trong>Roero con nuove annate e riserve. Formula che funziona - ereditata dalla precedente Alba Wine exbition - non si cambia. Il primo giorno di N1°è così dedicato ai Roero 2009 e ai 2008 Riserva.
Il territorio che si estende alla sinistra del fiume Tanaro ha sempre nel nebbiolo il suo vitigno principe. Il nome Roero deriva dalla famiglia che ne possedeva il feudo e geograficamente è a nord delle Langhe. Questa parte è contraddistinta da rocche ripide e scoscese con pareti di roccia che si aprono all'improvviso nel paesaggio. A distinguerlo dalla Langa è soprattutto il dato geologico. In Roero abbiamo un territorio più "giovane": 5 milioni di anni a fronte dei quindici della Langa. Una formazione più recente, dunque, caratterizzata in particolare da terreni sabbiosi che, tra le zolle, custodiscono ancora numerosi fossili marini lasciati dal ritiro delle acque padane. Qui non domina incontrastata la monocoltura del vigneto. Frutteti, boschi e orti che resistono rendono il paesaggio del Roero più variegato. C'è anche un vino bianco noto, l'Arneis che, proprio sfruttando le caratteristiche dei terreni sabbiosi, si presenta di base fine e profumato.
Il nebbiolo, in chiave Roero, è un vino fragrante e profumato, invitante fin dal colore. Rispetto ai "fratelli maggiori" Barolo e Barbaresco, il Roero Docg ha struttura meno invadente e tannicità contenuta
che donano a questo vino una beva più immediata, senza per questo comprometterne la possibile longevità.
Sulle annate di Roero presentate ieri lasciamo "parlare" il video: alla domanda come sono andate queste prime batterie di degustazione, così hanno risposto alcuni giornalisti e degustatori.
testo e video di Francesca Ciancio
15/05/2012