet sauvignon 25%
L’annata calda riduce l’uvaggio ai soli sangiovese e cabernet sauvignon, sconsigliando l’impiego del merlot. Le note mature sono evidenti ma non eccessive, mentre allo stesso tempo emergono sensazioni vegetali. Anche la bocca è ricca e matura, piuttosto tannica, amarognola e di medio cabotaggio. Bella resistenza al tempo, comunque, visti i 18 anni trascorsi e una delle vendemmie più calde degli ultimi trent’anni. Valutazione: 88
Oreno 2004
sangiovese 50%, merlot 25%, cabernet sauvignon 25%
Naso intenso, per certi versi monolitico, non del tutto disteso. Attacca con un’idea di oliva nera, mora e sfumature di idrocarburo. Altra versione in cui la maturità del frutto prende la scena e sfocia in una bocca carnosa, compatta e serrata. Il finale è più sfumato e coinvolgente, capace di virare su nuance iodate, marine. Finale potente e tannico. Valutazione: 89
Oreno 2005
merlot 40%, cabernet sauvignon 40%, sangiovese 20%
Naso molto fine, più fresco e dettagliato delle versioni precedenti. Il frutto è fresco e ricorda la ciliegia, ben accompagnato da note di terra e cenni mentolati. Non mancano nuance di scatola di sigaro e resine nobili. Un tratto che ricorda i rossi del Medoc accompagna un sorso soave e rifinito, salato e piccante, ben puntellato da tannini ricchi, ma mai invasivi e un goloso abbraccio alcolico che riporta su uno schema mediterraneo. Valutazione: 91
Oreno 2006
merlot 40%, cabernet sauvignon 40%, sangiovese 20%
Vino dallo schema simile a quello dell’annata precedente, con un quid di intensità e struttura in più. Carnoso e spesso, mostra note sanguigne di bella personalità, avvolte da un frutto rigoglioso ma non esageratamente maturo. In bocca ha polpa, grip tannico e ampiezza, con un finale di tè nero e lieve accenno affumicato. Valutazione: 90
Oreno 2007
merlot 50%, cabernet sauvignon 30%, sangiovese 20%
Bel naso, serrato e compatto, con un’idea di nocciola che richiama l’attenzione sulla componente tostata, comunque mai invasiva. Sotto c’è una trama frutta rifinita, di frutti di bosco e un’idea di peperone. Bocca su uno schema aromatico simile, ricca di alcol e tannini, in uno schema etereo, caldo, ma mai troppo pesante. Finale piacevole per distensione e pulizia. Valutazione: 89
Oreno 2008
merlot 45%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 15%
È un’annata di svolta e si sente. Il sangiovese lascia definitivamente spazio al petit verdot, per uno schema che diventa totalmente bordolese, mentre la maturazione in legno si alleggerisce, con i tonneau che prendono spazio alle barrique. Il vino ne guadagna in finezza ed eleganza, con gli aromi che incrociano piccoli frutti rossi, cardamomo, spezie fini e pregevoli note di erbe aromatiche. Anche la bocca è meno estrattiva e più slanciata, succosa e viva, distesa nella parte acida ben integrata e dal tannino morbido e carezzevole. Valutazione: 92
Oreno 2009
merlot 45%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 15%
Bellissimo naso che incrocia cenni di arancia sanguinella a note ferrose, di ruggine, prima di mostrare nuance di nocciola tostata, cardamomo, pepe e tè nero. Il sorso, elegantissimo e verticale, è attraversato da una sensazione iodata di alghe, decisamente umami. Per il resto è un tripudio di frutta rossa, agrumi e timo, con un tannino fitto, preciso e puntiforme che chiude il lungo finale, molto fresco e vitale. Valutazione: 94
Oreno 2010
merlot 45%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 15%
Vino di assoluta finezza che segna un cambio di passo del progetto, anche grazie all’annata. Profumi intriganti, lievi, perfettamente misurati nell’apporto del legno, che non è mai sopra le righe, e in quelli erbacei. Dominano le sensazioni floreali e i frutti rossi appena raccolti, così come le spezie dolci, le note di resine nobili e cenni di sottobosco. Anche il sorso è finissimo e slanciato, profondo, chiuso da accenni di liquirizia. Valutazione: 95
Oreno 2011
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
Forse una bottiglia non del tutto a posto e, di conseguenza, un vino sotto le attese. I toni si fanno da subito molto maturi, al limite della confettura, e la bocca appare molle, poco definita, polverosa sul piano tannico. NV
Oreno 2012
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
Subito molto gradevole e intenso, il vino mostra un profilo ricco di frutti rossi, con un tocco affumicato e note di cipria a rifinire. Non mancano cenni floreali a completare un naso complesso e sfaccettato. Anche il sorso è compatto, con un bel frutto a dominare la scena, il centro bocca compatto e il finale serrato, con tannini incisivi ma ben estratti. Valutazione: 91
Oreno 2013
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
Naso intenso con sentori netti di prugna e frutti neri, con sfumature di cipria e contraltare balsamico. Pian piano emergono anche sentori di tè nero, cenni di pepe e foglie di tabacco fresco. Le sensazioni tornano in una bocca spessa, compatta, abbracciata da percezioni caloriche e ben mature. Valutazione: 90
Oreno 2014
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
L’annata porta in dote profumi meno nitidi del solito, con qualche cenno di riduzione che pian piano cede il passo a sensazioni di frutta mediamente matura ed erbe aromatiche. Anche la bocca viaggia a due velocità, con toni morbidi che si inseriscono in uno schema non troppo reattivo, con qualche impuntatura alcolica. Valutazione: 88
Oreno 2015
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
Naso molto personale con sensazioni terrose unite a tratti floreali, quindi di roccia bagnata e piccoli frutti neri (ribes, mora e mirtillo). La complessità del naso diventa appagante e imponente dopo alcuni istanti ed emerge anche una presenza iodata ben percepibile e affascinante. La bocca mostra nuance più tostate, di cacao e caffè nella parte retro-olfattiva, ma l’equilibrio, tra morbidezza, tannicità e freschezza non manca. Valutazione: 91
Oreno 2016
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
Le note dolci dominano la scena, definendo un profilo che richiama la confettura di pesca e il cioccolato. Arrivano poi le sensazioni più classiche, di frutto rosso piccolo. Anche la bocca è accogliente, morbida, calda, su toni piuttosto maturi e dai tannini pronunciati, un po’ in contrasto con il resto e leggermente contratta sul finale. Valutazione: 88
Oreno 2017
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
Naso molto ricco, con cenni di cioccolato, frutta rossa e nera ben matura e una netta quanto diffusa sensazione eterea. In bocca i toni caldi e maturi trovano anche note più fresche, di melograno e pepe rosa. Chiude la scena una parte tannica decisa, con i tipici rimandi dell’annata calda, in un sorso che però non perde mai in scorrevolezza e piacere. Valutazione: 90
Oreno 2018
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
Naso molto bello, fine, equilibrato, ricamato da note di ciliegia matura, lavanda e sfumature piraziniche, appena mentolate, di clamorosa pulizia e freschezza. La bocca è coerente e incrocia cenni floreali appaganti, di rosa e peonia, prima di incontrare un tannino ben estratto e ancora giovane. La freschezza non manca e insieme a una puntellatura sapida regalano un finale molto lungo. Valutazione: 92
Oreno 2019
merlot 50%, cabernet sauvignon 40%, petit verdot 10%
Si apre col botto, a testimonianza di un progetto oramai maturo e complice un’annata di grazia. Un vino ancora giovanissimo ma straordinariamente promettente, già leggibile nei suoi tratti essenziali. Elegante, raffinato e slanciato, ricco di dettagli e sfumature che chiedono solo di aprirsi e maturare in bottiglia. Sorso di grandiosa tessitura e lunghissimo finale. Valutazione: 96
Tenuta Sette Ponti - Castiglion Fibocchi (AR) - via sette ponti, 71 - 0575 477857 - www.tenutasetteponti.it
a cura di Antonio Boco e Giuseppe Carrus