Uno dei Cabernet Sauvignon migliori d'Italia si produce ad Alghero. Ecco qual è

18 Giu 2024, 18:12 | a cura di
In Sardegna si stanno guadagnando sempre più spazio piccole denominazioni, che esprimono le diverse identità territoriali. Una di queste è la Doc Alghero con vini rossi e bianchi di grande interesse.

Se andiamo ad analizzare il mondo vitivinicolo sardo, ci accorgiamo che ci sono due varietà di uva che dominano su tutte le altre: sono, ovviamente, il cannonau e il vermentino. Questi due vitigni, molto spesso, afferiscono a una grande Doc regionale (Cannonau di Sardegna e Vermentino di Sardegna) anche se negli ultimi tempi, soprattutto sulla bacca rossa tipica dell'Isola, si sta lavorando per delineare delle "sottozone" in grado di esprimere le varie identità territoriali. Accanto a queste macrodenominazioni, si stanno guadagnando sempre più spazio altre zone: una di queste è Alghero, che dal 1995 è tutelata da una Doc.

Alghero. Il territorio

La Doc Alghero attualmente si estende per oltre 1340 ettari vitati. Questi insistono nei comuni di Alghero, Olmedo, Ossi, Tissi, Usini, Uri, Ittiri e in parte nel comune di Sassari.

Siamo nella parte nord-occidentale dell'Isola, in una zona chiamata Nurra Algherese, un territorio prevalentemente pianeggiante, ogni tanto interrotto da dolci colline, soprattutto nella zona orientale. Nonostante le dimensioni ridotte della denominazione, al suo interno è possibile ritrovare caratteristiche piuttosto diverse, anche dal punto di vista dei suoli: ci troviamo di fronte a terreni vitati di diversa natura (calcari, arenarie, rocce effusive). A completare il quadro, non si può non accennare al ruolo che gioca il mare nella definizione del clima della zona: le vigne, anche quelle più all'interno, respirano durante tutto l'anno le brezze marine che contribuiscono alla salubrità dei vigneti.

Il Cabernet Sauvignon Marchese di Villamarina e gli altri vini della Doc Alghero

Il territorio è piccolo, ma la base ampelografica da cui possono attingere i produttori è piuttosto ampia. La Doc Alghero prevede l'utilizzo di alcuni autoctoni – i più importanti attualmente sono torbato e cagnulari – e di diversi vitigni internazionali. Tra questi ultimi spicca il cabernet, che con il Marchese di Villamarina di Sella e Mosca, ha portato la zona alla ribalta del vino che conta, un rosso che ha rappresentato e continua a rappresentare un tassello importante della storia vinicola italiana.

Ci vogliamo però soffermare anche sui già citati cagnulari e torbato. Il primo avrebbe qualche tratto in comune col bovale, altra uva autoctona: alcuni studiosi ne individuano l'origine in Spagna e la migrazione in Sardegna intorno al Seicento, nel periodo della denominazione aragonese.Altri pensano sia stato introdotto dalla Francia nell'Ottocento. La sua diffusione è ristretta praticamente alla sola provincia di Sassari.

Per quanto riguarda il torbato, anche in questo caso l'uva è diffusa solo nei dintorni di Alghero, e anche in questo caso, sembrerebbe che le origini siano spagnole (in passato era conosciuto anche come vitis iberica, uva catalana o turbat). Gli studi genetici però lo collocano nella famiglia delle malvasie: nei secoli passati era presente anche nella porzione meridionale della Francia con il nome di Malvoisie de Roussilon.

I migliori vini Alghero Doc

Per capire quali sono i risultati in vinificazione di questi due autoctoni ancora poco conosciuti, quali sono il torbato e il cagnulari, vi forniamo una lista delle migliori etichette della Doc Alghero che quest'anno hanno ottenuto i Tre Bicchieri e i Due Bicchieri sulla guida Vini d'Italia di Gambero Rosso 2024.

Sempre in vetta il Marchese di Villamarina versione 2019, che ottiene i Tre Bicchieri. Vitigno internazionale (100% cabernet sauvignon) ma profumi e sapori altamente territoriali, a partire dal naso denso di mirto ed eucaliptus e da unuyala bocca iodata e avvolgente. Buonissimo poi anche il Mustazzo, Cannonau che fa parte della rinomata linea Antonio Marras. In questo caso le uve provengono da Barbagia e Ogliastra (le zone più vocate per la varietà) e la stoffa si sente. Il Torbato Cuvée 161 è un bianco delizioso e di gran carattere.

Cantina storica che, seppur di recente acquistata dalla famiglia Moretti (già produttori di Franciacorta e Toscana), vanta più di un secolo. L'enorme tenuta vede i vigneti disposti tutti attorno alla cantina per ben 540 ettari vitati sia a bianchi sia a rossi. Tra questi ultimi, il grande vitigno aziendale è il cabernet sauvignon, che dà vita allo storico rosso da invecchiamento, il Marchese di Villamarina. Per quel che riguarda i bianchi, invece, è il torbato, vitigno autoctono dell'algherese, la punta di diamante della produzione, da cui si ottengono dei particolari spumanti. Non mancano comunque i classici vermentino e cannonau.

Gabriele Palmas può vantare una gamma di vini di assoluto valore. Qui ci concentriamo sull'Alghero Cabernet Riserva '17, vino fitto, cremoso e molto complesso al naso, con i toni fruttati che prevalgono su sensazioni vegetali e resinose.

Il Cagnulari Graffiante '21 di Rigàtteri è fitto e speziato. Completano la gamma dei vini della cantina, basata su autoctoni e di alto livello generale. il Vermentino di Sardegna Yios 2022,  fresco, sapido e ammandorlato e il Cannonau di Sardegna Rosato 2022.

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