Durante le degustazioni di quest'anno per la guida Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso abbiamo avuto la conferma di quanto l’identità e la tipicità del territorio siano oggi fattori sempre più importanti per la Puglia del vino, a differenza della situazione qual era fino a pochi anni fa, quando la produzione regionale era legata al vitigno più che al territorio.
I problemi non mancano, con il mercato dell’uva in seria difficoltà e prezzi che ormai sono al di sotto della sopravvivenza, e la salvezza a nostro parere va cercata in una produzione orientata alla qualità e nell’aumento del prodotto imbottigliato piuttosto che nella grande quantità e nella vendita di uva e di sfuso.
La valorizzazione dei territori vocati, d’altronde sempre più evidente anche nel numero dei vini premiati dalla nostra Guida Vini d'Italia 2025 rispetto a qualche anno fa, sembra l’unica strada percorribile per mantenere alto il prestigio e il valore del vigneto pugliese. Poi si devono trovare anche altre soluzioni, che vanno dallo sviluppo della vendita in cantina a quello dell’agriturismo, senza dimenticare l’impegno a crescere nei sempre più importanti mercati esteri.
La crescita in termini qualitativi del vino pugliese, apprezzato ormai in tutto il mondo, è dovuta in particolare alle etichette a base di primitivo. Quando i produttori hanno iniziato a comprendere le potenzialità del vitigno e hanno deciso di valorizzarlo al meglio, imbottigliando con il loro nome, allora si è iniziata a comprendere ricchezza della Puglia.
Primitivo di Manduria. Novità per la denominazione
Tramontata l'idea del passaggio da Doc a Docg la denominazione ha introdotto l'adozione della fascetta di Stato per il Primitivo di Manduria Doc e per la Riserva e una più forte valorizzazione e promozione della Dop Manduria a livello internazionale, dove finisce circa il 70 per cento degli oltre 25 milioni di bottiglie prodotte. Tra gli obiettivi del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria c'è la vinificazione del Primitivo di Manduria Doc Rosato, per cui servirà una modifica del disciplinare.
Nel tempo la prospettiva stilistica dei Primitivo è cambiata: si è passati da vini molto caldi, spesso con residui zuccherini molto impattanti, a vini ovviamente di impronta mediterranea, ma dove il frutto riesce a mantenersi integro e dove, nei casi migliori, il sorso è puntellato anche da buona acidità.
Tra i vitigni autoctoni pugliesi, il primitivo è quello che può contare su una maggiore superficie vitata. Il nome deriverebbe dalla sua precocità di maturazione. Viene coltivato in buona parte della regione ma i suoi territori d'elezione sono le alture calcaree di Gioia del Colle e le province di Taranto e Brindisi dove dà vita alla Doc Primitivo di Manduria, che prevede anche la tipologia riserva.
La new entry tra i Tre Bicchieri
Con il Primitivo di Manduria Mirea 2022 la cantina Masseria Borgo dei Trulli ottiene per la prima volta i Tre Bicchieri. Masseria Borgo dei Trulli ha acquistato meno di dieci anni fa dei vigneti nella zona del Primitivo di Manduria e del Salice Salentino.
I Primitivo di Manduria premiati con i Tre Bicchieri e Due Bicchieri Rossi
Ecco i Primitivo di Manduria che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, i Tre Bicchieri e i Due Bicchieri Rossi nella guida Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso.
Si conferma come uno dei migliori vini di Puglia il Primitivo di Manduria Collezione Privata Cosimo Varvaglione Old Vines. La versione 2021 al naso evidenzia note di frutti neri a nocciolo e spezie dolci, con sfumature di macchia mediterranea, cui fa seguito un palato equilibrato, di buona materia e volume, con un lungo finale grintoso e piacevole.
Sono ormai quattro le generazioni alla testa dell'azienda di famiglia. La Varvaglione 1921 conta sia su un ampio vigneto aziendale, in cui sono presenti principalmente vitigni autoctoni, che su uve conferite da viticoltori associati seguiti dallo staff aziendale, per un'ampia gamma di vini d'impianto classico che ha come obiettivo l'espressione allo stesso tempo delle caratteristiche varietali e della tipicità territoriale.
Spicca il Primitivo di Manduria Mirea '22, che si presenta al naso con note di mora, ciliegia nera e sottobosco, mentre il palato è coerente, di buona materia e tensione acida, lungo e con un finale ricco di frutto. Masseria Borgo dei Trulli ha acquistato meno di dieci anni fa dei vigneti nella zona del Primitivo di Manduria, nei comuni di Sava, Manduria e Maruggio, dove è situata la cantina, e nella zona del Salice Salentino, nel comune di Guagnano. Sono tre le tenute aziendali: Roselle, 12 ettari che si distendono intorno alla cantina, su terre rosse sabbiose dove sono coltivati principalmente primitivo e negroamaro, Pasano, altri 12 ettari, sempre su terra rossa ma più argillosa, dove si trovano sia uve bianche che rosse, e per finire 4 ettari a Salice Salentino.
Il Primitivo di Manduria Raccontami '22 si propone con note di spezie dolci e susina nera al naso, cui fa seguito un palato equilibrato, avvolgente, di buona struttura e con un finale lungo e grintoso. Situata nella Masseria Li Reni, l'azienda della famiglia Vespa conta su diversi vigneti negli agri di Manduria e Salice Salentino, principalmente su suoli argillosi e argilloso-sabbiosi. L'uva di riferimento è il primitivo, affiancata da altre uve tipiche del territorio, come l'aleatico, il fiano e il negroamaro. I vini proposti sono d'impianto moderno, con una particolare attenzione alla freschezza e alla piacevolezza di beva.
Si conferma ai vertici il Primitivo di Manduria Sonetto Riserva '19, dai sentori speziati, di erbe aromatiche e ciliegia nera e dal palato segnato da note di frutti neri di bosco, succoso e con un finale sapido di grande piacevolezza. La Produttori di Manduria è una storica cantina cooperativa che conta su 400 soci conferitori. I vigneti dei soci sono tutti all'interno della denominazione di origine Primitivo di Manduria, con un'importante presenza di vigne ad alberello, e oltre la metà sono dedicati al primitivo. L'ampia produzione è di stile moderno, per vini di buona tipicità, ricchi di frutto, attenti a esprimere al meglio le caratteristiche dei vitigni con cui sono realizzati.
Bella conferma per il Primitivo di Manduria Terra Bianca Giravolta di Felline. La versione 2020 al naso è complessa e sfaccettata, con note di prugna matura, sottobosco e chiodi di garofano, mentre il palato è fresco, teso, dal finale lungo e austero, senza eccessi di dolcezza. L'azienda di Gregory Perrucci spazia su diverse zone della denominazione Primitivo di Manduria, per una gamma di etichette che testimonia dei differenti terreni presenti, grazie a un importante lavoro di zonazione e di messa in valore dei vecchi impianti ad alberello pugliese. Il risultato è una serie di vini in cui un'impostazione moderna, basata sulla freschezza di frutto e l'eleganza, si sposa con una dimensione più tradizionale, fatta di spessore e volume.
Ottimo il Primitivo di Manduria Gloria '22 di Vigneti Reale, dai profumi di frutti di bosco, alloro e terra bagnata, e dal palato di buona struttura, fresco, di bella profondità e lunghezza.
Ottimo il Primitivo di Manduria Li Cameli Riserva '21, dai profumi di frutti neri ed erbe aromatiche, grintoso e con un fresco finale in cui tornano le note di more e mirtilli. Ben realizzato anche il Primitivo di Manduria Li Janni '23, giocato tutto sul frutto, lungo e piacevole.
Il Primitivo di Manduria Li Filitti Riserva '20 al naso propone sentori di frutti rossi, china, pepe bianco e sottobosco, mentre il palato è strutturato, di buona tenuta e lunghezza. Masca del Tacco è la cantina pugliese di Felice Mergè, proprietario nei Castelli Romani dell'azienda Poggio Le Volpi. I vigneti aziendali sono situati nei comuni di Erchie, Veglie e Torricella su diversi tipi di suolo e vedono la presenza di vitigni sia tradizionali che internazionali. I vini proposti, d'impostazione schiettamente moderna, ricercano pienezza e volume, attenti a mantenere una notevole precisione aromatica.
Anche quest'anno l'Es di Gianfranco Fino, fuori denominazione, si conferma come uno dei migliori Primitivo in circolazione. Il millesimo 2022 al naso si propone con intensi sentori di frutti neri a nocciolo, carruba, olive nere e spezie, mentre il palato è coerente, fitto, un filo estrattivo ma ricco di frutto, sapido, succoso, di bella lunghezza e tenuta. Compie vent'anni l'azienda di Gianfranco Fino e Simona Natale, composta principalmente da vigne di primitivo ad alberello che vanno dai 50 anni fino al secolo d'età, affiancate da piccole quantità di negroamaro, situate su terre rosse calcareo argillose, e che dal 2021 vede la presenza della nuova cantina e di un wine resort. I vini prodotti risultano allo stesso tempo complessi e grintosi, di bella fittezza e freschezza.
3 ricette da abbinare al Primitivo di Manduria
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