La Cuvée N.P.U è nata dalla volontà di produrre, a dispetto dei costi e delle difficoltà, il più grande vino di Champagne possibile. Innanzitutto, ci vuole un’ annata grandissima. La prima edizione nasce con il millesimato 1990 per essere seguita dall’N. P. U. 1995 e poi dal 1996. Dopo questi tre millesimati, ecco il 1999, un vino dal profilo apparentemente più classico, secondo il suo creatore. Le uve selezionate provengono unicamente da 4 denominazioni Grand Cru ( solo 17 in tutta la Champagne): Verzenay, Chouilly, Oger e Le Mesnil sur Oger.
La vinificazione è stata fatta tenendo esclusivamente la prima spremitura delle uve, la più pura, ma la peculiarità essenziale della cuvée N. P. U. è che la fermentazione è stata condotta in piccole botti di rovere nelle quali i vini hanno passato i loro primi mesi. E’ soltanto durante l’estate successiva alla vendemmia, a luglio 2000, che viene fatto l’assemblaggio delle 42 botti prescelte, metà di chardonnay e metà di pinot nero.
La seconda fermentazione avviene quasi subito dopo il tirage. La bottiglia rimane in cantina più di 12 anni, con un lungo riposo dopo la sboccatura, datata sulla contro-etichetta. Il dosaggio è molto ridotto e nel caso della cuvée N. P. U parliamo di un 4 gr/l di zucchero. Ogni bottiglia ritorna poi in cantina per un invecchiamento supplementare di due anni e mezzo prima del suo ingresso sul mercato.
Per berlo tocca aspettare ancora un po', anche se la messa in commercio è solo questione di settimane. Intanto qualche bottiglia in questi giorni è stata stappata tra Roma e Milano alla presenza del vigneron di Reims che abbiamo incontrato alla libreria Settembrini (nella foto di apertura a dx). Con "Monsieur Brunò" abbiamo chiacchierato della preziosa etichetta e soprattutto gli abbiamo chiesto di degustare per noi il suo NPU 1999.
testo e video di Francesca Ciancio
03/10/2012