Da qualche anno ormai, quando si parla di vino siciliano, di solito ci si sofferma sull'Etna, ma nonostante ciò, la Sicilia rimane un enorme bacino di territori e vitigni. Tra le uve rosse, quella più conosciuta e anche più coltivata è ovviamente il nero d'Avola.
Le notizie sulle sue orgini sono piuttosto confuse e frammentarie anche perché fino alla fine dell'Ottocento, il vitigno non veniva chiamato con questo nome. Era conosciuto infatti come calabrese, sebbene non avesse nulla a che fare con la regione al di là dello Stretto. "Calabrese" sembrerebbe essere, infatti, l'italianizzazione del termine dialettale "calavrisi", dove "cala" sta per uva, mentre la seconda parte della parola farebbe riferimento al paese di Avola: insomma come a dire "uva avolese".
Quella che sembra sicura infatti è l'origine del vitigno che dal piccolo centro del Siracusano si sarebbe diffuso poi a Noto e Pachino e in seguito praticamente in tutte le altre zone vinicole della regione. Il recente passato del nero d'Avola è quello comune a tante uve del sud-Italia. Quando ancora veniva realizzata una viticoltura di quantità, i vini a base di nero d'Avola partivano dalla Sicilia per andare a dare spessore ai rossi di zone anche molto blasonate (non solo italiane ma anche francesi) che magari erano un po' carenti dal punto di vista del colore e della materia.
Le cose sono cambiate, e di molto: il nero d'Avola, da uva da taglio, si è trasformato in un vitigno in grado di regalare etichette sia per un consumo immediato, soprattutto quando vinificato esclusivamente in acciaio; sia da lasciare invecchiare per qualche anno, con risultati sorprendenti per complessità e profondità. Vinificato così in purezza, con tecnologie moderne, si è rivelato come uno dei grandi rossi di struttura italiani, intenso e armonico. Il nero d’Avola entra nella composizione del Cerasuolo di Vittoria e di diversi altri vini Doc, tra cui alcuni tipi di Marsala; è una componente dell’uvaggio dei rossi da tavola siciliani più noti.
I Nero d'Avola dal migliore rapporto qualità-prezzo
La lista che segue raccoglie alcuni dei Nero d'Avola assaggiati quest'anno reperibili in enoteca o negli shop on-line a meno di 20 euro recensiti sulla guida Berebene 2024 di Gambero Rosso, un ottimo punto di partenza per andare alla scoperta di questo importante vitigno siciliano.
Il Nero d'Avola Spaccaforno 2020 di Riofavara è varietale nell'espressione olfattiva dai rimandi di fiori e frutti scuri, sale marino e alloro. In bocca è dinamico, dal classico timbro ferroso e buona distensione finale. Massimo Padova, professore per scelta, vignaiolo per vocazione, gestisce la sua azienda con dedizione e competenza. Senza prodotti chimici i suoi vini biodinamici sono sempre affidabili e molto territoriali.
Esemplare il Nero d'Avola 2020 di Biscaris, assai tipico e territoriale, fine e di bellissima beva, che conquista con le sue sfumature di alloro, sottobosco, capperi ed erbe della macchia mediterranea. Cinque ettari di vigna di questa azienda sono ad Acate nel ragusano e sono coltivati seguendo i dettami della biodinamica, anche in cantina si lavora manualmente e nel modo più naturale possibile evitando chiarifiche e stabilizzazione e limitando al minimo i rimontaggi.
Il marchio Fatascià afferisce alla grande famiglia di aziende vinicole gestite dal gruppo Caviro. Ancora una volta, a brillare per il vantaggioso rapporto qualità prezzo troviamo il Nero d'Avola. La versione 2022 si presenta con un profilo aromatico giocato su note di visciola, marasca e macchia mediterranea. In bocca mette in mostra un sorso succoso in cui la componente tannica dà un po' di contrasto al calore e alla dolcezza di frutto. Piacevole e ben realizzato.
Dai toni di frutti rossi, rosa canina e violetta, su una base minerale e delicatamente balsamica, Luigia 2022 di Barone Sergio é un rosato di spessore e forte personalità che rispecchia il territorio; armonioso e bilanciato, chiude con un bel guizzo sapido. In quell'area della Val di Noto che molti considerano storicamente la patria dei più tipici Nero d'Avola, troviamo questa maison condotta dalla stessa famiglia da alcuni secoli.
L'ottimo Nero d'Avola Ve rsace 2021 si apre al naso su toni di iris e rose che sfumano su ribes e ciliegia; completano il fitto bouquet nuance balsamiche e speziate. Vitale ed elegante la bocca dal lungo finale fruttato. All'interno del baglio del Settecento che ospita l'elegante wine resort dei Feudi, si trova un antico palmento con otto grandi vasche, che è probabile sia il più grande della Sicilia.
Da una gamma di vini assai interessanti e originali, Tuttu 2022 (prevalenza di nero d'Avola su altre cultivar sicule anche bianche) risulta affascinante e fine, solare, succoso e fresco. Il ritorno alle radici di Dario Serrentino si incarna in poco più di 20 ettari situati nel Val di Noto, a poca distanza dalla Riserva di Vendicari, condotti all'insegna della più rigorosa tradizione e naturalità.