Sono passati tre mesi da quando Marilisa Allegrini ha venduto le sue quote ai nipoti, in quella che lei stessa ha definito una “transizione molto complessa”. Ora a capo dell’azienda di Fumane, ci sono i nipoti Francesco, Giovanni e Matteo (eredi del fratello Franco Allegrini) e Silvia (figlia di Walter). Per l’ex Lady Amarone si è trattato di un passaggio necessario per “diversità di idee sul futuro del brand”. Di questo e del nuovo assetto aziendale, abbiamo parlato con Francesco Allegrini, oggi alla guida della cantina.
Sono trascorsi un paio di mesi dal comunicato che annunciava la separazione fra voi e la zia Marilisa. Quale è stato il momento in cui avete maturato l’idea che fosse necessario proseguire su percorsi differenti?
Già nel 2020, mio padre Franco si stava ponendo degli interrogativi su quello che sarebbe stato il proseguo dell’azienda, non proprio come cambiamento imminente ma percepiva la necessità di avviare un processo che preparasse al cambio generazionale. L’arrivo del Covid e la manifestazione improvvisa della malattia ha messo in secondo piano questo pensiero, salvo ripresentarsi ancor più impellente con la sua morte nella primavera del 2022. La separazione arrivata pochi giorni prima dello scorso Natale è in realtà il frutto di un pensiero presente almeno da quattro anni.
Con Silvia e i tuoi fratelli come vi siete divisi i compiti?
Io sono l’amministratore, Silvia è la responsabile relazioni esterne, Matteo è enologo e fa il coordinatore export mentre Giovanni è brand ambassador e tecnico di cantina. Mi fa piacere sottolineare come accanto a lui ci siano sempre Paolo Mascanzoni e Lorenzo Fortini che hanno lavorato a lungo assieme a papà e rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per il nostro percorso di crescita. Alla produzione di casa stiamo inoltre affiancando la distribuzione di qualche azienda sia italiana che francese, scegliendo però i partner non sulla base del potenziale fatturato ma sull’affinità produttiva.
E oltre a quello che è già stato comunicato ci sono novità sul fronte dell’azienda?
Ci siamo concentrati sulla riorganizzazione aziendale e completato alcuni investimenti per l’ampliamento del parco vitato. In Valpolicella Classica, a Fumane entrano all’attivo tre ettari di vigneto di proprietà nella zona di Villa Cavarena a cui se ne aggiungono cinque in affitto nella zona più alta di Marano. Abbiamo stipulato inoltre contratti di affitto per ulteriori 10 ettari di vigne in Valpantena. Questi vigneti si sommano a quelli acquisiti da Marilisa in Valpolicella Classica e in Lugana dalle figlie di Marilisa, assicurandoci un ampliamento dei vigneti a nostra disposizione.
Avete quindi intenzione di ampliare la produzione?
Tutt’altro! In passato, soprattutto all’estero, avevamo incrementato la produzione di alcune referenze che oggi non riteniamo centrali e che saranno destinate a scomparire. I vini Allegrini che sono sempre stati prodotti con uve di proprietà passeranno quindi da una produzione di circa 1,2 milioni di bottiglie a poco più di 800mila, consolidando i vini che rappresentano il nostro territorio. Ad esempio, il cambiamento climatico cui stiamo assistendo aveva già convinto Franco nel 2021 a spostare la produzione del Palazzo della Torre dalle storiche vigne attorno alla villa ai vigneti di Cavarena ben più in alto anche se ciò ha significato una sostanziale riduzione dei quantitativi. Inoltre, l’ampliamento viticolo ci consentirà di produrre anche i vini a marchio Corte Giara interamente da vigneti di proprietà o in affitto.
Da quel che si può vedere, i lavori per la costruzione della nuova cantina che sembravano iniziati la scorsa estate in realtà non sono più proseguiti. Si è fermato tutto?
In realtà abbiamo avuto qualche impedimento burocratico che ha bloccato sul nascere l’avvio dei lavori ma che ormai è pressoché risolto. Con la fine del mese di aprile, oltre a chiudere definitivamente il passaggio con Marilisa, vedremo finalmente anche l’avvio della nuova costruzione e confidiamo di poter svolgere all’interno la vendemmia 2028.