Se c'è un settore che sembra aver risentito meno di questo momento di crisi per l'export di vino (non solo italiano), è sicuramente quello degli spumanti, trainato dal successo del Prosecco, che secondo Luca Giavi, direttore del Consorzio del Prosecco Doc, intervenuto agli Stati Generali del Vino a Roma, non dipende solo dal prezzo. All'interno del mondo di quella che è senza dubbio la bollicina italiana più consumata e conosciuta all'estero, vanno fatte però delle distinzioni. Perché non basta dire Prosecco, soprattutto quando si ha a che fare con quello Superiore proveniente da una zona ben precisa..
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Da Doc a Docg
Il nome completo della Docg è Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, i cui confini territoriali erano già stati più o meno definiti intorno agli anni Trenta del secolo scorso: la Doc arriverà nel '69 ed evolverà in Docg nel 2009. La zona tutelata dalla denominazione si estende sul territorio di 15 comuni, ma a darle il nome sono soltanto due di questi: Conegliano, che è un po' la capitale culturale del distretto - visto che ospita una delle più importanti scuole enologiche del nostro Paese dal 1876 -, e Valdobbiadene, che rappresenta il cuore produttivo del territorio.
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Un mosaico di vigne e microzone
Tra le due cittadine ci sono le colline che ospitano gli 8600 ettari vitati della denominazione, protette dai venti freddi del nord dalle Dolomiti. La loro altitudine va dai 100 ai 500 metri sul livello del mare, ma ciò che rende la zona davvero caratteristica è l'estrema pendenza di alcuni versanti di queste colline, che per essere coltivati con la vite hanno bisogno dei "ciglioni", una sorta di terrazzamenti che non si servono della pietra come sostegno, ma di terra inerbita. Il paesaggio è spezzettato in un mosaico verde che alterna questi peculiari appezzamenti di vigneto con folti boschi, garanzia di biodiversità. La particolare conformazione morfologica della zona e queste pratiche agricole nei secoli hanno contribuito a disegnare il territorio: nel 2019 le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono state dichiarate Patrimonio Unesco, dove torna La Primavera del Prosecco con 15 mostre del vino ed eventi culturali e gastronomici.
Ma non basta: la zona, oltre a essere un mosaico di vigne, è anche un mosaico dal punto di vista geologico. I suoli dimostrano una grande varietà, sono molto antichi e raccontano diverse storie sulla loro formazione. Ci sono colline modellate dal ritiro dei ghiacciai dolomitici che si alternano a suoli profondi con matrici argilloso-ferrose, ma anche a suoli di origine marina, dove le marne e le arenarie la fanno da padrone. Questa estrema varietà ha creato delle microzone che attualmente sono riconosciute anche dal disciplinare di produzione. Non è infrequente, infatti, trovare nelle etichette i nomi dei comuni o delle frazioni da cui i vini hanno origine, zone che, negli anni hanno dimostrato di essere particolarmente vocate: sono le cosiddette Rive, 43 microzone cui bisogna aggiungere un'altra porzione di territorio particolarmente prestigiosa, che è la sottozona di Cartizze (e che in tutto si estende per poco meno di 110 ettari).
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I Prosecco Superiore Conegliano-Valdobbiadene dal migliore rapporto qualità-prezzo
Durante gli assaggi di quest'anno abbiamo riscontrato nei vini del comprensorio un profilo più sottile e nervoso del solito, ma che - nelle migliori espressioni - ha portato con sé finezza, agilità e lunghezza del sorso.
Ecco, dunque, una selezione di Prosecco Superiore Conegliano-Valdobbiadene tra quelli dal miglior rapporto qualità-prezzo inseriti nelle guide Berebene 2025 del Gambero Rosso e Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso: sono vini reperibili in enoteca o negli shop on-line a meno di 20 euro.
Dalle Torri di Credazzo giunge una delle etichette più importanti dell'azienda Adami, l'Extra Brut Col Credas, che esplora l'animo più nascosto e fresco della tipologia trevigiana, forte di profumi che ricordano la mela granny smith e in grado di conquistare il palato con la decisione della sua tensione acida. Sono ben 34 le zone del comprensorio di Conegliano Valdobbiadene da cui la famiglia Adami attinge le uve.
L'Extra Dry Mas de Fer '23 esprime una cadenza fruttata più dolce e immediata e si fa apprezzare per tensione e morbidezza. Sempre molto frizzante l'attività in seno all'azienda Andreola, di Stefano Pola, una delle cantine che negli ultimi anni ha dato vitalità al comprensorio del Prosecco Superiore. Decisamente ampia la piattaforma viticola, che ai vigneti di proprietà affianca anche una importante collaborazione con viticoltori del territorio che seguono le indicazioni dello staff tecnico. Le vigne più vocate producono le uve destinate alla produzione più ambiziosa e di carattere territoriale.
L'Extra Brut '23 di BiancaVigna riesce nel difficile compito di mantenere l'immediatezza e la piacevolezza pop del prosecco esaltandone però le doti di finezza e tensione. Nata appena una ventina di anni fa, l'azienda guidata dai fratelli Elena ed Enrico Moschetta ha saputo conquistarsi velocemente grande considerazione sia da parte del mercato che fra i colleghi. Interprete della zona orientale del Conegliano Valdobbiadene, l'azienda coltiva in gestione biologica più di 30 ettari di vigneto, dedicati esclusivamente alla glera. Vini dallo stile decisamente asciutto e gastronomico che trovano nelle sottozone di Ogliano e Soligo la massima espressione qualitativa.
Emblematico è l'assaggio del Molera '23, un Extra Dry dai fini profumi che alternano le note di frutto maturo alle più dolci e delicate sfumature floreali e di confetto che trovano sviluppo in un sorso sapido e di perfetto equilibrio fra dolcezza, acidità e bollicine. Grande fermento in casa Bisol in questi ultimi anni. Il gruppo Lunelli ha dapprima ripensato alla stilistica dei vini e quindi ha dato sviluppo alla profonda ristrutturazione della cantina e dei cru che oggi permette di mantenere separate pressoché tutte le partite di uva proveniente dai vigneti migliori. Per la gestione dell'importante parco viticolo ci si avvale della collaborazione con Mattia Filippi e Umberto Marchiori che permettono all'azienda di trasformare uve di grande caratura in una produzione sempre più definita e affidabile.
Il Rive di Collalto Extra Brut di Borgoluce sfrutta la ricchezza fruttata tipica delle vigne più belle nel comprensorio di Collato, mettendo in luce il lato più consistente della tipologia trevigiana rinunciando all'apporto della dolcezza. Borgoluce rappresenta un nuovo modo di interpretare l'azienda agricola, una sorta di ritorno al passato con le conoscenze e le attenzioni del mondo contemporaneo. Grande la superficie di proprietà, per un'attività agricola che si muove su più fronti con la viticoltura come uno dei punti fermi. La glera è la protagonista delle colline che si stagliano alle spalle della moderna cantina, interpretata valorizzando la ricchezza fruttata che la zona orientale del Conegliano Valdobbiadene può offrire.
Il Motus Vitae di Bortolomiol è frutto dei pendii più ripidi di San Pietro di Barbozza e gioca con il frutto giallo maturo e la cremosità del sorso. La denominazione del Prosecco Superiore è caratterizzata da un territorio di grande pregio viticolo e paesaggistico gestito da una trama fitta di piccole e a volte piccolissime aziende agricole, cui fanno eco le case spumantistiche che ne valorizzano i frutti con una produzione che ha portato le bollicine trevigiane in tutto il mondo. Bortolomiol è una delle realtà più conosciute e apprezzate, forte di un legame storico con i viticoltori del territorio e una grande competenza tecnica in cantina.
Il Terre del Faè '23, un Prosecco Superiore frutto di una singola vigna cinta da macchie di bosco, profuma di frutto giallo maturo e lascia ai fiori il ruolo di comprimari, mentre sul palato la perfetta fusione fra bollicine, acidità e delicata struttura conferisce grande piacevolezza alla beva, mantenendone un profilo asciutto e slanciato.
L'azienda Canevel Spumanti, fondata da Mario Caramel alla fine degli anni '70 dal 2016 ha visto lo sviluppo della collaborazione con il gruppo Masi di Gargagnago, che ha portato in dote grande conoscenza del mercato e delle sue dinamiche. La gestione tecnica, invece, è andata in direzione di un prodotto sostenibile che ha abbracciato la conduzione biologica, facendo affidamento su un'importante piattaforma viticola che si estende nel cuore della zona storica del Prosecco Superiore.
L'Extra Brut Ponte Rosso '23 profuma di frutto bianco maturo con una tenue nota floreale che si manifesta poco per volta. In bocca emerge la solidità del Coneglianese in un sorso solido, deciso e di buona grinta. La pianura trevigiana oltrepassata la sponda sinistra del Piave sembra incresparsi e dà vita al complesso sistema collinare che costituisce il regno della glera. A Susegana trova sede da oltre un secolo l'azienda dei Conti Collalto, una delle più importanti del comprensorio del Prosecco Superiore, che può contare su molti ettari vitati sul versante orientale della denominazione, dove accanto alla glera trovano dimora varietà autoctone e internazionali.
L'Extra Dry Castè '23 mette in luce tutta la delicatezza fruttata che possiede la glera quando è coltivata sulle migliori esposizioni, profuma di mela e pera, di fiori di tiglio e glicine, per donarsi infine in un sorso generoso in cui la dolcezza si appoggia alla vena acida e sapida. Graziano Merotto rientra sicuramente fra quei produttori illuminati che hanno saputo coniugare la sapienza contadina con la competenza di cantina, migliorando anno dopo anno tutte le fasi produttive, dalla vigna alla bottiglia, senza cadere ostaggio delle frenesie commerciali. L'ampia superficie vitata di cui dispone, in gran parte seguita direttamente dall'azienda, permette la produzione di una gamma di spumanti raffinati e di grande aderenza territoriale.
Il Gerardo '23, è un Extra Brut prodotto con le uve delle più belle esposizioni della zona di Santa Stefano, nel cuore del Prosecco di Valdobbiadene, uno spumante che porge il frutto con grande delicatezza, contornato da note floreali che lasciano gradualmente spazio a ricordi di frutta secca. Il palato è asciutto, perfettamente retto dalla spina dorsale acida e dalla cremosità delle bollicine. Silvia, Alberto e Veronica Ruggeri hanno preso le redini dell'azienda di famiglia fondata da papà Cesare alla metà degli anni '80. La cantina si trova a Santo Stefano, nel cuore delle colline patrimonio dell'Unesco, mentre la piattaforma viticola si articola su 16 poderi differenti, che spaziano dalle irte colline di Valdobbiadene alle più dolci di Conegliano, per giungere infine al vicino Montello, dove l'azienda ha dato vita anche a un affascinante B&B.
R.D.O. Levante '23 è un Extra Dry frutto dei vigneti che guardano a est, profuma di frutto bianco e fiori e conquista il palato con la delicatezza che la glera coltivata nella sua culla storica possiede. Il sorso è agile, sapido e di beva irresistibile.La grande cantina Masottina, adagiata sulla dorsale del colle di Ogliano, sembra quasi sorgere dalle vigne di glera, perfettamente inserita nel territorio e al tempo stesso dotata di tutta la tecnologia che le bollicine trevigiane richiedono. L'importante piattaforma viticola permette a Federico e Filippo Dal Bianco una produzione di assoluto valore, che attinge dalle colline patrimonio dell'Unesco e dalla pianura confinante. È però Ogliano il luogo in cui batte il cuore di Masottina, un'ampia zona collinare dove le vigne si distendono a perdita d'occhio su un suolo di origine glaciale.
Dalle più belle vigne di San Pietro di Barbozza nasce l'omonimo Extra Brut '22 di Valdo Spumanti, uno spumante dominato dalle note di mela e pera che porge un profilo gustativo di buona ricchezza e tensione. Il grande valore che si riscontra nell'azienda di Valdobbiadene risiede nella capacità di coniugare i numeri di una produzione importante con una qualità e uno stile riconducibile a un'azienda artigianale.
Il merito va spartito fra Pierluigi Bolla, presidente illuminato, e Gianfranco Zanon, tecnico di grande esperienza, che hanno permesso a Valdo di diventare uno dei player più importanti della denominazione. In cantina si lavora nel massimo rispetto dell'uva e del vino, tanto che le etichette più ambiziose sostano a lungo in cantina proprio per raggiungere la perfetta armonia e offrire un profilo che rispecchi annata e zona di produzione.