Dei 12 vini del Trentino che hanno ottenuto i Tre Bicchieri 2024, le metà è stata assegnata a ottime espressioni di Trentodoc, che rimangono sulla vetta della regione (ma tra i premiati dello scorso anno troverete annche vini fermi. bianchi e rossi) e sotto la definizione "Bollicine di Montagna" si muove una delle zone spumantistiche più convincenti d’Italia. Sono vini che dimostrano tutta la loro autorevolezza grazie a dosaggi centrati e a (lunghe) permanenze sui lieviti, per esprimere fino in fondo il potenziale che queste varietà possono dare in termini di complessità. Tante le conferme tra i premiati, e un elenco che sottolinea l’ottimo andamento delle versioni Rosé e annovera alcune validissime nuove entrate, come Mas dei Chini. Gentilezza e determinazione, in sintesi, per rilanciare il comparto enologico trentino e ribadire che Trento non è solo spumante classico.
I migliori Trentodoc Rosé
Ecco i Trentodoc Rosé che hanno ottenuto i Tre Bicchieri o i Due Bicchieri Rossi sulla Guida Vini d'Italia 2024 di Gambero Rosso.
Subito onore ai Trentodoc, con il Rosé 2018 di Moser da Tre Bicchieri, intenso e lieve nel contempo, carezzevole al palato e di splendida vivacità rispetto al Nature e al 51,151, sempre bollicine vincenti. La pazienza di aspettare la lenta evoluzione del vino è l'ultima arma vincente di Francesco Moser, ciclista dei records, abituato a bruciare gli avversari sulla linea del traguardo. Ha saputo applicare i sagaci suggerimenti di suo figlio Carlo, in sinergia con le scelte enologiche di suo nipote, Matteo, enologo tra i più preparati, per proporre una serie di vini altamente rappresentativi. La cantina è una fucina di eventi e struttura che custodisce con orgoglio e massimo rispetto ogni specifica vendemmia dei poderi di famiglia, quelli attorno alla sede e altri in alta Val di Cembra. Produzione impostata alla spumantistica ma non mancano godibili curiosità.
Molto buono l'Inkino Extra Brut Rosè 2019 di Mas dei Chini. Tra i filari delle vigne di questo maso rurale sulla collina di Trento gli archeologi hanno trovato tracce di antichi vignaioli, a dimostrare la vocazione di questo pendio ora coltivato da Graziano Chini, imprenditore con varie attività commerciali. La direzione aziendale è affidata ad Alfio Garzetti, tenace cultore della tecnica spumantistica che coordina anche i lavori agricoli nei vigneti delle proprietà in Campo Rotaliano e i locali del maso adibiti a ristorante e ospitalità agrituristica. La cantina ha una struttura che abbina tradizione e alta tecnologia, con una severa selezione qualitativa delle uve. Puntando anzitutto sul Trentodoc.
Il Trento Brut Altemasi Rosé Ris. 2018 di Cavit è uno dei vini presentati dall'azienda lo scorso anno, che riesce a coniugare locale con internazionale, distribuendo globalmente una gamma di vini comunque legati al Trentino. Azienda in testa di una dozzina di cantine sociali, da sempre in prima fila nella produzione e promozione di un vino anzitutto popolare, di buon rapporto prezzo/qualità, ma con molte etichette dedicate all'eccellenza, specialmente con lo spumante classico. Non a caso è in corso il raddoppio delle strutture aziendali per i Trento Doc, per rilanciare il fascino della linea Altemasi.
Il Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Rosé 2012 è uno dei vini presentati lo scorso anno dall'azienda. Ferrari, la forza di un nome che nel vino evoca gioia e prestigio. Merito della famiglia Lunelli, imprenditori vitivinicoli davvero lungimiranti. Hanno custodito i saperi di un sognatore, Giulio Ferrari, il cantiniere di Trento che già nel 1902 sfidava il fascino dello Champagne producendo nella sua città qualche migliaio di bottiglie di spumante classico. Intuizione strategica, nel 1952 raccolta e potenziata prima da Bruno Lunelli, poi dai suoi figli e nipoti, ora protagonisti internazionali della qualità spumantistica, impegnati in mille iniziative, agricole anzitutto: cantine in Toscana e Umbria, un sodalizio nel cuore del Prosecco, anche imprenditori nel settore che spazia dalla grappa alle acque minerali, speciali bibite comprese. I loro Trento sono inconfondibili per stile e assoluta versatilità, sia le super riserve che le versioni più immediate.
La gamma degli spumanti di Maso Martis annovera anche il Rosé Monsieur Martis Rosé 2018, che lo scorso hanno è ha raggiunto le nostre finali, accattivante nel color ramato quanto nell'intrigante gustosità, marcati ricordi di frutti di bosco e deliziosamente bevibile. Monsieur e Madame, rafforzativi identitari di Maso Martis, a suggellare la grande attenzione che la famiglia Stelzer riserva ai loro più esclusivi Trentodoc. Due chicche preziose, vini decisamente emozionanti. Il Monsieur da uve Pinot Meunier è ottimo, insolito, bellissima beva, dedicato ad Antonio, fondatore dell'azienda, mentre a sua moglie Roberta è legato il Madame Martis, due bollicine che suggellano il prestigio di questa 'maison' trentina, affidata da un paio di vendemmie alle giovani figlie dei titolari, Alessandra e Maddalena.
ll Rosè Pas Dosé di Bellaveder è molto versatile, unisce l'armonia della fragranza con la sapidità che rievoca brezze marine. I Luchetta, papà Tranquillo e i figli Andrea e Marco, riescono a gestire vigneti dislocati a macchia di leopardo: quelli sul conoide di Faedo adiacenti la loro cantina, nonché altri ettari sul versante della Valle dei Laghi, a Cavedine. Qui in alta quota hanno piantato viti per caratterizzare ulteriormente i loro spumanti, senza tralasciare la cura delle varietà dei poderi vicino San Michele all'Adige. Una gamma di vini caratteristica, anche se le attenzioni si bilanciano tra Trento Doc e classiche tipologie trentine. Per quanto concerne le altre etichette Bellaveder, ottimo il Trento Brut Nature '18 e validi i consueti Müller Thurgau, Lagrein e Traminer.
Splendido pure il Rosè +4 di Letrari, dedicato alle quattro donne della famiglia Letrari. Gli spumanti di Lucia Letrari amalgamano potenza, eleganza e altrettanta soavità. Variegati nell'indole, gradevoli al sorso, decisamente dolomitici, fragranze alpine impregnate di nuances mediterranee, gentili e femminee. Del resto Lucia Letrari ha sempre voluto imprimere grazia ai suoi vini, tecnica appresa da suo padre Leonello e maturata in anni di continuo impegno, sia nei vigneti di famiglia che in cantina, struttura oramai destinata prevalentemente al Trentodoc. Ben sette gli spumanti giunti alle nostre degustazioni con riscontri entusiasmanti. Vini meritevoli di punteggi importanti, con alcune proposte per certi versi memorabili.