Gli 11 migliori vini della Costa d'Amalfi scelti dal Gambero Rosso

14 Lug 2024, 11:14 | a cura di
La Costa d'Amalfi è ormai famosa non solo dal punto di vista paesaggistico e turistico, ma anche da quello enologico, con ottimi vini bianchi, rossi e rosati della Doc omonima

“Campania felix”. Così i romani chiamavano questa regione a motivo della sua prorompente fertilità. Già autori come Plinio il Vecchio e Virgilio ne lodavano la tradizione vinicola. Non per niente uno dei vini più celebri dell’epoca, il Falerno, era prodotto proprio in questa regione.

Qui ci concentriamo sui vini bianchi della Costa d'Amalfi - famosa dal punto di vista paesaggistico e turistico - con fragranze mediterranee e suggestioni iodate più che evidenti, che accompagnano con rara grazia la cucina non solo di pesce da provare nei ristoranti della zona, La Doc Costa d'Amalfi, creata nel 1995, comprende le tre sottozone Ravello (tra i comuni,  Ravello, Scala, Minori, Atrani); Furore (tra i comuni Furore, Praiano, Conca dei Marmi ed Amalfi) e Tramonti (tra i comuni Tramonti e Maiori), aree da sempre vocate all’agricoltura in generale e viticoltura in particolare, alquanto diverse per esposizioni e microclima.

I comuni che ricadono nella Doc sono tredici, tutti in provincia di Salerno. Sono previste le tipologie Rosso, Bianco e Rosato. Il Rosso e il Rosato sono frutto dell’uvaggio di piedirosso e/o sciascinoso (detto anche olivella) e aglianico in percentuale minima del 60%, più altri vitigni autorizzati fino a un massimo del 40%. Il Bianco è ottenuto da uve falanghina, localmente nota come bianca zita (percentuale non inferiore al 40%), e biancolella, detta anche bianca tenera (almeno il 20%), più altre uve locali non aromatiche della provincia di Salerno (massimo 40%).

La produzione massima consentita di uva per ettaro è di 110 quintali per Rosato e Rosso e 120 quintali per il Bianco; le quantità sono ridotte nelle sottozone (rispettivamente 90 e 100 quintali), con grado alcolico che passa da 10° a 10,5° per il Bianco e da 11° a 11,5° per il Rosso, a tutto vantaggio della qualità per i vini delle sottozone.

I migliori vini Costa d'Amalfi

In attesa di conoscere i risultati delle degustazioni in corso per la nuova guida Vini d'Italia del Gambero Rosso 2025 , ecco i vini Costa d'Amalfi che hanno ottenuto i Tre Bicchieri, Due Bicchieri Rossi e i Due Bicchieri durante le degustazioni alla cieca dell'anno scorso.

Il Selva delle Monache 2022 di Ettore Sammarco è il solito bianco mediterraneo di razza. Ampio e fragrante nei toni di foglia di limone e agrumi, di pesca bianca e fiori di tiglio, di erbe aromatiche fresche, sfoggia un palato dolce di frutto, salino, lungo e che si fa affusolato nel lungo ed elegante finale. Grande classe e finezza anche nel Vigna Grotta Piana 2022: speziato, giocato su toni di macchia mediterranea ed erbe aromatiche, iodato e appena affumicato, si concede con una bocca succosa e ricca che ricorda la scorza di agrumi chiari. La più conosciuta delle aziende di Ravello porta il nome del suo fondatore, Ettore Sammarco, che nel 1962 decise di dare vita a un proprio marchio per trasformare e commercializzare le materie prime del vigneto in località Castiglione. Oggi l'azienda può contare anche su un fidato manipolo di conferitori: Bartolo, figlio di Ettore, si occupa di valorizzare questo patrimonio creando vini di stampo mediterraneo che prendono vita esclusivamente da uve autoctone

Il Per Eva 2020 di Tenuta San Francesco è un bianco della Costa d'Amalfi frutto di un blend di falanghina, ginestra e pepella. Il Tramonti Rosso '20 profuma di erbe officinali e mirtilli, china e arancia essiccata; al palato è giocato su sensazioni lievemente amaricanti non andando mai sopra le righe. Buono anche il Tramonti Bianco '22, agrumato ed erbaceo.

La sottozona di Tramonti è un'area impervia e difficile per la viticoltura, ma i quattro soci fondatori dell'azienda Vincenzo D'Avino, Luigi Giordano, Gaetano e Generoso Bove, hanno accettato la sfida di portare avanti 14 ettari di vigneto suddiviso su diverse parcelle. Un piccolo scrigno ampelografico che ha permesso all'azienda di diventare una realtà di riferimento della Costa d'Amalfi che offre un'interpretazione centrata di varietà di difficile gestione come pepella, ginestra, biancazita, biancatenera, aglianico, piedirosso e tintorea. Pera e pesca bianca, spezie, pepe bianco, delicate erbe aromatiche, tanto mare: è questo il profilo aromatico che porta a una bocca elegante e tesa, di sapidità sconvolgente.

Il Fiorduva di Marisa Cuomo nella versione 2022 presenta il solito caldo profilo aromatico fatto di spezie gialle, limoni canditi, cedro, basilico, miele bianco. Solare anche in bocca, dove è  ricco di frutto, morbido e avvolgente, rinfrescato da estive sensazioni agrumate. Il Furore Bianco '22 ricorda lo scoglio, il coriandolo, la scorza di limone, le erbe mediterranee: non gioca la partita della complessità, quanto quella della freschezza e della bevibilità. Stesso schema per il Ravello Bianco '22, espressivo e molto acido. Buono anche il Furore Rosso Riserva '20.

Parlare della struggente bellezza dei costoni terrazzati coltivati a pergolati che si affacciano sulla Costiera Amalfitana presuppone l'uso dell'espressione "viticoltura eroica". Che descrive anche il lavoro di Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli, supportati dai figli Dora e Raffaele. I 18 ettari a strapiombo sul Tirreno sono la culla di varietà autoctone: piedirosso e sciascinoso per i rossi, ripoli, fenile e ginestra per i bianchi, uve che, tra l'altro, danno anche vita al vino di punta dell'azienda,

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