Oltre ai vitigni aromatici - le cui uve sono ricche di terpeni, sostanze presenti sulla buccia, che danno vita ad aromi caratteristici ancor prima si sviluppino con la fermentazione - esistono anche vitigni chiamati semi-aromatici: in questo caso la presenza di terpeni sulla buccia è minore, ma l'identità olfattiva è comunque evidente e riconducibile alle sostanze presenti nella polpa degli acini.
Tra le bacche rosse semi-aromatiche troviamo, in Piemonte, il ruché, nell'areale di Castagnole Monferrato , inconfondibile nei suoi aromi floreali e speziati. Nelle Marche, invece, il lacrima, coltivato soprattutto in provincia di Ancona, dove ha una Denominazione dedicata, Lacrima di Morro d'Alba.
Qui ci concentriamo proprio su alcune delle migliori etichette dei due vitigni premiate con i Tre Bicchieri o i Due Bicchieri Rossi sulla Guida Vini d'Italia 2024 di Gambero Rosso.
I migliori vini semi-aromatici tra Ruchè di Castagnole Monferrato e Lacrima di Morro d'Alba
Il Ruchè di Castagnole Monferrato Prevost 2022 di Fabrizia Caldera è un alfiere della tipologia e un primo meritatissimo Tre Bicchieri per l'azienda. Al naso è fine e complesso, con profumi di rosa, liquirizia e frutti rossi, e al palato è di buon corpo, di grande armonia e con una trama tannica fitta ma anche equilibrata e progressiva. La cantina, fondata agli inizi del secolo scorso da Prospero Caldera, è oggi alla quarta generazione di vignaioli; a capo dell'azienda c'è Fabrizia, coadiuvata dal marito Roberto e dal figlio Fabio. Il numero dei vitigni in produzione è andato aumentando con gli anni, approfondendo sempre di più il legame col territorio, dalla riscoperta del ruchè, particolare vitigno semi-aromatico rosso, alla barbera, prodotta in varie versioni, ma anche dolcetto e grignolino, e tra le uve bianche, chardonnay, cortese, viognier e moscato.
Il Ruchè di Castagnole Monferrato Laccento 2022 di Montalbera al naso evidenzia profumi di rosa e di frutti rossi di bosco, con una speziatura che dona complessità e carattere, mentre il palato è pieno ed equilibrato.
Il nome della famiglia Morando, proprietaria dell'Agricola Montalbera, è legato a doppio filo a quello del Ruchè. Il particolare vitigno rosso semi-aromatico, infatti, è indubbiamente il vino più importante dell'azienda, che peraltro possiede oltre la metà dell'intera denominazione. Se ne fanno diverse interpretazioni, tutte nitide e intriganti. Non è però l'unico vitigno della cantina: in zona si coltivano anche grignolino, viognier e barbera, mentre nelle altre tenute, a Castiglione Tinella, le varietà prodotte sono moscato, barbera e chardonnay.
Il Ruchè di Castagnole Monferrato Clàsic 2022 di Ferraris Agricola si propone con sentori di rosa, tabacco e frutta rossa, mentre il palato è austero e di buona fittezza. Nata negli anni '20 del secolo scorso a Castagnole Monferrato, è solo nel 2001 che l'azienda si è strutturata come oggi la conosciamo, grazie al rinnovo completo effettuato da Luca Ferraris. Da allora, alla parcella iniziale di Castello si sono aggiunte Casot, Bricco della Gioia, Montiò, San Giacomo, Dorati, Santa Eufemia, Mondiasene e Montemagno. La cantina, tra le prime a puntare sul ruchè, avvalendosi della collaborazione di Randall Graham, coltiva anche barbera, grignolino, viognier e chardonnay.
Il Lacrima di Morro d'Alba Sup. Orgiolo 2021 di Marotti Campi ha profumi fruttati leggermente surmaturi ed echi tostati; la bocca è rotonda, dall'impatto levigato e compatto, dalla serrata trama tannica. Lorenzo Marotti Campi si occupa sin dall'inizio, nel 1999, dell'azienda di famiglia. Negli anni essa è diventata un vero faro nella piccola denominazione Lacrima: l'opera ininterrotta di scambio di idee e di esperienza con il cantiniere Ivano Belardinelli e l'enologo Roberto Potentini, entrambi con Lorenzo sin dagli inizi, ha dato ottimi frutti in termini espressivi. Ma l'azienda sa il fatto suo anche nella vinificazione del Verdicchio, l'altra varietà dominante nel territorio, declinato in più interpretazioni ben diversificate tra loro
Il Lacrima di Morro d’Alba Sup. Martalie 2019 è prodotto da Tenuta di Frà di Franziska Waldner e la sua famiglia, che - innamorati delle Marche e appassionati di vino -, hanno deciso di diventare produttori acquistando un'azienda a Morro d'Alba. A Gianluca Bartolucci e all'enologo Pierluigi Lorenzetti il compito di occuparsi dei quasi dieci ettari per lo più impiantati a verdicchio e lacrima con pochi filari di montepulciano e vitigni bordolesi. La panoramica e attrezzata cantina ha tutto il necessario per dar vita a una gamma brillante, di moderna territorialità.