Il Collio rappresenta una delle migliori zone vitivinicole di tutta Italia per la produzione di grandi vini bianchi. È una Doc di frontiera nella parte orientale del Friuli Venezia Giulia, comprendendo la zona collinare a ridosso con il confine italo-sloveno. Inizia ad Oslavia, nella periferia settentrionale di Gorizia, e si snoda fino a Dolegna, più precisamente fino al corso del fiume Judrio, che dal 1866 al 1918 divideva l’Italia dall’Austria-Ungheria. La zona è caratterizzata dalla presenza di un particolare tipo di terreno, la ponca, una formazione calcareo-marnosa che contraddistingue anche la limitrofa area a Doc dei Colli Orientali del Friuli e che conferisce ai vini profondità ed eleganza senza rinunciare a una certa pienezza gustativa.
I vini del Collio da vitigni autoctoni e internazionali
Il disciplinare di produzione, dal 1991, prevede per il bianco del Collio non solo vitigni autocotoni (come, invece, il primo disciplinare del 1964), ma anche internazionali: friulano, malvasia, ribolla gialla, traminer, pinot grigio, pinot bianco, sauvignon, chardonnay, riesling renano (per i rossi uve merlot, cabernet franc e pinot nero, che rappresentano però poco più del 10% del totale prodotto); l'utilizzo degli internazionali secondo alcuni produttori ha fatto perdere identità ai vini del Collio.
Tra i vitigni autoctoni, oltre al friulano e alla ribolla gialla, la malvasia (istriana) ha un ruolo da protagonista e occupa una posizione di riguardo nell'ampia famiglia delle malvasie. Il vitigno probabilmente si è diffuso qui grazie ai marinai della Serenissima che facevano la spola tra le coste italiane dell'Alto Adriatico e i porti greci, da cui sembrerebbe provenire la malvasia. Si hanno notizie di questo vitigno dal Trecento: nei secoli l'uva si è differenziata, anche dal punto di vista morfologico, dalle altre malvasie che troviamo sul suolo italiano.
Tra i vitigni internazionali, coltivati qui, però, da secoli, e ormai perfettamente acclimatatisi su queste colline, troviamo il sauvignon, la cui genesi va ricercata in Francia, contesa tra Bordeaux e la Valle della Loira. Sembrerebbe essere arrivato in Italia intorno alla fine del XVIII secolo, proprio dalla porta del Friuli Venezia Giulia. Ma è il caso anche di pinot bianco e pinot grigio, anche qui vitigni provenienti dalla Francia, mutazioni genetiche intravarietali del prestigioso pinot nero.
Un vino del Collio è stato inserito nella Carta dei Vini Rari, una sezione totalmente nuova che troverete nella guidaVini d'Italia del Gambero Rosso 2025, protagonista anche della storia di copertina del mensile Gambero Rosso di novembre. Si tratta del Collio Friulano Miklus Francesco ’19 di Draga - Miklus.
Tre cantine del Collio ottengono quest'anno i Tre Bicchieri per la prima volta proprio con due Collio Bianco e un Collio Friulano: sono Muzic con il Collio Bianco Stare Brajde Uve Autoctone 2022; Cantina Produttori Cormòns con il Collio Bianco Uve Autoctone 2022 e Paraschos con il Collio Friulano Kaj Ris. 2021.
I migliori vini del Collio premiati con i Tre Bicchieri
Ecco i 10 vini del Collio che hanno ottenuto il massimo riconoscimento della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso 2025.
Il Bianco Broy '22 di Eugenio Collavini non avrebbe bisogno di commenti, è sempre un fuoriclasse. Composto da tocai friulano, chardonnay e sauvignon, emana effluvi di frutta tropicale, camomilla, miele e molto altro e in bocca è strutturato, succoso, potente. Manlio Collavini, che tuttora gestisce l'azienda di famiglia coadiuvato dai figli Luigi e Giovanni, è un pioniere della vitivinicoltura regionale di qualità. Negli anni 70 del secolo scorso fu uno dei primi a vinificare in bianco il pinot grigio e, successivamente, a spumantizzare la ribolla gialla.
Il Collio Bianco Fosarin '22 di Ronco dei Tassi, magico blend di pinot bianco, tocai friulano e malvasia istriana, al naso è complesso con pregiate note agrumate e tropicali ed un sorso succoso e ricco. Fabio Coser, assieme alla moglie Daniela, fondò Ronco dei Tassi nel 1989, quando decise di acquistare un podere ai limiti di un parco naturale di raro fascino a Cormòns, sul versante del Monte Quarin che guarda verso la Slovenia. Nella scelta del nome si ispirarono alle colonie di tassi che popolano i boschi che cingono le vigne. La nuova generazione composta da Matteo ed Enrico già da tempo è parte integrante dell'azienda.
È sempre il Collio Bianco Luna di Ponca '21 a capitanare la squadra dei vini di Tenuta Borgo Conventi. Chardonnay, tocai friulano e malvasia istriana sono le uve che lo compongono in un ben calibrato mix che regala suggestioni di crema al limone, confettura di mela cotogna e pesche sciroppate, per poi avvolgere il palato e congedarsi lasciando un ricordo indelebile.
Fondata nel 1975 da Gianni Vescovo, la Tenuta Borgo Conventi si collocò subito tra le migliori realtà regionali. Dopo alcuni cambi di gestione, nell'aprile 2019 passò di proprietà alla famiglia Moretti Polegato, titolare della prestigiosa Tenuta Villa Sandi. La decisione di affidarsi alla consulenza enologica di Riccardo Cotarella è stato un evidente messaggio circa l'intenzione di mirare all'eccellenza. I risultati non si sono fatti attendere, e il marchio ha riconquistato gli antichi allori.
Lo Stare Brajde da Uve Autoctone '22 di Muzic è semplicemente delizioso. Emana sentori di miele, tiglio, lavanda e salsedine, con echi di spezie ed erbe aromatiche. Lo abbiamo premiato. Per i Muzic l'avventura nel mondo del vino ebbe inizio nei primi anni Sessanta del secolo scorso, quando ebbero l'occasione di acquistare i primi cinque ettari di vigneto che già lavoravano da mezzadri. Ora l'azienda è cresciuta, ma è rimasta nei limiti che consentono una gestione di carattere famigliare a Giovanni (Ivan per gli amici), coadiuvato dai figli Elija e Fabijan. Mamma Orieta è il valore aggiunto che fa della coesione e della collaborazione reciproca l'arma vincente.
Per il quinto anno consecutivo il Collio Bianco Uve Autoctone '22 di Cantina Produttori Cormòns si è meritato l'accesso alle selezioni finali e quest'anno si aggiudica, finalmente, i Tre Bicchieri. Le uve che lo compongono sono tocai friulano, malvasia istriana e ribolla gialla. All'olfatto ricorda la mimosa, la pesca gialla e il miele di acacia e il sorso è gradevolissimo.
Cantina Produttori Cormòns,apprezzata realtà del mondo vitivinicolo regionale è nata da una bella storia di convivenza e collaborazione che ebbe inizio negli anni Sessanta del secolo scorso quando un gruppo di viticoltori cormonesi, impossibilitati a vinificare singolarmente, decisero di unire le proprie forze. Qualche anno fa, l'inserimento in azienda di Alessandro dal Zovo nel ruolo di direttore generale, supportato dalla presidenza di Filippo Bregant, è coinciso con un significativo impulso verso la produzione di qualità.
Lo Chardonnay Riserva di Primosic, premiato lo scorso anno come Bianco dell'Anno, si è ripetuto ad altissimo livello con l'annata 2019 e conquista l'olfatto con suadenti note di fiori gialli essiccati, arancia candita, frutta disidratata, incenso e frutta secca. In bocca è sontuoso, avvolgente, energico e progressivo.
I Primosic fin dall'Ottocento rifornivano i vini ai commercianti che trasportavano il prezioso prodotto dalle colline del sud dell'Impero austro-ungarico alla capitale Vienna. Una storia di famiglia e di vignaioli che sta vivendo un momento di splendore con Marko e Boris Primosic in prima linea. Un successo dovuto anche e soprattutto alla diversificazione nella vinificazione, che prevede sia vere chicche prodotte con tecniche ancestrali che un'ampia offerta di vini moderni e raffinati.
Il Friulano Kaj Ris. '21 sfoggia un bel colore giallo oro antico e all'olfatto regala refoli di iodio e torba seguiti da cenni di tè nero, tabacco, malto, miele, resine e frutta candita. Il sorso si sviluppa lentamente, alternando sapidità e mineralità. Evangelos Paraschos, amante della natura e della vita all'aria aperta, vive ed opera a San Floriano del Collio. La sua vinificazione prevede la macerazione anche delle uve bianche per più giorni con le bucce in tini aperti di rovere di Slavonia o in anfore di terracotta greca, la sua terra natia, senza il controllo della temperatura e senza l'inoculo di lieviti selezionati. Pratiche ancestrali avallate da fonti bibliografiche del XVIII secolo che attestano che nel Collio e nella vicina valle del Vipacco i vini si facevano così.
La Malvasia '23 di Doro Princic è uno spettacolare concentrato di aromi che progressivamente esaltano l'assaggio. Sandro Princic è un uomo di vigna, un classico artigiano del vino che ha ereditato da papà Doro uno straordinario equilibrio, il parlare schietto e la grande capacità di saper ascoltare. Convinto sostenitore del monovitigno, riesce a trarre il meglio da ogni varietà, senza manipolazioni od eccessi, rispettando i tempi dettati dalla natura. Vignaiolo di gran classe, ha trasmesso i suoi saperi al figlio Carlo. Se a giudizio di molti la vendemmia del 2023 è stata considerata difficile, assaggiando i vini di Sandro sembra proprio che non ci sia nulla di diverso rispetto alle annate precedenti, anzi, sembrano avere addirittura una marcia in più.
Abbiamo speso un sacco di elogi per il Sauvignon di Tiare Roberto Snidarcig, che quest'anno è del 2023, ed è difficile trovare nuovi aggettivi per descriverlo, ma forse non abbiamo mai usato "moderno". E questo lo è! Per Roberto Snidarcig passare da un solo ettaro di vigneto al successo attuale è stato un vero passo da gigante. Nel 1991, assieme alla moglie Sandra, decise di fondare la sua azienda e volle chiamarla Tiare, quale tributo per quanto la terra gli ha permesso di realizzare. Ora la sua realtà è una delle più blasonate realtà del panorama vitivinicolo regionale e, se ancora ce ne fosse bisogno, esalta le potenzialità del comprensorio di Dolegna del Collio.
Sorprendente il Sauvignon Extempore '18 di Venica & Venica, che all'olfatto effonde intriganti sentori di rosa gialla, wafer al limone, frutti tropicali, fiori essiccati ed erbe aromatiche ed in bocca è incisivo, sapido ed energico.
Venica & Venica è un marchio ormai consolidato nel panorama vitivinicolo internazionale, un ambasciatore delle potenzialità del Collio goriziano. Gianni Venica è a capo di un gruppo familiare coeso e dinamico, dove ogni singolo componente contribuisce al successo di una realtà che coniuga lo spirito contadino ad una spiccata capacità imprenditoriale nel segno della continuità e della tradizione. Eravamo soliti ricevere solo i vini di annata, ma quest'anno le sorprese sono molte con progetti volti alla valorizzazione della possibilità di invecchiamento dei vini bianchi regionali, in questo caso soprattutto del Sauvignon.