Avete mai sentito parlare di vitigni aromatici? Sono uve ricche di terpeni, sostanze presenti nella buccia che regalano profumi caratteristici a queste uve, che poi si amalgamano con quelli dati dal processo di fermentazione. Anche i meno esperti sanno riconoscere un vino prodotto da uve moscato o da gewürztraminer, proprio perché i loro aromi sono molto peculiari e difficili da confondere con quelli di altre uve.
Oltre a quelli aromatici, ci sono anche i cosiddetti vitigni semi-aromatici. Il nome parla già da sé: anche qui siamo in presenza di terpeni, in quantità minore rispetto agli aromatici, ma comunque l'identità olfattiva risulta ben espressa e riconducibile al vitigno. Una di queste uve è il ruché.
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Il Ruché. Origine e caratteristiche del vitigno
Il Piemonte è l'unica regione d'Italia in cui è coltivato il ruché. Ma zoomando sul vigneto regionale, dobbiamo puntare la nostra attenzione sulle colline intorno a Castagnole Monferrato; più sporadicamente compare anche nelle vigne dell'Alessandrino. Come per molte uve, le origini si perdono nelle nebbie della storia. Partendo dal nome, alcuni lo farebbero derivare da "roncet", una malattia virale a cui questo vitigno risponde in maniera più efficace rispetto ad altre uve regionali.
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Castagnole Monferrato
Altri studiosi, invece, ritengono che possa provenire addirittura dalla Borgogna e che si sia acclimatato in Piemonte intorno al XVIII secolo, ma le testimonianze di questo itinerario sembrano piuttosto scarse. La notizia certa, piuttosto, è che la fortuna moderna del vitigno si deve a un religioso, Don Giacomo Cauda: fu lui, infatti, negli anni Sessanta a riscoprire questo vitigno quasi abbandonato, salvandolo dall'oblio.
Il vitigno è protagonista di una denominazione a esso dedicata, Ruché di Castagnole Monferrato, nata nel 1987 e divenuta DOCG nel 2010. Di certo la sua creazione è stata uno stimolo per i produttori che hanno deciso di puntare su un'uva poco conosciuta e fino ad allora poco coltivata. All'inizio parlavamo di identità aromatica: quella del ruché è fatta di fragranze floreali e fruttate che ricordano la rosa e le fragoline di bosco mature, cui si aggiungono affascinanti striature speziate.
I Ruché dal migliore rapporto qualità-prezzo
Se abbiamo pungolato la vostro curiosità, ecco una lista di Ruché che abbiamo apprezzato di più per il rapporto qualità-prezzo e che abbiamo inserito nelle guide Berebene 2025 del Gambero Rosso e Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso: sono vini reperibili in enoteca o negli shop on-line a meno di 20 euro.
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Ruché di Castagnole M.to 'Na Vota '23 - Cantine Sant'Agata
Il Ruché di Castagnole Monferrato 'Na Vota '23 propone profumi di rosa e prugna, è di notevole struttura, fitto e pieno, ancora segnato dalla nota tannica ma con un finale lungo ed equilibrato.
Cantine Sant'Agata, azienda della famiglia Cavallero, nata all'inizio del secolo scorso, è tra le più importanti per la produzione di vini da uve ruché, di cui propone svariate versioni. I vigneti aziendali sono situati in diversi comuni e zone di denominazione, da Portacomaro a Gavi a Monforte d'Alba, e oltre al ruché vedono la presenza di barbera, cortese, nebbiolo, per una produzione d'impianto moderno e di bella nitidezza tecnica.
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Ruché di Castagnole M.to Laccento '23 - Montalbera
Il Ruché di Castagnole Monferrato Laccento '23 al naso è ampio e complesso nelle sue note floreali, di prugna e di liquirizia, mentre il palato è strutturato, con un tannino presente ma elegante, pieno, morbido e lungo.
La famiglia Morando dell'azienda Montalbera, oggi alla terza generazione di produttori di vino, è da sempre legata a una varietà piemontese poco nota e particolare: il ruchè. Questo rosso semiaromatico trova nel territorio di Castiglione un ottimo terroir per esprimersi, in ben tre versioni. D'altronde più della metà del ruchè della denominazione di Castagnole Monferrato è di proprietà di questa azienda, che da sempre lo valorizza al meglio. Si coltivano anche moscato, barbera, chardonnay, viognier e grignolino.
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Ruché di Castagnole Monferrato Sant'Eufemia '23 - Ferraris Agricola
Il Ruché di Castagnole Monferrato Sant'Eufemia '23 al naso ha toni floreali e di frutti rossi, mentre il palato è equilibrato, con tannini delicati, di buona pienezza e con un finale lungo e piacevole.
Una storia intrecciata a doppio filo con gli USA quella di Ferraris Agricola. Dapprima sono stati infatti i risparmi del bisnonno Luigi, emigrato in America, a darle il via, e, più recentemente, il californiano Randall Grahm ha dato un importante contributo alla nascita della linea ruchè. È Luigi Ferraris però, nipote omonimo, che nel 1999 ha ristrutturato completamente la vecchia cantina, dando nuova linfa a una realtà con oltre un secolo di vita.
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Ruché di Castagnole Monferrato Xenio '23 - Fabrizia Caldera
Lo Xenio '23 al naso evidenzia sentori floreali e di frutti rossi di bosco, per un palato di grande piacevolezza, scorrevole e immediato. Quattro generazioni si sono succedute alla guida di Fabrizia Caldera, che ha sede a Portacomaro Stazione, a pochi chilometri da Asti. Oggi Fabrizia Caldera, insieme col marito Roberto e il figlio Fabio, porta avanti una filosofia di territorio e coerenza, per la maggior parte con vitigni autoctoni, che rispecchiano i suoli da cui provengono. Si producono vini da barbera, moscato, cortese e grignolino, con una particolare attenzione per il ruché.
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Ruché di Castagnole M.to San Pietro Realto '23 - Bersano
Ben realizzati il Ruché di Castagnole Monferrato San Pietro Realto '23, dai profumi di bacche rosse, rosa e prugna, dal palato austero ma di buona polpa.
Azienda di riferimento per il panorama astigiano e non solo, la Bersano, da trent'anni proprietà delle famiglie Massimelli e Soave, può contare su undici tenute aziendali, situate tra Astigiano, Alto Monferrato e Langhe, che danno vita a un'ampia gamma di etichette, nella quale troviamo alcune tra le più importanti denominazioni regionali. I vini prodotti sono pensati per valorizzare al meglio le diverse tipologie e i diversi territori d'origine.
Ruché di Castagnole M.to Viarì '23 - Accornero Giulio e Figli
Buono il Ruché di Castagnole M.to Viarì '23 della famiglia Accornero, che può vantare una tradizione più che secolare nel mondo agricolo, che vede una svolta nel 1957 quando Giulio Accornero decide di iniziare a vinificare in proprio le uve. Sono oggi i figli Ermanno e Massimo a portare avanti l'azienda, all'insegna dell'eccellenza e nel rispetto del proprio territorio, caratterizzato da un terreno calcareo-marnoso che dona ai vini ricchezza e un buon potenziale di invecchiamento.
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Ruché di Castagnole M.to Caresana '23 - Pierfrancesco Gatto
Il Ruché di Castagnole Monferrato Caresana '23 presenta una buona fittezza tannica, ricco di polpa e di piacevole beva. Pierfrancesco Gatto, alla guida della cantina da oltre trent'anni, è l'attuale rappresentante di questa secolare famiglia del vino, ma nonostante il tempo passi, e si succedano i cambiamenti, i valori rimangono gli stessi: territorio e tradizione. I vitigni coltivati sono principalmente barbera, ruchè e grignolino, e i vini rispecchiano i vari terroir da cui provengono: Castagnole Monferrato e Montemagno.