Se pensate che il Trentino sia una regione votata esclusivamente alla produzione di grandi spumanti siete completamente fuori strada. Anno dopo anno infatti, alla indiscussa eccellenza dei Trentodoc, si sono affiancati bianchi e rossi fermi sempre più interessanti per carattere e aderenza territoriale.
Il merito va alla costante dedizione di una schiera di vignaioli, cantinieri e imprenditori decisi a puntare sulle varietà da uve autoctone, così come anche su vitigni che già da tempo qui sono di casa. Ci si accorge di quanto appena affermato quando si assaggiano i Teroldego, per esempio. proposti anche in versioni diverse da quelle della storica Doc Rotaliano.
Sulle origini del nome del vitigno ci affidiamo a quella che è la comune vulgata. Si arriva al termine teroldego attraverso un percorso linguistico e fonetico che parte da "tiroler gold", l'oro del Tirolo, che era la terminologia utilizzata nella corte di Vienna per descrivere il vino che arrivava da questa provincia dell'Impero Asburgico.
Il teroldego è il vitigno autoctono a bacca nera più importante in Trentino; viene coltivato soprattutto nel Campo Rotaliano, una pianura alluvionale formata dai detriti portati a valle dal torrente Noce. La pianta è molto generosa e in passato, con altre visioni agronomiche e produttive, completamente opposte a quelle di oggi, dava grandi quantità d'uva. Attualmente, con il passaggio a una vitivinicoltura di qualità, il teroldego, se ben gestito, è in grado di dare dei grandi vini rossi, fragranti e succosi, in gioventù, quando vinificati solo in acciaio; profondi e affascinanti nelle versioni più ambiziose che dialogano con il legno.
I Teroldego dal migliore rapporto qualità-prezzo
Quella che segue è una lista di Teroldego reperibili in enoteca o negli shop on-line a meno di 20 euro, recensiti sulla guida Berebene 2024 di Gambero Rosso e prodotti tanto da grandi aziende trentine, quanto da piccoli e arrembanti vignaioli.
Il Lezèr Teroldego 2022 di Foradori, "Lezèr" nel senso di "leggero", è un rosato che interpreta carattere e vigoria del vitigno che lo genera, rilanciando però nuove sensazioni, in bocca entra succoso, vagamente speziato per una genuina piacevolezza, Giocoso, nel senso più schietto d'intendere il vino, per rendere il Teroldego un sincero stimolo enoico. Questo l'obiettivo (centrato) di Emilio Zierock figlio di Elisabetta Foradori, la vignaiola che ha portato il vitigno rotaliano sulla scena internazionale.
Il Teroldego Rotaliano 2021 di Dorigati, che abbiamo premiato per il migliore rapporto qualità-prezzo del Trentino, si presenta granato nel colore, con profumi freschi di ciliegio e con una speziatura che riecheggi il balsamico, è un vino avvolgente nella sua immediata bevibilità. Paolo Dorigati interpreta il vitigno rotaliano in svariati modi, riservando attenzioni meticolose proprio al "vino base", per una proposta sostenibile sotto ogni aspetto. Il vino però ha classe e potenza che lo proiettano verso ulteriori importanti traguardi di degustazione, rispettando giusti tempi di riposo in fresche cantine.
Il Teroldego Rotaliano 2022 di Martinelli offre il classico sentore di mora e bacche selvatiche, corroborante al palato, sorso scattante, promettente, pronto a sfidare l'affinamento per qualche decina d'anni, con una trama setosa e accattivante.Storica azienda agricola nel cuore del Campo Rotaliano, diretta da giovani, quanto entusiasti vignaioli: i fratelli Andrea e Giulio Martinelli. I due portano avanti una tradizione familiare iniziata nel 1860, puntando prevalentemente sul Teroldego.
Il Teroldego Rotaliano Castel Firmian 2021 si presenta con fragranze di grande complessità, profondo nel color rubino, per rilanciare tutta una gamma di caratteri organolettici basati su timbri di viola mammola, fiori e tamarindo, con il tipico "goudron" rotaliano, sapore deciso, tannino vellutato, ha corpo e altrettanta agilità buon tenore alcolico, salino al punto giusto e una sua austera possenza finale. Pronto a sfidare anche il tempo se accudito in opportune dispense o fresche cantine domestiche
Il Teroldego Rotaliano Lealbere 2021 è offre potenza gustativa e altrettanta fragranza, a dimostrazione di come le cure viticole e l'esperienza - cinquantennale, quella dei fratelli Andrea e Roberto Zeni, capostipiti di una dinastia di vignaioli vocati al Teroldego,- riescano a conferire il meglio, per un vino molto accattivante.
Il Teroldego Rotaliano Rosato 2021 di De Vescovi Ulzbach è ottenuto con una tecnica di vinificazione in stile "kretzer", vale a dire una breve macerazione sulle bucce. Il vino che ne risulta è quasi brillante senza penalizzare il carattere delle uve, con una buona polpa, pure con cenni tannici, ma sicuramente un rosato di bell'aspetto e perspicace personalità. Da sorseggiare ancor giovane, anche se non disdegna qualche stagione d'attesa. Indomito sperimentatore Giulio de Vescovi, alle prese con numerosi progetti legati sostanzialmente al Teroldego, anche se non tralascia uve a bacca bianca e specialmente piccole selezioni destinate a meditate elaborazioni spumantistiche. Non solo, riesce pure a curare un microscopico vigneto sulle pendici dell'Etna, a dimostrazione che le frontiere del vino non conoscono limiti geografici. Tre sole versioni di Teroldego proposte alle nostre selezioni, tutte con caratteri identitari, autorevoli quanto di giusta stravaganza.