"Non è il nome che fa lo champagne, ma il contenuto della bottiglia". Alain Delon e la sua passione per i grandi vini

19 Ago 2024, 15:40 | a cura di
L’icona del cinema e raffinato collezionista di vini, lascia un'eredità di eleganza anche attraverso la sua pregiata collezione di bottiglie e cognac, venduta all'asta nel 2011

Classe 1935, stile impeccabile, capelli ben pettinati, occhi azzurri e uno sguardo enigmatico. Con la scomparsa di Alain Delon, il mondo del cinema perde un’icona di rara bellezza ed eleganza. Per tutti gli anni Sessanta e Settanta, la figura di Delon era diventata un simbolo di fascino e stile, tanto che il suo nome ancora oggi viene usato quasi come metro di giudizio estetico: «Ma chi ti credi di essere, Alain Delon?» o «È bello come Alain Delon». Oltre al suo leggendario status cinematografico, l’attore francese era anche un grande amante dei vini pregiati e degli spiriti. Possedeva infatti una collezione straordinaria, che includeva bottiglie di Cheval Blanc, Lafite e Mouton, così come champagne e cognac di alta qualità. La sua passione per il vino era così profonda che il suo nome era legato a una cuvée esclusiva prodotta negli anni Ottanta. Nel 2011, parte della sua prestigiosa collezione fu venduta all’asta.

La passione per il vino

Alain Delon era un grande collezionista, dai bronzi di animali dello scultore Rembrandt Bugatti, agli orologi e auto di lusso, ai grandi vini e cognac. Quest'ultima collezione, che comprendeva etichette prestigiose come Cheval Blanc 1947, Lafite 1928 e Mouton 1945, era una delle più ambite. Tra le sue bottiglie spiccava anche un salmanazar (bottiglia da 9 litri) di Champagne Besserat de Bellefon 1979 e alcune etichette italiane, tra cui una bottiglia di “Tancredi” Donnafugata, che rimandava al personaggio che Delon aveva interpretato nel film Il Gattopardo. Nel novembre 2011, Delon decise di mettere in vendita parte della sua prestigiosa collezione. L’asta, tenutasi al ristorante Fouquet’s sugli Champs-Élysées, a Parigi, attirò l'attenzione degli appassionati di vino e dei collezionisti. Arnaud Cornette de Saint Cyr, specialista in arte contemporanea, guidò la vendita in collaborazione con il Savor Club di Shanghai. L’inventario fu curato da Aymeric de Clouet, noto per il suo lavoro con la cantina dell’ex presidente François Mitterrand e le bottiglie più ricercate includevano sei esemplari di Cheval Blanc 1947 e il Mouton 1945 in cassetta di legno originali.

Un rapporto speciale con lo Champagne

Lo Champagne occupava un posto speciale nella vita di Delon. Negli anni Ottanta, il suo nome comparve su una cuvée prodotta dalla maison Bricout ad Avize, evidenziando il suo legame con le bollicine di alta qualità. In un’intervista del 2003, riportata in ricordo dell’attore sul quotidiano francese L’Union, Delon aveva detto: «Non è il nome che fa lo champagne, ma il contenuto della bottiglia». Questa affermazione rifletteva la sua filosofia autentica e sincera riguardo al vino e alla vita. Con la sua scomparsa, il mondo del vino perde un estimatore di classe, ma il ricordo della sua passione e del suo raffinato gusto rimarrà impresso nella memoria di tutti.

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