La Campania è un contenitore ampelografico tra i più vasti del nostro Paese: qui si trovano alcune delle uve autoctone più "antiche", coltivate da sempre in stretta simbiosi con i vari territori. Di certo non hanno bisogno di troppe presentazioni né l'Irpinia del Fiano di Avellino e del Greco di Tufo, né la solare Costa d'Amalfi. La prima si trova nel cuore continentale della regione; si tratta di una zona composta da colline che si alzano verso l'Appennino Campano che offrono molto spesso bianchi dai profili aromatici e gustativi "montani": eleganza, mineralità e freschezza acida.
È invece il mare a segnare in maniera netta i vini della seconda zona, con fragranze mediterranee e suggestioni iodate più che evidenti, che accompagnano con rara grazia la cucina di pesce, ma non solo. Ecco una selezione di assoluto valore, con tante etichette capaci di viaggiare con particolare grazia nel tempo: i bianchi campani vanno attesi nel tempo per essere apprezzati in pieno.
In particolare i bianchi irpini regalano parabole gustative davvero sorprendenti nel tempo, un fattore che non troviamo ancora valorizzato del tutto sia dai parte dei produttori che dei consumatori. Con pochi euro si comprano bianchi dalla forte identità territoriale e dal sicuro potenziale evolutivo in bottiglia.
Vini bianchi campani da Irpinia e Costa d'Amalfi dal migliore rapporto qualità-prezzo
Qui vi proponiamo una piccola ma significativa selezione di ottime etichette recensite sulla guida Berebene 2024 di Gambero Rosso che hanno ottenuto una valutazione dai 90 punti in su e che costano meno di 20 euro.
Il Fiano di Avellino 2022 di Tenuta Scuotto ha tratti erbacei e di prato montano, sfumature di mandorla e sensazioni di scorza di agrume. La bocca è compatta e concreta, il finale è in crescendo su toni di cedro e lime. La cantina Scuotto sorge a Campomarino di Lapio, nella provincia di Avellino, dove Eduardo e il filgio Adolfo portano avanti un grande lavoro su vitigni autoctoni del territorio da oltre un decennio. L'azienda si trova in uno dei due comuni (l'altro è Montefalcione) dove è possibile produrre Fiano di Avellino e Taurasi, denominazioni che sono protagoniste della gamma aziendale. Non mancano però vini a base di greco e falanghina per completare un'offerta che si fonda su poche etichette ma sempre ben realizzate.
Il Greco di Tufo 2022 di Fonzone è uno dei vini molto buoni prodotti da Lorenzo Fonzone Caccese, chirurgo di professione, comincia nel 2005 a Paternopoli, area celebre per il Taurasi. In meno di un ventennio l'azienda è diventata uno dei progetti più seri e articolati del distretto irpino. Le uve dei 20 ettari di proprietà sono lavorate in una cantina moderna, ipogea, perfettamente integrata con il territorio e i vigneti circostanti, curati e trattati secondi sani principi di sostenibilità ambientale. Per la produzione dei bianchi ci si affida alle parcelle di Arianello di Lapio (fiano) e Santa Paolina (greco). La gamma proposta alle nostre degustazioni è di incredibile solidità.
Daltavilla 2022 è un Greco che profuma di limone e nocciola verde, prato e fieno; al palato è nitido, saporito e davvero elegante. Trovare vini di questo livello a questo prezzo è sempre un gran piacere per il consumatore. Villa Matilde Avallone è un progetto ambizioso avviato dall'avvocato Francesco Paolo Avallone negli anni '60. Oggi sono i figli a tenere le redini dell'azienda, una realtà suddivisa nelle due tenute di Villa Matilde e Pietrafusa, in Irpinia, che compongono un patrimonio viticolo di circa 130 ettari di terreno vitato. La gamma aziendale vede i vitigni autoctoni più importanti dei due areali dare vita a una produzione improntata tesa a esaltare le denominazioni Falerno, Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi.
Il Selva delle Monache è il solito bianco mediterraneo di razza. Ampio e fragrante nei toni di foglia di limone e agrumi, di pesca bianca e fiori di tiglio, di erbe aromatiche fresche, sfoggia un palato dolce di frutto, salino, lungo e che si fa affusolato nel lungo ed elegante finale. La più conosciuta delle aziende di Ravello porta il nome del suo fondatore, Ettore Sammarco, che nel 1962 decise di dare vita a un proprio marchio per trasformare e commercializzare le materie prime del vigneto in località Castiglione. Oggi l'azienda può contare anche su un fidato manipolo di conferitori: Bartolo, figlio di Ettore, si occupa di valorizzare questo patrimonio creando vini di stampo mediterraneo che prendono vita esclusivamente da uve autoctone
Il Per Eva 2020 di Tenuta San Francesco è un bianco della Costa d'Amalfi frutto di un blend di falanghina, ginestra e pepella. La sottozona di Tramonti è un'area impervia e difficile per la viticoltura, ma i quattro soci fondatori dell'azienda Vincenzo D'Avino, Luigi Giordano, Gaetano e Generoso Bove, hanno accettato la sfida di portare avanti 14 ettari di vigneto suddiviso su diverse parcelle. Un piccolo scrigno ampelografico che ha permesso all'azienda di diventare una realtà di riferimento della Costa d'Amalfi che offre un'interpretazione centrata di varietà di difficile gestione come pepella, ginestra, biancazita, biancatenera, aglianico, piedirosso e tintorea. Pera e pesca bianca, spezie, pepe bianco, delicate erbe aromatiche, tanto mare: è questo il profilo aromatico che porta a una bocca elegante e tesa, di sapidità sconvolgente.