«Divertirsi con stile» è la nuova parola d’ordine in Trentino, ma senza birra e vino. La proposta di Romina Parolari, assessora della Comunità delle Valli Giudicarie, sta sollevando un polverone: evitare che le feste di paese abbiano nel nome riferimenti all’alcol e bandire i superalcolici dagli eventi patrocinati. È un piano ambizioso per contrastare l’abuso di alcol tra i giovani, accolto da 19 Comuni e respinto da altri sette, divisi tra chi vede l’iniziativa come un passo necessario e chi la ritiene poco praticabile.
La “cultura dell’alcol” nelle feste di paese
L’idea della Comunità delle Valli Giudicarie, riporta il Corriere del Trentino, nasce da un’esigenza che è ormai sotto gli occhi di tutti: l’abuso di alcol tra i giovani è in crescita, e i dati del Centro Alcologia dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Tione parlano di un problema «allarmante». Le linee guida inserite nel progetto “Divertirsi con stile” puntano a sradicare questa errata cultura dell’alcol radicata anche nelle feste locali, proponendo, tra le altre cose, che eventi e manifestazioni evitino termini come birra o vino nei loro nomi. È un cambiamento non solo formale ma di prospettiva, come sottolinea l’assessora Parolari: eliminare i riferimenti diretti all’alcol dai nomi dovrebbe aiutare a costruire un nuovo immaginario per le feste, spostando il focus dall’alcol al divertimento sano. Ma non finisce qui. Le linee guida mirano anche a impedire la somministrazione di superalcolici durante le manifestazioni di paese e a ridurre il rischio di gare che abbiano come tema la resistenza al bere, spesso considerate una pericolosa legittimazione dell’abuso di alcol. Al loro posto, Parolari auspica serate in cui il protagonista sia il cocktail analcolico, proposto con colori e slogan accattivanti per attrarre un pubblico giovane. L’idea è quella di creare almeno una giornata alcol-free nelle manifestazioni che durano più giorni, per incoraggiare un divertimento più responsabile.
La reazione dei Comuni
L’iniziativa, accolta con favore da 19 Comuni delle Valli Giudicarie, non ha però convinto tutti. Tra chi si oppone vi sono sette Comuni, tra cui Bocenago, Carisolo, Comano, Dorsino, Fiavè, San Lorenzo e Stenico. Il sindaco di Carisolo, Arturo Povinelli, ha spiegato sul Corriere che il consiglio comunale ha bocciato la proposta con una votazione combattuta: tre favorevoli, tre contrari e quattro astenuti. Secondo Povinelli, l’intenzione di contrastare l’alcolismo è condivisa da tutti, ma «le linee guida sono difficili da applicare», con alcune norme considerate ridondanti, poiché richiamano leggi già esistenti. Di diverso avviso il sindaco di Pinzolo, Michele Cereghini, che ha abbracciato l’iniziativa rinominando l’evento legato alle giovenche da “Giovenche beer festival” a “Giovenche musical festival”. Un segnale concreto di come la proposta di Parolari possa essere tradotta in pratica senza snaturare l’evento, ma con un approccio più consapevole sui messaggi veicolati.
Romina Parolari, lungi dal farsi scoraggiare dalle resistenze, ha invitato i Comuni contrari a partecipare a serate di sensibilizzazione dove verranno presentati esempi di come, in modo non accusatorio, certi manifesti e messaggi rischino di essere letti dai giovani come un incoraggiamento all’abuso di alcol. È una questione di responsabilità e consapevolezza, come spiega l’assessora: «Non vogliamo demonizzare il divertimento, ma nemmeno possiamo permetterci di incentivare il consumo di alcol. Abbiamo già chiesto ai Comuni di non autorizzare la vendita di superalcolici nelle feste da loro patrocinate. Ora, vogliamo andare oltre».
Abuso di alcol tra i giovani
A motivare l’iniziativa sono i dati preoccupanti registrati dall’ospedale di Tione, in provincia di Trento. Secondo il Centro Alcologia, il fenomeno dell’abuso di alcol tra i giovani in Trentino è in crescita e sempre più precoce, con giovani che iniziano a bere in età adolescenziale. Parolari insiste sull’urgenza della questione: «Non possiamo ignorare che questi ragazzi saranno adulti con problemi se non cambiamo rotta». La proposta di modificare i nomi delle feste e di eliminare i superalcolici rappresenta una risposta preventiva, un modo per smontare quell’associazione automatica tra festa e alcol che rischia di diventare una norma sociale. Che il consumo di alcol tra i giovani sia una questione delicata non è in discussione. Ma la strada per portare avanti il cambiamento non sarà semplice. La Comunità delle Valli Giudicarie ha anche attivato un tavolo di lavoro con rappresentanti del sociale, referenti del centro alcologico e forze dell’ordine per valutare le strategie di intervento e promuovere una collaborazione attiva tra Comuni e istituzioni. Tuttavia, alcuni amministratori locali rimangono scettici sul reale impatto che una misura del genere potrebbe avere. C’è chi teme che si tratti di una soluzione più simbolica che effettiva, e chi considera che il problema dell’alcolismo giovanile debba essere affrontato anche a livello educativo e familiare.
Cambiamento culturale o intervento restrittivo?
La proposta dell’assessora Parolari porta con sé una domanda: è possibile cambiare un’abitudine culturale così radicata solo cambiando i nomi e limitando la somministrazione di alcol? L’idea di fondo è chiara e mira a sensibilizzare, a partire dalle feste di paese, alla responsabilità verso i giovani e il loro futuro. Ma resta da vedere se, oltre alle etichette e ai divieti, la comunità sarà disposta a ripensare il proprio modo di vivere questi eventi tradizionali e a riconoscere che il divertimento può essere anche senza eccessi. La partita rimane aperta, e se i Comuni trentini decideranno di seguire l’esempio di Pinzolo e delle altre 18 municipalità aderenti, potrà essere un primo passo verso un cambiamento di mentalità. Un cambiamento che, pur partendo dai piccoli paesi, guarda al futuro delle nuove generazioni e punta a costruire una società più consapevole e responsabile.