Sembrava una Commissione europea più ragionevole rispetto al tema del rapporto tra alcol e salute e, invece, il clima non sembra essere cambiato rispetto alla precedente legislatura. Perché il tanto atteso Beca, il piano anticancro di Bruxelles, riserva nuove sorprese negative al vino e alle bevande alcoliche. L'obiettivo è ormai noto: ridurre i consumi di vino e alcolici nell'Europa a 27, considerati una delle principali cause dell'insorgenza del cancro. Ma i mezzi per risolvere il problema restano sempre quelli punitivi. Lo denuncia l'Unione italiana vini, a pochi giorni dalla pubblicazione del Beating cancer plan, che già tre anni fa aveva proposto di introdurre limitazioni al commercio e alert salutistici in etichetta. Proposte le cui linee più oltranziste furono poi bocciate dall’Europarlamento.
Il nuovo testo è "peggiore"
Questo nuovo testo, spiega l'Uiv, presenta alcuni «aspetti addirittura peggiorativi rispetto a quello che ha trovato opposizione politica». La Commissione, infatti, afferma di essere al lavoro per introdurre nuove misure più stringenti riguardanti la tassazione, anche per il vino, dei prodotti e la limitazione delle vendite transfrontaliere, l’informazione ai consumatori attraverso l’introduzione avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche e la regolamentazione della pubblicità degli alcolici.
Una nuova fiscalità sul vino
Duro il commento del segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti: «Cambia la squadra ma il leit motiv della Commissione europea purtroppo rimane lo stesso. Speravamo che la nuova Commissione incentrasse il suo lavoro su misure volte a rafforzare la competitività delle imprese, non a inasprire la tassazione e a creare nuove distorsioni nel mercato unico». Attualmente, la direttiva sulle aliquote fiscali sugli alcolici stabilisce una quota minima di accisa pari a 0 euro per il vino e altre bevande fermentate, una delle proposte è di cambiare questo principio. Nel testo di revisione del Beca, la Commissione afferma di aver avviato oltre il 90% delle azioni del piano.
L'appello agli eurodeputati italiani: "Bloccare tutto"
«La sensazione è che nell’Ue la mano destra non sappia cosa faccia quella sinistra», commenta l'Uiv, ricordando il caso degli health warning, riproposto nel documento quando lo stesso Commissario alla Salute Varhelyi, in audizione in Parlamento europeo, aveva detto che non era una priorità per la nuova Commissione. L'appello del sindacato delle imprese vitivinicole è agli Stati membri e, in particolare, agli europarlamentari italiani. Bisogna, per Uiv, bloccare in sede di Consiglio e del Parlamento Ue un documento redatto senza alcuna consultazione pubblica con gli stakeholder. «Sarebbe un esordio shock della nuova legislatura, per un settore che vale per il Vecchio Continente oltre 100 miliardi di euro e milioni di posti di lavoro».