I migliori Moscato d'Asti e di Canelli sotto i 20 euro scelti dal Gambero Rosso

16 Mar 2025, 09:59 | a cura di
All'interno dell'ampia tavolozza dei vini piemontesi, è possibile trovare anche due vini tra i più fragranti e divertenti del panorama vinicolo italiano. Stiamo parlando del Moscato d'Asti e del Canelli. Ve li raccontiamo con questa selezione di etichette.

Quando si parla di vitigni aromatici, uno dei primi che ci viene in mente è sicuramente il moscato. Anzi, sarebbe più corretto dire "i moscati", viste le tante tipologie che si sono differenziate nei secoli. Queste uve infatti sono tra le varietà più antiche e coltivate di tutto il globo.

Il Moscato d'Asti e di Canelli. Caratteristiche e abbinamenti

In Italia, i moscati sono coltivati in diverse zone; una delle più importanti è, ovviamente la provincia di Asti, in Piemonte. Il Moscato d'Asti e il Canelli (prima sottozona della denominazione, ora Docg a sé stante) si produce con moscato bianco: si tratta di un vino bianco frizzante fragrante e di piacevolissima bevibilità, caratterizzato da bassissima gradazione alcolica (non più di 6,5%), dai profumi freschi, intensamente aromatici e dal sapore vivace, dolce e leggero, nelle migliore versioni, accompagnato da una fresca spinta acida che ravviva il tutto. In teoria andrebbe consumato giovane, ma la nostra esperienza sul campo ci porta a riconsiderare anche la finestra di consumo del Moscato d'Asti: infatti, assaggiati a diversi anni dalla vendemmia, sono vini che sorprendono per l'aromaticità che si fa più profonda e complessa e il sorso intrigante e affascinante.

L'abbinamento che lo vede coinvolto è soprattutto quello con i dolci: ed effettivamente è difficile scindere il Moscato dal panettone natalizio, matrimonio d'amore per eccellenza, dalla colomba di Pasqua o da altri dolci delicati, come panna cotta, crostate di ricotta, con frutta o con creme. Ma è un vino che per fragranza e vitalità si presta anche ad accostamenti che sembrano arditi ma, vi possiamo garantire, funzionano. Sta benissimo con i formaggi freschi (crescenze, robiole, stracchini, caprini...) ma la sua equilibrata dolcezza, unita al vivace tappeto della frizzantezza lo rendono un curioso compagno per i salumi e gli insaccati più delicati. Infine, per stravolgere ogni vostra pregressa convinzione, vi consigliamo di assaggiarlo anche con le ostriche: non ve ne pentirete.

La grande famiglia dei Moscato

Proveniente dall'Asia Minore, il vitigno fu diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo dai marinai greci e fenici. Grazie alle sue caratteristiche, prima fra tutte il tipico aroma, ha sempre incontrato enorme successo. Per descriverlo non dobbiamo, come per tutti gli altri vini, ricorrere a similitudini: diremo semplicemente "sa di moscato". E questo è sufficiente. Naturalmente nel corso dei millenni la specie si è evoluta e differenziata adattandosi a climi e terreni diversissimi. Abbiamo così, nell'ambito di questa grande famiglia, il moscato ad acino piccolo, che dà vita a numerose varianti come il moscato di Canelli, il moscato di Frontignan, il moscatello bianco, il moscatel menudo, il muskateller, il brown muscat e molte altre; dal moscato d'Alessandria derivano invece il muscat roumain, il moscatel de Malaga, il nostro zibibbo e altri ancora; non va dimenticato il moscato d'Amburgo, una varietà ad acino nero molto diffusa.

I Moscato d'Asti e di Canelli dal migliore rapporto qualità-prezzo

Ma quali provare? Ve li consigliamoqui sotto, segnalandovi i migliori Moscato d'Asti e Canelli che potete trovare in enoteca o negli shop on-line a meno di 20 euro e che abbiamo recensito nelle guide Berebene 2025 Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso.

Ottimi i Moscato d'Asti di Bera. Il 2023 al naso propone note di erbe officinali su fondo di lime e di scorza d'arancia candita, seguite da un palato di grande equilibrio, grazie a una vibrante acidità che ne sostiene la ricchezza e la dolcezza, il Su Reimond evidenzia toni di pera Williams, pasticceria e salvia, è di buona materia, persistente e di giusta dolcezza, con bella acidità e freschezza finale.

Dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso la cantina, di stampo squisitamente familiare, è condotta dai Bera, ed oggi sono coinvolti nella gestione aziendale anche i figli di Valter e Alida, Riccardo ed Umberto. Le vigne si trovano sulla strada che da Neive porta a Neviglie nel cuore del Barbaresco. Ed è proprio grazie ai vini di questo territorio, che i Bera hanno saputo emergere, soprattutto con i Cru Rabaja, Basarin e Serraboella.

Il Lumine '23 ha sentori di albicocca e pesche sciroppate, con sfumature di erbe officinali, per un palato profondo e fresco allo stesso tempo. La Ca' d' Gal è una cantina che da sempre punta sul Moscato d'Asti (l'anno scorso abbiamo premiato il Lumine '22 come miglior vino dolce d'Italia per il rapporto qualità-prezzo), complice anche la zona di Santo Stefano Belbo, nel cuore della denominazione, con terreni leggeri e sabbiosi che donano eleganza e bevibilità. La famiglia Boido è tanto legata a questo vitigno da aver effettuato una zonazione per creare un vino da vigneti con oltre settant'anni di età, dai risultati sempre affascinanti.

Davvero brillante il Canelli Moscato Bel Fiore '23, affascinante al naso nelle sue note di scorza d'arancia candita e panettone, per un palato di grande ricchezza e lunghezza, ben sostenuto da una grande freschezza acida. Le origini di Cascina Fonda risalgono all'inizio degli anni '60, ma è solo nel 1988 che i fratelli Massimo e Marco Barbero decidono di iniziare a imbottigliare i vini prodotti dalla tenuta di famiglia, cui si aggiungerà la costruzione di una nuova cantina nel 2002. I vigneti aziendali sono situati in due comuni: Mango, dove domina il moscato, e Neive, dove domina il nebbiolo. I vini prodotti sono d'impianto moderno e di bella espressione territoriale.

Ottimo il Moscato d'Asti '23 di La Morandina, intenso al naso, con belle note di salvia, mela, zenzero candito ed erbe aromatiche, e dal palato ricco ma anche di grande freschezza e armonia, con un'acidità che bilancia perfettamente lo zucchero, per un vino che ha lunghezza e carattere.

Sono quattro le tenute principali dell'azienda , a partire da Castiglione Tinella, tutte situate tra i 280 e i 400 metri di quota intorno alla storica cantina, con focus sul moscato, qui presente con vigne anche di oltre quarant'anni. Sono coltivati anche nebbiolo a Bricco Spessa, Neive, per la produzione di Barbaresco, e barbera nella due tenute di Varmat, con vigne di oltre cento anni, e Zucchetto, entrambe a Montegrosso d'Asti, per vini che vogliono valorizzare al meglio l'unione tra territorio e vitigno.

Il Moscato d'Asti Volo di Farfalle '23 di Scagliola Sansì evidenzia profumi di erbe aromatiche e scorza d'arancia candita, per un palato armonico, di bella lunghezza, con un finale in cui emergono toni varietali di salvia e mandarino.

Quasi novant'anni per la storica cantina della famiglia Scagliola, ormai giunta alla quinta generazione con Martina e Federica. La loro barbera si fa ambasciatrice di territori ricchi di tufo e sabbia, con inserti calcarei, che donano corpo e freschezza, mentre il moscato racconta Canelli, con le sue stratificazioni di sabbia e marna a donare finezza. La tenuta è a San Siro di Calosso, a circa 400 metri di quota, su una collina a cavallo tra Monferrato e Langhe.

Il Moscato d'Asti Bele Fije '23 di Tenute RaDe al naso evidenzia sentori di erbe aromatiche e pan di zenzero, mentre il palato è di buona tensione, lungo, con l'importante componente dolce ben sostenuta dall'acidità.

Daniele Cusmano, insieme alla moglie Ilaria, gestisce l'azie

nda fondata nel 1988 con il padre Raimondo (da cui il nome Tenute RaDe). La cantina conta su diverse vigne nei comuni di Castel Boglione, Canelli, Cassinasco, Momperone e Nizza Monferrato. Oltre alla barbera vengono coltivati anche merlot, syrah, timorasso, sauvignon, moscato e, per i Metodo Classico, chardonnay e pinot nero. I vini prodotti sono d'impianto moderno, pensati per esprimere al meglio le caratteristiche dei vari territori d'origine.

Il Canelli Tenuta del Fant '23 di Tenuta Il Falchetto propone note floreali e fruttate di grande eleganza, con una vena di scorza d'arancia candita, e un palato armonico, dall'equilibrio magistrale tra dolcezza e acidità e dal finale lungo e grintoso.

Un'ampia gamma di vini prodotti quella di Tenuta Il Falchetto, che spazia sia per ampelografia che per territorio. Le uve, barbera e moscato in primis, nelle denominazioni Nizza e Canelli, ma anche chardonnay, cabernet sauvignon, merlot, pinot nero e dolcetto, arrivano da sei poderi diversi, dislocati tra le province di Cuneo e Asti. I fratelli Giorgio, Fabrizio e Adriano Forno valorizzano ogni vitigno con le caratteristiche del territorio.

Incastonata in un angolo di paradiso della frazione Annunziata di Castagnole delle Lanze, l'azienda Gianni Doglia, a conduzione famigliare, è guidata dai talentuosi e complementari Paola e Gianni Doglia. Posizionata ai vertici della denominazione Moscato d'Asti, di cui quest'anno abbiamo apprezzato la versione 2023 l'azienda si attesta altresì tra le vette della produzione a base Barbera, attraverso alcune impeccabili interpretazioni. Con questo pedigree, ormai riconosciuto anche a livello internazionale, ogni visita della cantina rivela molti spunti di interesse,

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