Gli 8 migliori Riesling dell'Oltrepò Pavese sotto i 20 euro scelti dal Gambero Rosso

10 Mar 2025, 09:02 | a cura di
Se per il lato rossista dell'Oltrepò Pavese è il pinot nero, prestigiosa uva francese, a fare la parte del leone, del lato bianchista del territorio è, invece, protagonista il riesling. Ecco le etichette dal migliore rapporto qualità-prezzo

Nonostante sembri che si muova tutto lentamente, nel mondo del vino italiano negli ultimi trent'anni ci sono state molte trasformazioni, che poi si sono consolidate fino a diventare certezze. Una di queste è la crescita qualitativa dell'Oltrepò Pavese, un territorio della Lombardia che oggi annoveriamo tra le zone classiche in grado di produrre vini di qualità.

L'Oltrepò Pavese è situato all'estremità meridionale della regione, al confine con l'Emilia Romagna a est, con il Piemonte a ovest e con le zone montuose della Liguria a sud. Abbiamo parlato in diverse occasioni del territorio negli ultimi mesi sia per il Premio Speciale assegnato alla Bollicina dell'Anno dalla guida Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso, sia per importanti cambiamenti del Consorzio allo statuto e al disciplinare: il Metodo Classico a base di Pinot Nero prende il nome di Classese.

Quando parliamo di quest'area subito scatta l'associazione con il pinot nero: con i suoi oltre 3000 ettari vitati si pone al terzo posto del podio mondiale dei territori che coltivano quest'uva, ovviamente dopo Borgogna e Champagne.

Buttafuoco Territorio Oltrepò Pavese

Il Riesling protagonista del lato bianchista dell'Oltrepò Pavese

Il fatto è che fermarsi al solo pinot nero, protagonista indiscusso del lato rossista, sarebbe fare un torto a una zona vitivinicola che invece è piuttosto composita. Croatina, barbera, vespolina e uva rara sono tessere che servono a comporre un mosaico di vini molto territoriali e tradizionali, come per esempio la Bonarda dell'Oltrepò Pavese o il Buttafuoco, solo per citarne un paio. Se ci spostiamo sul lato bianchista, invece, è innegabile che il ruolo del protagonista spetti al riesling.

Quando parliamo di quest'uva, però, dobbiamo specificare bene di quale tipologia si tratti. Infatti conosciamo due tipi diversi di riesling: quello renano e quello italico. Come si capisce abbastanza chiaramente dal nome, il primo sarebbe originario delle vallate del Reno e della Mosella (ma è coltivato anche in Austria e in Alsazia), il secondo è diffuso soprattutto nel nostro Paese. La curiosità è che le due uve condividono il nome ma nessun rapporto di parentela genetico.

Le origini del riesling italico, tra l'altro, sono controverse. Alcuni ne individuano l'origine in Francia, da cui poi si sarebbe diffuso in Germania, dove, per non creare equivoci con il renano prese il nome di "riesling straniero". Altri studiosi pensano, invece, che derivi dall'aminea gemella, un'uva citata dall'agronomo romano Columella (I sec. d.C.), che sarebbe anche un'antenata del greco: effettivamente con quest'ultimo il riesling italico condivide qualche tratto genetico, ma un rapporto di discendenza sembrerebbe essere escluso.

Anche i vini che derivano dai due vitigni sono piuttosto diversi. Generalmente il renano dà vita a bianchi di buona acidità e struttura, di grande persistenza tanto aromatica quanto gustativa, con i tipici profumi che ricordano gli idrocarburi che diventano sempre più protagonisti dello spettro aromatico dopo qualche anno dalla vendemmia; quello italico è più adatto a vini freschi e fragranti, leggeri e beverini.

I Riesling dell'Oltrepò Pavese dal migliore rapporto qualità-prezzo

Nell'Oltrepò Pavese sono presenti entrambe le tipologie di Riesling citate: quelli che vi proponiamo di seguito ne sono i migliori esempi nella fascia di prezzo che non supera i 20 euro in enoteca o negli shop on-line, etichette che abbiamo assaggiato e recensito nelle guide Berebene 2025 e Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso.

Da parecchio tempo il Riesling Renano di Isimbarda è costantemente uno dei migliori del comprensorio oltrepadano. Negli ultimi anni è stato affiancato dalla selezione Le Fleur, che gode di un anno di affinamento in più in bottiglia. La versione "base"2023 è risultata di una florealità e di un'eleganza notevoli, in attesa che si sviluppino gli aromi terziari.
L'azienda diretta ormai da molti anni da Daniele Zangelmi, con il supporto di Mauro Suario e Marta Borrello, è situata in uno dei luoghi più suggestivi dell'Oltrepò, in quella parte alta di Santa Giuletta dove vigneti, viali di cipressi e boschi convivono regalando un paesaggio unico. Da sempre terra di elezione di riesling renano e pinot nero, questi suoli calcarei regalano vini di grande raffinatezza e longevità.

foto di www.travaglino.com/it/

Prima ancora che in Italia, e a maggior ragione in Oltrepò Pavese, si desse l'importanza che merita al concetto di "cru", il Campo della Fojada di Travaglino, con le sue argille calcaree, è sempre stato riconosciuto come terreno ideale per la coltivazione del riesling renano. Caratteristiche uniche che anche in questo 2023 conferiscono al vino sapidità, profumi di frutti gialli, agrumi, fieno, fiori di campo, erbette aromatiche e una vena minerale che andrà evolvendosi negli anni.

Da quando Cristina e Alessandro Comi, la nuova generazione, hanno preso in mano questa prestigiosa azienda alcuni anni fa, la Tenuta è letteralmente rinata. L'antico monastero medievale trasformato in luogo d'accoglienza, i vini hanno ricominciato ad avere quella grinta e quell'impronta varietale dovuta ai suoli particolarmente vocati e alla mano di Achille Bergami, affiancato dalla consulenza di Donato Lanati. Da segnalare l'attenzione a un basso impatto ambientale e un lavoro che premia soprattutto riesling e pinot nero.

Gabriele e Bruno Rebollini sono produttori seri: ci hanno presentato solo tre vini, ma tutti di alto livello, a partire dal Renio '22, un Riesling Superiore splendido nei suoi profumi floreali e di erbe aromatiche, lungo e profondo in bocca. Sulle argille calcaree e gessose che attraversano come una lama l'Oltrepò Pavese centrale, alligna felicemente il riesling renano, uva che in questo ambiente riesce a dare il meglio di sé soprattutto per quanto riguarda la mineralità, che è caratteristica fondamentale apprezzata dagli appassionati. È il caso di questo Renio '22, nel quale l'affinamento in vetro di oltre un anno ha fatto emergere i suddetti sentori minerali, ancora affiancati dai profumi floreali giovanili.

Non sappiamo più come tessere le lodi di Paolo Verdi, vignaiolo verace capace di raggiungere il traguardo dei Tre Bicchieri sia con un Metodo Classico - Vergomberra - sia con un rosso da invecchiamento - Cavariola - e, come se non bastasse, in grado di sfornare pure un Riesling come il Vigna Costa '22 che vi segnaliamo qui, un bianco paradigmatico per quanto riguarda la varietà: fruttato e floreale, corposo ed equilibrato, con un nerbo e una base minerale che gli consentiranno anche notevole longevità.

Paolo Verdi, ora affiancato dal figlio Jacopo, è uno dei vignaioli che più stimiamo di tutto il comprensorio oltrepadano. Instancabile, è sempre alla ricerca di novità e perfezionamenti per caratterizzare i suoi vini con uno stile inconfondibile. Paolo si muove tra mille tipologie, rossi fermi, rossi mossi, bianchi, Metodo Classico, sempre con grande bravura. Alcuni recenti assaggi di vecchie bottiglie ci confermano il valore dei suoi vini, in attesa di assaggiare il Buttafuoco Storico, l'ultimo nato che promette faville.

Nel giro di qualche anno, Aldo Dellavalle e il fidato enologo Marco Terzoni hanno saputo creare una realtà di tutto rispetto in terra oltrepadana, come dimostra anche questo Riesling Superiore Lo Spavaldo '23. Uve riesling renano in purezza per un vino ancora giovane, che presenta le caratteristiche note di fiori di campo, camomilla, frutti tropicali, in attesa che si sviluppino i tipici sentori terziari minerali. In bocca è sapido, fluente, piacevolissimo già adesso, e promette di migliorare ancora.

 

foto di www.cadelge.com/it/

Sulle terre bianche, calcaree e gessose, di Montalto Pavese il riesling renano trova il suo habitat naturale per rendere al meglio. Ai tre fratelli Carlo, Sara e Stefania Padroggi è affidato il compito di portare avanti l'eredità di papà Enzo, uno dei primi in Oltrepò a credere nelle potenzialità del riesling piantato sui terreni bianchi. Portabandiera della biodiversità, l'azienda aderisce al progetto ViNO (Vigneti e Natura in Oltrepò). Questa versione 2022 è giocata su toni di frutta tropicale leggermente stramatura, con la terziarizzazione che comincia ad avanzare lentamente sotto forma di una mineralità appena accennata.

Dobbiamo sempre ripeterci: Fabbio non è un refuso ma il nome del titolare Fabbio Defilippi, coadiuvato dal fratello maggiore Emilio. Il nome dell'azienda e della località in cui ha sede non lasciano dubbi per quanto riguarda la natura del terreno: un calcareo-gessoso dove il riesling renano si trova a meraviglia. Ne è testimone questo Riesling '23 dai profumi floreali eleganti, ben calibrato in bocca, con la mineralità che comincia a fare capolino.

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