La Puglia del vino ha il cuore rosso. È vero che negli ultimi anni si sta lavorando con tanta perizia anche sul lato bianchista, soprattutto con la riscoperta di autoctoni dimenticati o vituperati, ma sono le uve a bacca nera a dare le maggiori soddisfazioni in termini di qualità e di successo commerciale.
Archiviata la pratica "primitivo", di cui vi abbiamo già proposto le etichette dal migliore rapporto qualità-prezzo, questa volta accendiamo i riflettori sull'altro grande protagonista del vigneto pugliese, il negroamaro.
Le sue origini sono antichissime: addirittura sembrerebbe essere arrivato in Puglia con le migrazioni dei coloni greci, nell'antichità. Per il nome sono state fatte diverse ipotesi: alcuni ipotizzano che l'aggettivo "amaro", in passato a volte scritto staccato da "negro", stia a indicare la potenza del vino e la sua fittezza tannica; altri lo farebbero derivare dal greco antico amauròs, che significa "scuro, nero", quindi come a dire "nero nero", descrivendo l'aspetto impenetrabile del vino che ne deriva. Ci sarebbero anche altre ipotesi, ma il fatto certo è che il nome del vitigno è citato in un testo scritto per la prima volta solo nell'Ottocento.
Il vitigno una volta era diffuso in diverse zone del Sud-Italia: si coltivava in Campania, nei dintorni di Pozzuoli, nelle campagne di Barletta, in quelle di Bari: attualmente invece sono le province di Brindisi e Lecce a ospitare il negroamaro che viene vinificato in purezza, ma non di rado accetta la compagnia del primitivo.
I Negroamaro dal migliore rapporto qualità-prezzo
Nella lista che segue, troverete una selezione di vini a base di uva negroamaro recensiti nel Berebene 2024 di Gambero Rosso,, la guida che premia i migliori vini al di sotto dei 20 euro a scaffale.
Il N° Zero Negroamaro 2022, che matura in solo acciaio, al naso evidenzia note di frutti neri di bosco, humus e macchia mediterranea, per un palato di buona materia ma anche agile e di facile beva. L'azienda dei fratelli Marangelli, nata una ventina d'anni fa, gestisce 50 ettari vitati di proprietà, cui affianca un'attività di "negoce" che conta su fidati conferitori seguiti tutto l'anno dallo staff aziendale.
Il Negroamaro 2021 della cantina I Buongiorno, lavorato esclusivamente in acciaio, propone al naso dei profumi di frutti neri di bosco e macchia mediterranea, mentre il palato è grintoso, ben sostenuto dall'acidità, lungo e piacevole. L'azienda della famiglia Buongiorno conta su una decina di ettari vitati ad alberello nell'agro di Carovigno. I vitigni coltivati sono quelli tradizionali del territorio salentino, per una produzione sempre affidabile e di ottima qualità.
Il Notarpanaro 2018 ai profumi di frutti neri di bosco e macchia mediterranea, con sfumature speziate, fa seguire un palato avvolgente, di buona tenuta e con un finale succoso e piacevole. I vigneti di questa storica azienda, da oltre mezzo secolo protagonista della vitivinicoltura pugliese, sono situati tra Guagnano, Salice Salentino e San Donaci, su suoli sabbiosi e calcarei, e coltivati quasi esclusivamente ad alberello.
Il Salice Salentino 2022 La Pruina al naso evidenzia profumi di frutti di bosco e macchia mediterranea, è succoso, sapido, con i tannini in evidenza ma piacevole e fresco. L'azienda D'Apolito, nata negli anni Ottanta, è solo da una decina d'anni che ha cominciato a imbottigliare i propri prodotti sotto il nome La Pruina. Sono 20 gli ettari vitati coltivati a conduzione biologica, dove sono presenti vecchie viti ad alberello.
Il Salice Salentino Cantalupi Riserva 2020 al naso propone toni di macchia mediterranea, tostati e fruttati, con sentori di prugna e susina nera, mentre il palato ha tannini ancora in evidenza e un finale sapido e succoso. L'azienda della famiglia dei conti Zecca conta su quattro tenute di proprietà: Donna Marzia, Santo Stefano e Saraceno a Leverano, mentre Cantalupi è situata a Salice Salentino.
Il Salice Salentino Vereto Riserva 2021 evidenzia note di frutti neri di bosco, liquirizia e china, è equilibrato, succoso, ricco di frutto e con un piacevole finale di buona tensione. La Vallone si articola in tre corpi: uno nella denominazione Brindisi, dove si trova la cantina, una Salice Salentino, dove sono presenti vigne di negroamaro ad alberello quasi centenarie, e il terzo nella riserva naturale di Torre Guaceto.
Il Salice Salentino Rosso Selvarossa Riserva 2020 si esprime con note di tostatura, spezie dolci e frutti neri, è di buon spessore, ricco di frutto, con un finale lungo e piacevole. Questa grande cantina cooperativa è tra le più importanti della regione ed è costituita da 1.200 soci conferitori, che lavorano un parco vigneti situato fra le provincie di Brindisi, Taranto e Lecce, con i vigneti per il 40% coltivati ad alberello pugliese.
Il Vecchio Sogno Negroamaro 2021 presenta toni di macchia mediterranea e humus, con note di frutti neri, e dal palato agile e fresco, di buona struttura e dal lungo finale. È dal 2005 che la famiglia Papadopoli imbottiglia i propri prodotti. I vigneti aziendali sono situati principalmente a San Giorgio Jonico, a pochi passi dal Mar Piccolo, ben ventilati, su un terreno di tipo argilloso e sabbioso.