Erano gli inizi degli anni '60. Sugli scaffali delle enoteche e sulle carte dei vini dei ristoranti iniziò ad affacciarsi, prima timidamente, poi sempre con maggiore sicurezza, un bianco a base di un vitigno che fino ad allora nessuno aveva preso troppo in considerazione. Il merito fu di Santa Margherita e quel vino era il Pinot Grigio. Il successo fu incredibile è durò per decenni, tanto che potremmo considerare quel vino una delle prime "mode" vinicole davvero strutturate nel nostro Paese. A circa sessant'anni di distanza dobbiamo riconoscere a questa casa vinicola, oggi un colosso presente con le sue aziende in diverse regioni d'Italia, il merito di aver avviato un rinnovamento nel modo di fare e proporre vino. Ma soprattutto, è un dato di fatto che, sull'onda di quel successo, in Veneto, Friuli Venezia Giuliae Alto Adige ci fu una corsa all'impianto di nuovi vigneti di pinot grigio.
Il pinot grigio è una mutazione genetica del pinot nero e quindi proviene dalla Borgogna. Attualmente una delle zone di maggior prestigio per la coltivazione di questo vitigno è l'Alsazia, dove dà vita a vini di grandissimo livello, così come in alcune zone della Germania, soprattutto le rive della Mosella. La sua peculiare caratteristica risiede proprio nel suo colore: le bacche sono di colore gigiastro, un unicum tra i vitigni che conosciamo utilizzati per fare vino. Spesso viene vinificato in bianco, ma se lasciato a contatto con le bucce restituisce vini dal caratteristico colore ramato.
Sulla carta il vitigno non avrebbe le credenziali del suo più blasonato rivale, il pinot bianco, né particolari tratti di tipicità. Ma senza dubbio ha imposto al grande pubblico un diverso stile nel bere. Quei bianchi fruttati e profumati, aggraziati ma non privi di una certa struttura, sono nati sulla sua scia. Nel Collio e nei Colli Orientali del Friuli si esprime con grande ricchezza di stoffa, in Alto Adige la maggiore acidità lo rende anche longevo, ma in genere, attualmente, si ottengono risultati più che interessanti in diverse zone d'Italia, come per esempio l'Oltrepò Pavese, dove pure il vitigno ha trovato terreno fertile alla coltivazione.
I Pinot Grigio dal migliore rapporto qualità-prezzo
Quella che segue è la lista dei migliori Pinot Grigio che abbiamo recensito sulla guida Berebene 2024 e che, quindi, troverete sugli scaffali delle enoteche e negli shop on-line a meno di 20 euro.
Friuli Venezia Giulia
Difficile trovare un Pinot Grigio con così tanto carattere come quello dell'annata 2022 di Branko. All'olfatto alterna intriganti guizzi agrumati di mandarino e bergamotto con note più pacate di pesca gialla, albicocca e frutta tropicale. Il sorso è fresco e succoso, supportato da fragranti richiami minerali e piacevoli folate balsamiche. Ad Igor Erzetic va attribuito il merito di essere riuscito a trasformare una piccola azienda a conduzione familiare in una perla dell'enologia regionale.
Particolarmente intenso e sfaccettato il Pinot Grigio di Isidoro Polencic, dalla bocca elegante, cremosa e progressiva. Isidoro Polencic, gran maestro di vigna e di cantina, . nel 1968 fondò l'azienda che condusse per molti anni, portandola a una dimensione di tutto rispetto. La continuità è ora affidata ai tre figli, Elisabetta, Michele e Alex, che hanno dimostrato un'abilità davvero rara nella gestione aziendale. Gran parte dei vigneti fanno da contorno alla cantina di Plessiva, mentre altri sono dislocati in località limitrofe: Ruttars, Novali, Mossa e Castelletto. Fattore questo che gli permette di offrire una panoramica completa delle varietà del Collio.
Nel Pinot Grigio Ramato Gossip 2022 la tonalità ramata anticipa note di piccoli frutti rossi, mandorla e rosa appassita. Al palato attacca deciso e ben bilanciato, per un finale ricco di frutto e contrasto. Si tratta un vero jolly per l'abbinamento a tavola. Massimo di Lenardo ha ereditato dai suoi predecessori l'amore per la terra, vi ha aggiunto innate capacità imprenditoriali ed ora sta trasferendo le esperienze al figlio Vittorio. Con la sua gestione l'azienda di famiglia si è collocata tra le più accreditate del panorama vitivinicolo regionale. I vigneti si estendono nell'assolata pianura friulana suddivisi in zone diverse, con diversi sottosuoli e microclimi. I vini hanno spesso nomi originali, sempre contraddistinti da una semplicità e da una linearità esemplare, ricchi di sfumature e di caratteristiche organolettiche particolarmente interessanti.
La versione "ramata" del Pinot Grigio 2022 di Sirch profuma di pera e nespole, sfoggia sbuffi minerali su un sorso scorrevole e di grande piacevolezza. Legati al territorio, fragranti, leggiadri, rispettosi delle caratteristiche varietali: sono i vini proposti da Luca Sirch che da qualche anno ha deciso di puntare proprio sul pinot grigio e sul successo di questo vitigno nei mercati internazionali. Già nel 2002 Luca Sirch intraprese un percorso incentrato a produrre vini monovarietali classici, al di là di ogni moda o tendenza. Il sostanzioso processo di ampliamento avviato da alcuni anni dalla famiglia Sirch si è concretizzato con l'acquisizione di nuove superfici vitate.
Il Pinot Grigio 2022 di Le Vigne di Zamò si presenta con un intenso colore ramato, quasi rosé. Il bouquet si apre con note floreali intense, arricchite da sentori di frutti tropicali caratteristici del Pinot Grigio e sfumature speziate di vaniglia. Durante l'affinamento, si sviluppa un piacevole aroma di pane e lievito. Al palato, risulta caldo, ampio e glicerico, con un finale notevolmente sapido, leggermente tannico e persistente.
Con il marchio Monviert vengono proposti vini eleganti frutto di accurate selezioni, fiore all'occhiello di un'azienda che in oltre settant'anni di storia ha scritto molte pagine dell'enologia regionale e che ora si è totalmente rinnovata, lasciando spazio alla fresca energia della nuova generazione. Fragrante di pera e pescanoce il Pinot Grigio, dalla beva distesa, lineare e scorrevole.
Nell'italiano antico "stocco" significava "spada". Ed è proprio una spada l'emblema della famiglia Stocco, che incarna da oltre un secolo i propri valori: forza, rigore e rispetto per la terra. Con il piglio di un tempo spetta ora ad Andrea, Daniela e Paola, la quarta generazione, il compito di tenere alto il marchio di famiglia. Il Pinot Grigio Ramato profuma di rosa appassita e pompelmo, dal sorso scorrevole, fresco e ben contrastato.
La cantina Scolaris ha raggiunto il secolo di attività. Nel suo percorso storico ha sempre avuto come punto di forza l'autenticità dei vini. Il Pinot Grigio Blush alterna profumi di mela e pera a più dolce sensazioni di fragoline di bosco. Al palato è delicato, con sensazioni di mandorla tostata che ritroviamo nel finale fresco e contrastato.
Valle d'Aosta
Molto buono il Pinot Grigio Trii Rundin, intenso con note di pera e leggeri fiori secchi, di carattere e personalità e dalla bocca lunga e strutturata. Henri Anselmet è l'ultima generazione di una famiglia di vignaioli che alla Valle d'Aosta ha dato molto. Non sono passati molti anni da quando ha deciso di avviare un'azienda tutta sua, realizzando vini che sono espressione di un territorio che strappa alla montagna i terreni per mettere a dimora le viti.
Veneto
Il Pinot Grigio, vino che rappresenta l'Italia nel mondo, ha nella valle dell'Adige uno dei suoi luoghi d'elezione, un territorio dove al calore delle giornate estive segue la notte rinfrescata dalle brezze che scendono lungo il corso del fiume. Albino Armani ne è interprete d'eccellenza, come testimonia l'assaggio del suo Corvara 2022, un calice dalle intense suggestioni di frutto giallo e fiori che trovano sviluppo in un sorso sapido, teso e di bella grinta.
Trentino
Il Pinot Grigio ramato Graminè 2021 è uno dei primi a presentarsi in Trentino con queste sfumature. L' olfatto è appagante di frutta matura, leggero sentore fumoso, molto varietale con ottima struttura e una persistenza che lo rende un ramato poderoso. Marco Manica e sua moglie Rosanna sono vignaioli appassionati. Nei loro poderi vicino a Rovereto coltivano varietà molto diffuse, ma operano con micro-vinificazioni altrettanto identitarie.
Oltrepò Pavese
È incredibile come il Ramé riesca a fondere sensazioni solari di albicocca ed elicriso con un afflato agrumato fresco; stesso schema in bocca: tanto sapore nel centro ma finale che sfuma agile e incalzante. Nel 2019, la famiglia Cordero di Castiglione Falletto ha rilevato dalla vecchia gestione la storica e splendida tenuta Podere San Giorgio e si sta affermando in pochi anni come nuovo punto di riferimento nell'ambito della viticoltura oltrepadana.
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