Se fosse stata solo una tendenza passeggera, avrebbe già ceduto il passo a qualche nuova moda enologica. E invece, gli orange wine – o vini bianchi macerati – si confermano il trend anche quest’anno, non solo nei locali più hipster di Londra o Parigi, ma anche sulle tavole italiane, soprattutto a Natale, quando il vino diventa il regalo perfetto. Definiti dal quotidiano inglese The Guardian come moda dell'estate 2024, questi vini intrigano per il loro colore ambrato e le note complesse che li rendono ideali per accompagnare piatti elaborati o semplicemente per sorprendere gli amici appassionati.
Ma cosa rende questi vini così speciali? Il segreto è nella macerazione: il mosto ricavato da uve bianche viene lasciato a contatto con le bucce per periodi variabili, che possono andare da poche ore a diversi mesi. È qui che si gioca la magia. Brevi macerazioni regalano un colore dorato brillante e aromi freschi, mentre periodi più lunghi trasformano il vino in un arancione intenso, quasi tannico, con una consistenza al palato che sorprende anche i bevitori più esperti.
Ma non è un’invenzione moderna. Gli orange wine affondano le loro radici in pratiche antichissime, come quelle georgiane risalenti a oltre 3000 anni fa, dove i kvevri – grandi anfore di terracotta interrate – servivano a fermentare le uve bianche insieme a bucce e raspi, un metodo che oggi l’Unesco riconosce come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Da lì, l’eredità è arrivata in Italia, dove negli anni Novanta pionieri come Joško Gravner (qui l'intervista) e Stanko Radikon hanno riscoperto e reinterpretato questa tecnica nelle colline di Oslavia, in Friuli. Oggi, gli orange wine non sono più relegati solo alle cantine naturali, ma conquistano anche nuove aziende e territori, come nel caso della doc Collio (ne abbiamo parlato qui).
E se l’idea di regalare una bottiglia di orange wine per Natale vi intriga, niente paura: con un budget inferiore ai 50 euro, le possibilità sono molteplici.
Dopo i nostri consigli su quali vini rossi, rosati e bianchi entro i 20 euro regalare a Natale, ecco una piccola guida per orientarvi su quali orange wine acquistare per Natale.
I migliori orange wine da regalare a Natale
Di seguito trovate la lista dei vini macerati che quest’anno ci sono piaciuti in modo particolare durante le degustazioni per la guida Berebene 2025 e Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso, ottenendo i punteggi più alti. Il Friuli-Venezia Giulia fa ancora la parte del leone per numero di etichette premiate o arrivate in finale, ma si distingue anche la Sicilia, Toscana e l’albana di Romagna, che nella versione macerata esprime una delle sfumature più interessanti del vitigno.
Ribolla Gialla 2020 – Paraschos
La Ribolla Gialla '20 dell'azienda vitivinicola Paraschos ha il colore dell'ambra e regala sensazioni di malto d'orzo, cera d'api, pesca sciroppata, confettura di albicocche, frutta secca e mela cotta con cannella. Al palato denuncia struttura e freschezza e non nasconde i tannini. Evangelos Paraschos, amante della natura e della vita all'aria aperta, vive ed opera a San Floriano del Collio. La sua vinificazione prevede la macerazione anche delle uve bianche per più giorni con le bucce in tini aperti di rovere di Slavonia o in anfore di terracotta greca, la sua terra natia, senza il controllo della temperatura e senza l'inoculo di lieviti selezionati. Pratiche ancestrali avallate da fonti bibliografiche del XVIII secolo che attestano che nel Collio e nella vicina valle del Vipacco i vini si facevano così.
Collio Friulano Miklus 2019 - Draga – Miklus
Splendido il Friulano Miklus '19, che ricorda la confettura di mela cotogna, la banana matura e il miele. Nel 1982 Milan Miklus assunse l'onere della gestione dell'azienda di famiglia, che possedeva un solo un ettaro vitato. Provvide alla riconversione dei rimanenti terreni impiantando vigneti e, dieci anni dopo, iniziò ad imbottigliare i suoi vini. Il testimone ora è stato raccolto dal figlio Mitja, che dispone di un patrimonio vitivinicolo di tutto rispetto. Sia in vigna che in cantina padre e figlio adottano metodi in parte moderni e in parte ancestrali, sempre rispettosi del territorio e improntati alla sostenibilità.
Collio Friulano Athena 2020 – Picéch
Il Friulano Athena '20 dell'azienda vinicola Picéch ha il colore dell'oro zecchino ed un intenso profumo di mandarino, confettura di albicocche e miele. Al palato è succoso, fragrante e ricco di sapore. Roberto Picéch è un'icona per il territorio del Collio, un vero artigiano del vino, un indiscusso protagonista. Figlio di Egidio, detto "il ribel", ha ereditato i vigneti ma anche un carattere schietto e caparbio che gli permette di imprimere ai suoi vini un'identità personale. Rispettoso della tradizione ma anche innovatore, ha saputo personalizzare il suo stile di vinificazione che prevede macerazioni a volte prolungate, al fine di estrarre il maggior numero possibile di componenti aromatiche.
Vitovska 6/7 Ris. 2021 – Skerlj
Il naso esplode nella frutta a polpa bianca e gialla, gli agrumi, poi il miele, spezie gentili e note balsamiche in questo vino macerato dell'azienda vinicola Skerlj. Il sorso è slanciato, invita ad una beva complessa ma piacevolmente disinvolta. Spinta sapida preponderante (cambia). Matej e Kristina Skerlj sono i titolari di questa vera perla del Carso triestino. Le ridotte dimensioni aziendali permettono a Matej di curare le viti con meticolosità certosina. Le lavorazioni vengono eseguite a mano e nella vinificazione sono adottate antiche tecniche ancestrali.
Romagna Albana Vitalba 2023 - Tre Monti
Favolosa l'Albana Vitalba '23 di cantina Tre Monti, dorata e profumata di fiori, ricca e dinamica nel sorso. L'avventura di questa azienda inizia nel 1966, quando Thea e Sergio Navacchia acquistano un podere per fare il vino per gli amici. Poi però cominciano a credere nel potenziale ancora inespresso del territorio imolese e nel 1974 nasce Tre Monti: impianti fitti, sperimentazione con vitigni non tradizionali, innovazione in vigna e in cantina. Dal 1989, scomparsa mamma Thea, Sergio è stato affiancato dai figli David e Vittorio, sperimentando anche la vinificazione in anfora.
Lo Zagreo '22, da fiano in purezza, è vino intenso e dotato di gran carattere, che matura 11 mesi in anfora. Pepe bianco, zenzero candito, agrumi verdi, foglie di tè, polline compongono lo spettro aromatico di un bianco macerato tattile e reattivo, materico e tuttavia spigliato nella beva, ritmato e accattivante. L'azienda di Diana Iannaccone e Mario Basco è ospitata in una stupenda masseria del '700, in una delle zone più fascinose del Casertano, Teano, territorio incontaminato e ricco di una natura lussureggiante. Il vulcano spento di Roccamonfina contribuisce a caratterizzare fortemente i suoli su cui insistono i vigneti, poco più di dieci ettari, coltivati seguendo i principi della viticoltura biodinamica. Cemento e anfore, fermentazioni con lieviti indigeni e macerazioni, anche sui bianchi, sono gli strumenti del mestiere e le tecniche adoperate per creare una gamma estremamente originale.
Benvenuto Zibibbo Orange 2023 – Cantine Benvenuto
Il Benvenuto Zibibbo Orange '23 di Cantine Benvenuto ha un naso raffinato e complesso nei toni di frutta esotica ed erbe mediterranee, che ritroviamo in un sorso ben spinto dall'acidità (che conquista a lungo il palato). In pochi anni Giovanni Benvenuto ha trasformato i terreni di famiglia in un'azienda vitivinicola che produce vini originali e ben fatti da uve autoctone, coltivate in regime biologico, accendendo peraltro i riflettori su un vitigno-reliquia quale lo zibibbo di Pizzo. La cantina e i vigneti che la circondano si trovano in zona collinare, intorno ai 300 metri di quota nell'agro di Francavilla Angitola, nell'entroterra Vibonese. Qui, oltre allo zibibbo, Giovanni coltiva anche malvasia, greco nero e magliocco.
Siriki Orange 2017 – Cantina dei Principi di Spadafora
Ottimo lo Siriki Orange '17, che si distingue già per il suo colore dorato brillante tendente all'aranciato; all'olfatto spiccano profumi complessi, dalla resina alla buccia d'agrumi secchi, dal tè allo zenzero e all'albicocca disidratata; in bocca ritorna tutto in una polpa piacevole e sapida con un finale pulito e persistente. Come in una favola, c'è un posto magico, una tenuta di campagna tra Monreale e Alcamo, e c'è un principe, Francesco Spadafora. Oggi la sua idea di fare vino in un luogo incontaminato e unico, come quello che da sempre appartiene alla famiglia, è condiviso con la figlia Enrica, che ha dato un tocco femminile a questa realtà fatta di passione, sogni e soprattutto impegno e dedizione. Ragguardevole la selezione delle uve per far sì che il prodotto finale sia più che rappresentativo del territorio.
Eccellente il Krimiso'19, un vino mediterraneo piacevolmente salino a base di uve catarratto, macerato sulle bucce per circa 5 mesi in vasche d'acciaio; il profilo olfattivo rivela sentori di agrumi, frutta gialla ed erbe aromatiche, in bocca è sapido e minerale, con delicati tannini in chiusura. Aldo Viola è la rappresentazione della frase "un uomo, un vino", perché ha avuto la caparbietà di spingersi oltre, di sperimentare vini che potessero davvero dire chi fosse: lunghe macerazioni, assenza di chiarifiche o stabilizzazioni, uso limitato dell'anidride solforosa sono segni tangibili del suo fare. Le vigne, di proprietà, si trovano in area Feudo Guarini, ad Alcamo, nel Trapanese. Determinante, quasi una fede monoteista, la sua passione per il catarratto, con risultati di pregio anche con syrah e perricone.